"Voci dal silenzio. Il canto dei senza nome" è il reading teatrale proposto da Quarta Parete in occasione del Giorno della Memoria. È in programma martedì 22 gennaio alle ore 21 al Teatro San Matteo (Piacenza, vicolo San Matteo).
La serata non sarà il solito ricordo della Shoah, spiegano gli organizzatori, bensì la memoria di chi è stato senza nome e senza voce.
In occasione del Giorno della Memoria, lunedì 21 gennaio all'Università Cattolica di Piacenza è in programma il reading teatrale "La Shoah delle ragazze": lo scrittore ed ebraista Matteo Corradini e l’attrice Valentina Ghelfi daranno voce a storie di donne negli anni dello sterminio.
L'iniziativa, alla quale hanno aderito oltre 400 studenti delle scuole superiori di Piacenza, si svolge a partire dalle ore 11 al Centro Congressi dell'ateneo, in via Emilia Parmense 84.
Saranno proposte storie di adolescenti, musiciste, contadine, mamme, unite dal destino e non dalle storie personali. Bambine, ragazze, donne diverse, accomunate solo dal dolore e dalla voglia di uscirne. Tra le tante, ce ne sono due molto celebri: Anne Frank e Etty Hillesum. Ma non è la celebrità che conta - si legge nel comunicato di presentazione dell'evento -, è il pensiero ricorrente di cosa abbia significato essere donna sotto le leggi razziali, essere donna nella deportazione e nel lager, essere donna laggiù, in quel nero di storia.
Il reading teatrale è organizzato da Coop Alleanza 3.0 in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Librerie.Coop.
Ha preso il via il 12 e 13 gennaio via anche a Piacenza una scuola per consulenti familiari. L’iniziativa è promossa dall’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn). L’organizzazione e il coordinamento del progetto sono a cura di Mario Scudieri e Lodovico Camia. I nuovi incontri si terranno il 2 e 3 marzo nella sede della Scuola Giovanni Paolo II in via Torta. Ma che cos’è un consulente familiare? È una figura che interviene quando la comunicazione e i rapporti in famiglia non funzionano più, o funzionano in modo scorretto, per riuscire a ristabilire comprensione, empatia e rispetto reciproco. Un lavoro pensato principalmente per riparare e rafforzare i rapporti familiari, ma che può essere applicato a qualunque altro campo della vita. Il consulente familiare è un professionista regolamentato per legge, con partita IVA attribuita dal Ministero dell’Economia, e può formarsi attraverso la Scuola per consulenti familiari di Bologna, fondata e diretta dal professor Raffaello Rossi, e portata, grazie al contributo di Anfn, anche a Piacenza. Abbiamo voluto fare un salto alla prima lezione per conoscere i partecipanti, per sapere perché hanno scelto di iniziare quest’esperienza, e cosa si aspettano da queste ore per la loro vita. Oltre la pacca sulla spalla “Ho scelto di iscrivermi per un interesse personale - dice Patrizia, impiegata di 52 anni -, e per due motivi fondamentali: essendo sposata con quattro figli sono sempre in cerca si strumenti per aiutarli a vivere in una realtà complessa come quella di oggi. So che con le mie sole forze e conoscenze non sono in grado di indirizzarli a una vita dignitosa, bella, in sostanza portarli a incarnare il desiderio di felicità che hanno. Per questo ho scelto di ricorrere a questo strumento, per cercare di avere una marcia in più nella loro educazione. Poi ci sono gli amici: anche loro molte volte vivono delle difficoltà, e io so che non basta dispiacersi o dire poche parole di incoraggiamento. In questi casi bisogna coinvolgersi, andare oltre la pacca sulla spalla, e la scuola per consulenti familiari può aiutarmi a fare un passo in più in questa direzione”. Vincenzo, di 55 anni, è un educatore in comunità per minori in difficoltà, e viene dalla provincia di Lecco. “Ho scelto di iscrivermi ovviamente per motivi professionali - spiega -, ma anche perché, nei vari ruoli in cui siamo chiamati a vivere (padre, amico, educatore) so che capita spesso di doversi giocare in relazioni d’aiuto, e qui so che posso prepararmi per questo. Mi piace molto il fatto che questa scuola parta da una ricerca su di sé, che aiuti a prendere un a consapevolezza maggiore dei propri limiti e delle proprie risorse, per poi intervenire nelle situazioni di aiuto”. Cambiare prospettiva. Emilia invece, è un’impiegata di 57 anni con due figli: “anch’io ho iniziato il corso per poter meglio essere d’aiuto alle persone che mi sono vicino - racconta -, e, anche solo dalla prima lezione, ho capito che il modo migliore di farlo è cambiare prospettiva, riuscire a osservare quasi da fuori le proprie azioni per riconnetterle a tutto il resto. Un altro insegnamento prezioso - continua ‑ è che se vogliamo essere veramente d’auto agli altri, familiari o amici, non dobbiamo giudicare con la smania di dire la nostra, ma osservare e stare in ascolto. È un problema di atteggiamento, che va reso il più aperto e disponibile possibile”. Da ultima Giulia da Parma, di 28 anni, si è appena laureata in scienze dell’educazione e in cerca di un lavoro e di un a strada per la propria vita: “mi sono iscritta perché dopo la laurea ho voluto guardarmi attorno e sondare tutte le possibilità per trovare un lavoro e un percorso da seguire. Nelle esperienze lavorative che ho avuto mentre studiavo - anche solo il babysitteraggio - sono entrata in contatto con bambini e famiglie, e ho potuto constatare che ovunque ci sono problemi, e non posso rimanere a guardare senza risolverli. Ma per poterlo fare bisogna comprendere ogni situazione, e questo corso è il modo migliore per farlo”.
“Percorsi Diversi” nello spazio espositivo permanente della biblioteca di Rivergaro presenta "Racconti epigenetici" di Gabriele Taina prosegue fino al 1 febbraio. Gabriele Taina è un illustratore, nato a Venezia, forte della maturità artistica presso l’istituto Bruno Cassinari di Piacenza. Partecipa con rilevanza a mostre e si distingue in molti concorsi fra questi al 4° Premio “Diara arte e colori”. Parte dal figurativo esaltando e interpretando attraverso il disegno, nelle sue opere la grafica scivola in un compromesso esaltante fra tempera e acquarello, il reale sfuma nei colori e nei giochi di luce in una vibrante ricerca. La mostra dal titolo “Racconti Epigenetici” è visitabile fino al 1 febbraio negli orari di apertura della biblioteca in Via Bonistalli, 7 - Rivergaro (PC) Le Mostre dello Spazio “Percorsi Diversi” sono realizzate dal Centro di Lettura di Rivergaro in collaborazione con l’ass. ArTre e il Patrocinio del Comune di Rivergaro.
Sabato 19 gennaio alle ore 17 gli Amici della Lirica di Piacenza hanno organizzato “Concerto con t(h)e” nel Salone Parrocchiale di San Sepolcro a Piacenza, in Cantone San Nazzaro, 16. Protagonisti di un appuntamento che ormai è entrato a far parte degli appuntamenti fissi dell’Associazione, saranno il Mezzosoprano Olga Kotlyarova e il Baritono Costantino Finucci, accompagnati al pianoforte dal M° Elio Scaravella. Un concerto in cui potremo ascoltare arie tratte da “La Favorita” di G. Donizetti, da “Don Carlo” e “Rigoletto” di G. Verdi, per poi passare a Mascagni e… altro ancora! Al termine dell’evento, una dolce pausa con the e dolci per prolungare il piacere dell’incontro tra Amici. L’invito è esteso a tutta la cittadinanza; ricordiamo che è possibile associarsi agli Amici della Lirica durante qualsiasi evento, scrivendo ad amiciliricapiacenza [AT] libero [DOT] it o telefonando al +39 333 5320655. Il sostegno degli associati ci permette di continuare a realizzare eventi di qualità e proposte culturali adeguate. Un ringraziamento alla Banca di Piacenza, che sempre sostiene le attività degli Amici della Lirica.
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