La Società Filodrammatica Piacentina presenta al Teatro President, sabato 23 febbraio alle ore 21, la commedia in dialetto piacentino “Mai dì mai”, scritta e diretta da GianCarlo Andreoli. La serata rientra nella Rassegna dialettale organizzata dalla Famiglia Piasinteina dedicata a don Luigi Bearesi. "Mai dire mai" è il motto ricorrente a commento dell’inaspettato, delle continue sorprese che i casi della vita presentano, ancor più nel mondo tribolato d’oggi di migrazioni epocali incontenibili.
Il taxista Rossetti aiuta una signora straniera, inaspettata cliente, per compassione. “Chi va al mulino s’infarina”, si giustifica il buon Rossetti, che per non lasciare la donna sola, di notte, in balia di chissà chi, la ospita in casa. Si scatena un seguito di sorprese, la prima gentilezza della moglie accogliente si volge in fastidio. Sono chiamati in causa la vicina di casa Luisa, il collega taxista Fausto, il medico di famiglia, il genero avvocato per risolvere la questione sempre più complicata. L’avventura in cui incappa il taxista Rossetti, è interpretata da Giorgio Molinaroli “Rossetti taxista”, Maria Luisa Travaini fa la “moglie di Rossetti”, Stefano Forlini “Fausto, collega di Rossetti”, Tiziana Innocenti “Sofia, ospite inaspettata”, Loredana Vallisa “Luisa, vicina di casa”, Giuseppe Orsi “Mario avvocato, genero di Rossetti”, Franco Balordi “medico di famiglia”.
Un trio tutto al femminile si è aggiudicato il podio della 15ª edizione del Concorso Internazionale Flaviano Labò: dalla Cina il soprano Gu Wenmeng (prima classificata), dalla Romania il mezzosoprano Florentina Soare (secondo premio) e dall’Italia il soprano Chiara Mogini (terzo posto).
Sarà possibile ascoltare le vincitrici al concerto in programma martedì 19 febbraio alle ore 18 all'Auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano (Piacenza, via Sant'Eufemia 12), dove saranno accompagnate al pianoforte da Emanuele De Filippis. La serata è a ingresso libero.
La finale della competizione organizzata da Fondazione Teatri e Amici della Lirica di Piacenza si è svolta domenica 17 febbraio in un'affollata Sala dei Teatini, al termine del concerto dei quindici concorrenti finalisti. Oltre ai tre riconoscimenti principali, è stato assegnato il Premio «Theatre & Music Production Centre State Opera Varna», dal direttore generale Daniela Dimova, al mezzosoprano Florentina Soare e al basso bulgaro Bozhidar Bozhkilov; Florentina Soare si aggiudica anche il ruolo di Meg nell'opera Falstaff al Teatro Municipale di Piacenza nella Stagione 2019/2020, riconoscimento assegnato dal direttore artistico della Fondazione Teatri Cristina Ferrari.
Altri due finalisti, il basso italiano Francesco Samuele Venuti e il baritono coreano Roh Hyunwoo, sono stati i prescelti per una settimana di studio offerta dal direttore artistico dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino Gianni Tangucci, mentre il baritono Lee Chi Hoon, in arrivo dalla Corea del Sud, si è aggiudicato una settimana di studio all'Accademia Verdiana di Parma, riconoscimento arrivato dal responsabile area artistica del Teatro Regio di Parma Cristiano Sandri.
L'edizione 2019 del Concorso Flaviano Labò ha brillato per l'alta qualità delle voci in gara e per i numeri significativi (oltre 120 concorrenti in arrivo da 17 Paesi di quattro continenti). La prestigiosa giuria era composta dalla presidente del concorso e degli Amici della Lirica piacentina Giuliana Biagiotti, da Alessandro Di Gloria, casting manager del Teatro Massimo di Palermo e consulente casting del Teatro Real di Madrid, da Daniela Dimova, direttore generale del Theatre and Music Production Centre di Varna, da Cristina Ferrari, direttore artistico della Fondazione Teatri di Piacenza, da Giovanni Gavazzeni, critico musicale, da Giovanna Lomazzi, responsabile casting del Teatro Sociale As.Li.Co di Como, da Cristiano Sandri, responsabile area artistica del Teatro Regio di Parma, da Gianni Tangucci, direttore artistico dell'Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, e da Vittorio Terranova, direttore artistico del Concorso Internazionale di canto lirico "Ferruccio Tagliavini" di Graz (Austria).
Alle vincitrici sono stati assegnati rispettivamente 3500 euro (primo premio) e 2500 euro (secondo premio), offerti dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano; a consegnare i riconoscimenti è stato il presidente Massimo Toscani. Il terzo premio (1500 euro) è stato offerto dall'Associazione Amici della Lirica di Piacenza. Partner del concorso anche la Fondazione Vittorio Polli e Annamaria Stoppani, Banca di Piacenza, Autostar e Luretta.
Il sindaco Patrizia Barbieri ha incontrato, nell’aula magna della scuola De Amicis, gli alunni di 4° e 5° elementare eletti come rappresentanti dei loro compagni di classe nel Consiglio del 4° Circolo Didattico, che riunisce le primarie Caduti sul Lavoro, Due Giugno e la stessa De Amicis. Alla presenza della dirigente Simona Favari e delle insegnanti referenti – accanto alla coordinatrice Manuela Rossi, Sara Baronio, Sonia Stagno, Manuela Gregori ed Erika Braceschi – i bambini hanno illustrato i progetti più significativi in corso nei tre plessi ed esposto alcune richieste riguardanti le rispettive sedi: dalla dotazione di arredi per il giardino (panchine, reti da pallavolo e da calcio, piantumazione di alberi), alla possibilità di donare gli avanzi della mensa scolastica a strutture di assistenza sociale o al canile. “Incontri come quello odierno sono per me un’occasione di ascolto e arricchimento personale” ha sottolineato il sindaco, accolta sulle note degli strumenti a fiato della sezione che, alla Due Giugno, partecipa al progetto “Dalla classe all’orchestra”, con la direzione del Maestro Darko Jovanovic che segue invece, alla Caduti sul Lavoro, l’ensemble di archi. “Ancora una volta, ho potuto constatare il valore formativo e responsabilizzante di un’esperienza come il Consiglio di Circolo, che coinvolge attivamente i bambini in un percorso di dialogo, confronto e consapevolezza che è molto importante per il loro futuro. Un ringraziamento va alle insegnanti, per la sensibilità e l’attenzione con cui portano avanti questa esperienza, costruendo le basi per un’effettiva educazione civica”. Ai giovanissimi rappresentanti, il compito di spiegare attività consolidate come la condivisione del materiale scolastico e la strutturazione in “isole” che raggruppano 5 o 6 banchi – con assegnazione di incarichi, a rotazione, tra chi cura l’ordine e i turni di parola – ma anche progetti innovativi e incentrati sulla tutela dell’ambiente, come “Liberi di muoversi” che coinvolge la Due Giugno, di cui è ormai imminente il riconoscimento tra le “buone pratiche nazionali” di promozione della salute. Senza dimenticare iniziative come “Bambini all’opera”, che sotto l’egida del Maestro Corrado Casati porta ogni anno sul palco del Teatro Municipale gli alunni di De Amicis e Due Giugno.“La musica è un linguaggio universale che unisce e dà sfogo alle emozioni”, ha rimarcato il sindaco, esprimendo particolare apprezzamento anche per la collaborazione intrapresa quest’anno dal 4° Circolo con gli Educatori di Strada, per affrontare il tema dell’uso consapevole e corretto delle nuove tecnologie. “Un problema di grande attualità, legato anche al fenomeno del bullismo – ha aggiunto Patrizia Barbieri, richiamando anche il Protocollo siglato insieme a Prefettura, associazioni genitoriali e istituzioni del territorio – su cui è importante che i ragazzi siano preparati e non abbiano mai paura di raccontare quello che stanno vivendo”. In conclusione, il sindaco Barbieri ha sottolineato come si sia provveduto alla messa in sicurezza della via di ingresso alla primaria De Amicis, annunciando inoltre il possibile avvio del Pedibus per la stessa scuola. Dopo aver preso l’impegno a farsi carico delle richieste pervenute dal Consiglio dei bambini agli uffici competenti, ha ringraziato gli alunni così: “Oggi ho imparato io da voi”.
C'erano tre ottime ragioni per vedere questo spettacolo allestito al President venerdì 15 febbraio dalla Compagnia teatrale della Famiglia Piasinteina, un’accoppiata di testi dialettali di Carella: “La t’è andà bein” e “Col cor in gula”. Anzitutto l’occasione più unica che rara di vedere due lavori carelliani minori (rispetto per esempio ai più famosi “Toot l’onor” e “Oh, che ratassada”) tenuti a lungo in ombra e in pratica quasi mai rappresentati, ed ora proposti con l’impagabile gusto di una cosa che è un po’ primizia e un po’ riscoperta. Poi l’occasione di ricordare Gianni Poggi con un festoso e vivacissimo, tenero e corale gran finale fra i tavoli d’una osteria. Infine l’occasione di scoprire Corrado Casati mentre recita: lui avvezzo e familiare a teatri e palcoscenici, stavolta lo vediamo e sentiamo anche recitare: poche battute, per la verità, e dette per di più con poca voce, ma in ogni modo in veste di interprete, anche se in fondo interpreta se stesso, pianista e direttore del coro.
Cosa volete di più? Vedere in scena anche il razdur Danilo Anelli? Eccolo, allora, in marsina e in maniche di camicia fra gli avventori dell’osteria a far combriccola con gli amici dello scudlein, del fiasco, della briscola e degli acuti, in un tripudio di bevitori, di cori, di canti, di tenori, dove Gianni Zucca diventa la controfigura dell’altro grande Gianni. Due Gianni – come uno dentro l’altro – per un “Libiamo” che è il momento più coinvolgente e alto della serata.
Non è come assistere alle opere maggiori di Carella, ma ci sono ugualmente sicuri motivi di interesse, di divertimento ed anche di riflessione e di nostalgia. Soprattutto per quelle scenette di umile vita familiare, quei battibecchi più sorridenti che acidi tra marito e moglie, quelle baruffe fra vicini che sembrano prese di sana pianta dalla realtà tanto sono vere, quelle atmosfere d’altri tempi, non artificiose ma autentiche. Il fatto è che Egidio Carella non è solo un commediografo, è anche senza saperlo e a modo suo uno storico: assistere ad una sua commedia – anche a questi suoi due atti unici – è un ripasso di storia strapiacentina. E’ un tenerci aggiornati non all’oggi, ma al nostro passato. Se non la data, l’epoca delle due vicende narrate sembrano darla i paginoni della vecchia Libertà quand’era in formato gigante sbandierati in bella evidenza in apertura di sipario, dietro le cui colonne in bianco e nero spunta poi la faccia ammiccante di Gigi Pastorelli.
Un trionfo per tutti i 22 attori e cantanti in scena, scesi fra gli scroscianti applausi finali in platea ai piedi del palco e ai lati della sala. E in cima alla bandiera, i due registi Pino Spiaggi e Corrado Casati. A coronamento d’una rappresentazione (con un grande pubblico) a cui devo dir grazie: mi ha dato modo di risentire una parola che non sentivo più dagli anni dell’infanzia, quando tornando a casa dopo aver giocato per le strade mia mamma attaccava a sgridarmi così: eccolo qua tutto dasbudlè...
Si è conclusa lunedì 11 febbraio l'11esima edizione di Sorgentedelvino LIVE, salone annuale delle piccole cantine naturali. Organizzata dall’associazione culturale Echofficine con il sostegno di Rastal e di Nomacorc-Vinventions, la tregiorni ospitata a Piacenza Expo ha accolto 4000 visitatori, un pubblico eterogeneo di wine lovers, operatori e giornalisti da tutta Italia e non solo. 150 vignaioli provenienti da 17 regioni italiane ma anche da Austria, Croazia, Francia e Slovenia, hanno fatto assaggiare vini naturali inscindibilmente legati ai territori in cui nascono, che hanno dimostrato un eccellente livello qualitativo. In ogni calice, rosso, bianco, rosato o orange, era racchiuso un viaggio sensoriale attraverso colori e profumi caratteristici, accomunati dal credo in un’agricoltura “biologica, biodinamica e sostenibile”. Sono vini che si affidano alla natura, per arrivare dall’uva alla bottiglia con infinite sfumature di sapore e di aromi ottenuti grazie a vinificazioni accurate e rispettose delle peculiarità di ogni annata, vitigno e territorio. Quest’anno il focus è stato dedicato a Terroir Liguria, un piccolo omaggio a una terra meravigliosa racchiusa tra mare e monti, che ha portato alla scoperta di una regione unica per la complessità dei suoi territori e con i suoi vigneti eroici abbarbicati sulle pendici a strapiombo sul mare. Micro-produzioni vitivinicole (9) dai Colli di Luni alle Cinque terre fino alla Riviera di Ponente capaci di incantare i palati più esigenti, ma anche prodotti agricoli che hanno portato a Piacenza i sapori inconfondibili dati dal particolare microclima di queste terre. Atteso il convegno dell'associazione Vitivinicoltura biodinamica moderna “Il rame in vigna e nel vino: quel che si dice e quel che si tace”, tema particolarmente caldo per il mondo agricolo visto il dibattito in corso in sede europea circa il mantenimento dell'autorizzazione a questa sostanza. Coordinato da Marta Peloso e moderato da Lorenzo TOSI, giornalista Edagricole-VVQ e Terra è Vita, l’incontro ha visto gli interventi di Aldo VENCO - enologo dello Studio Associato Ampelidea -, il prof. Mario Fregoni - Presidente onorario dell’OIV Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino-, Ettore CAPRI - Direttore Osservatorio europeo per l’agricoltura sostenibile (OPERA)- DiSTAS, Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza-, Leonello ANELLO - consulente, agronomo e ricercatore biodinamico, direttore della Sezione di Scienze Agricole Biodinamiche- ed Enzo MESCALCHIN, responsabile dell’Unità di agricoltura biologica della Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige. “L'attenzione con cui è stata accolta questa edizione di Sorgentedelvino LIVE – afferma Barbara Pulliero, organizzatrice dell'evento e portavoce dell'associazione Echofficine – conferma che anche in Italia l'interesse verso questi vini è in forte crescita e questo ci rende molto felici non solo perché i consumatori stanno apprezzando gusti diversi, ma anche perché ci auguriamo che a questo corrisponda una maggiore consapevolezza riguardo le tematiche ambientali che oggi ci troviamo ad affrontare con estrema urgenza, dalla moria delle api e di altri insetti utili al cambiamento climatico e alla crisi idrica”. Nei prossimi mesi l'associazione Echofficine ha in programma attività di informazione e sensibilizzazione proprio riguardanti questi temi, per poi tornare in autunno con il secondo appuntamento con gli Orange Wine al castello di Agazzano sempre in provincia di Piacenza.
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