Martedì 12 febbraio alle ore 21 a Villa Raggio di Pontenure è in programma una serata sul tema "Disturbo da gioco d'azzardo: che fare?". Relatore è il dottor Maurizio Avanzi, medico del Sert. L'iniziativa è a cura del Comune e della parrocchia di Pontenure in collaborazione con l'Associazione Genitori di Pontenure, il Gruppo Masci e il Gruppo Scout. Il gioco d'azzardo è stato riconosciuto da tempo come una vera e propria patologia psichiatrica. Per questo occorre essere informati al riguardo con esperti del settore per prevenire, curare e guarire.
Mons. Giuseppe Illica, parroco a Fiorenzuola, lunedì 11 febbraio, parte per Haiti, piccolo stato caraibico (Centro America) con poco più di dieci milioni di abitanti e dove sta facendo un'esperienza missionaria nell'ambito del suo cammino di formazione ecclesiale Daniele Bruschi di Fiorenzuola. "Sarà solo per una settimana, prevedo che saranno giornate molto intense - spiega il parroco - per incontrare il nostro parrocchiano che, pur non giovanissimo, ha scoperto la sua vocazione alla quale sta dando un futuro". Bruschi, che aveva un impiego alla Raggio di Sole, frequentava la parrocchia e si era avvicinato al movimento di Medjugorje, attraverso il quale è arrivato ad Haiti, il Paese più povero di tutto il continente americano: nell'ultimo decennio è stato ripetutamente colpito da terremoti e uragani dagli effetti tragici. "A Medjugorje Daniele ha conosciuto la "Missione Belem", una comunità, ora costituita da 5mila volontari, fondata a San Paolo del Brasile da un prete italiano, Giampietro Carraro, e da una suora brasiliana, Cacilda da Silva Leste. La comunità ora è impegnata anche in uno dei quartieri della sfortunata periferia di Port-au-Prince, la capitale, dove è impegnato anche Daniele. Il centro si chiama Wharf Jeremie, per ora c'è una scuola con 1600 bambini, che hanno bisogno di tante cose, ma vi sta nascendo anche un poliambulatorio". Mons. Illica porterà messaggi dei bambini delle scuole elementari e medie di Fiorenzuola che già aiutano la missione caraibica "e poi vedrò sul posto le cose da fare e che cosa ancora noi potremo sostenere da qui per aiutare il nuovo centro in via di realizzazione". E ci sono altre ragioni che portano il sacerdote in quell'angolo remoto del Mar dei Caraibi: le missioni delle suore salesiane con le quali collabora da tempo, fin da quando era parroco a Castelsangiovanni, dove la famiglia Pergolotti aveva adottato due bambini haitiani "che ora sono diventati adulti". Inoltre, da Castello accompagnerà l'ex parroco nella visita la signora Maria Paola Vaciardi, volontaria del gruppo missionario parrocchiale, per una ulteriore ricognizione di come sono impegnati gli aiuti che arrivano dall'Italia e per programmare ulteriori progetti. Castello, Fiorenzuola, Croazia, Brasile, Haiti, quando si dice l'universalità della Chiesa cattolica: è più che mai realizzata in queste missioni, un abbraccio di fede che lega territori e popolazioni lontani fra loro decine di migliaia di chilometri.
"La Santità anche per te”. Questo è stato il filo conduttore del cammino di preparazione alla festa di Don Bosco che si è svolto a Carpaneto dal 24 al 31 gennaio. Come è tradizione da tanti anni, la “Settimana di Don Bosco” si è articolata tra incontri di preghiera, testimonianze di spiritualità ed impegno salesiano, l’immancabile banco di beneficenza a favore delle missioni Salesiane allestito dalle Ex allieve delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, un momento conviviale, il pomeriggio di giochi e festa per bambini e ragazzi, la serata per i gruppi giovanili e la messa nel giorno della memoria liturgica del Santo dei giovani. I momenti di preghiera quotidiani (dal 25 al 30 gennaio) si sono svolti nella piccola cappella dell’oratorio presso l’asilo Burgazzi, luogo simbolo della Spiritualità Salesiana a Carpaneto che ha visto la presenza per quasi un secolo delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ad un brano di Vangelo iniziale, sono seguite brevi testimonianze di “Santità Salesiana” e la riflessione su alcuni punti della esortazione Gaudete et Exsultate di Papa Francesco. Parole semplici, accompagnate ogni giorno da un gesto, che ci hanno aiutato a comprendere che la santità non appartiene soltanto ai canonizzati dalla Chiesa ma è una concreta possibilità per ognuno di noi. Ai giovani, alle coppie di sposi, agli anziani, agli educatori e volontari, Papa Francesco dice che: “tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova…” Essere santi, come ricordava don Alessandro Ponticelli nella serata per i gruppi giovanili, significa avere il coraggio di compiere delle scelte, ed in particolare di scegliere Dio in ogni momento e situazione della nostra vita. Anche se la nostra vita non è perfetta, anche se ci sono imperfezioni e cadute, possiamo sempre andare avanti e, guardando al Crocifisso, possiamo ugualmente piacere al Signore.
"Emozioni e tradizioni delle nostre valli" di Anita Santelli - Claudio Rancati - Giacomo Turco e Renzo Oroboncoidi è una mostra fotografica allestita fino al 22 febbraio nello spazio espositivo permanente della Biblioteca di Rivergaro. Sono quattro fotografi che presentano i loro sguardi fra memorie e luoghi carichi di emozioni. Anita Santelli nativa della val Trebbia ne subirà tutto il fascino, passerà dalla grafica alla passione per la fotografia, spaziando e fissando panorami, si tufferà nei bagliori della Trebbia, preparerà reportage che racconteranno il territorio. Claudio Rancati fotografo professionista, autore di fotografie artistiche, dedicherà soprattutto all’Appennino scatti che racconteranno il passato, il perpetuarsi delle memorie, lo scandire del tempo nel vissuto di queste valli. Giacomo Turco da Milano sceglie l’Appennino per la sua passione fotografica, fissa lo sguardo fra la valle dell’Aveto e del Trebbia, ne ricercherà le parti storiche e culturali, subirà il fascino dei loro borghi e i colori dei paesaggi. Renzo Oroboncoidi nasce a Piacenza ma partirà da Genova il suo percorso, forse seguendo il volo dei gabbiani, senza una meta approderà affascinato da queste valli raccontandole attraverso immagini di antiche bellezze in silenziosi percorsi inesplorati. Le loro immagini sono luci e colori, suoni e bagliori, il passato e il presente si incontrano in suggestioni attimi carichi di bellezza. Fanno tutti parte del comitato “Piacenza e le sue valli”.
Oltre dieci anni fa è nata in diocesi la bella realtà del Coro Giovani diocesano. Scaturito dalla condivisione di una passione per un servizio all’interno della Chiesa, il Coro Giovani si è occupato negli anni di accompagnare il canto in occasione dei momenti di preghiera organizzati dal Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile (veglie d’Avvento, consegna delle palme ai giovani, ordinazioni presbiterali, BRK, …). Nel corso del tempo tanti giovani si sono succeduti tra le file della formazione corale: trattandosi di un coro di giovani fisiologicamente c’è un cambio generazionale piuttosto frequente. Il tempo che stiamo vivendo ci chiede di rimotivare la partecipazione al Coro Giovani, valutando anche l’opportunità di rivederne alcuni aspetti. Alcune fatiche probabilmente sono condivise dai cori giovanili di tante parrocchie: anche per questo l'incontro vuole essere un’occasione di confronto ma anche di approfondimento per riscoprire e riappropriarci del senso più vero della presenza di un coro nel contesto di una celebrazione liturgica. Per tutti questi motivi don Alessandro Mazzoni e Dario Carini del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile vocazionale invitano i rappresentanti del coro parrocchiale dei giovani (o comunque di un coro con una buona presenza di giovani), all’incontro fissato per mercoledì 20 febbraio alle ore 21 in Curia (ingresso da via Vescovado, cancello a fianco del Duomo).
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