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Notizie Varie

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Assegnato il premio «Uomo Gaep 2018» a Giancarlo Peroni

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Domenica 24 febbraio i soci del GAEP si sono riuniti, presso l’Agriturismo La Dolce Vite di Travo, per l’annuale pranzo sociale; l’incontro è stata l’occasione per festeggiare il riconoscimento “Uomo GAEP 2018” che ogni anno viene assegnato a personalità e/o soci che si sono particolarmente distinti, nell’anno trascorso, per le loro attività dedicate alla montagna o rivolte al sodalizio.
Il premio negli anni è stato assegnato non solo a soci, ma anche a giornalisti, scalatori e persone che hanno dimostrato un particolare attaccamento alla montagna. Ci piace ricordare solo come esempi: Gianfranco Scognamiglio, Davide Chiesa, Maria Ferrari di Selva.
Per il 2018 il Consiglio Direttivo del GAEP ha deliberato di assegnare il riconoscimento a Giancarlo Peroni ed a gli Amici di Torrio- Val d’Aveto per il loro impegno a vivere e rilanciare in questo piccolo paese sui monti dell'Appennino fra la Liguria e l’Emilia nel comune di Ferriere tante attività di animazione. I Torriesi sono molto vivaci e negli anni hanno fondato un Circolo A.C.L.I "La scuola" di Torrio che ha sede nella vecchia scuola che è diventato punto di incontro e fucina delle iniziative che ogni anno animano la località.
Nel 2017 il riconoscimento fu dato a Maria Ferrari che dal 1961 insieme al marito Pino ha dato vita all’albergo Montenero ancora oggi luogo di accoglienza e aggregazione tra turisti, villeggianti amanti della montagna e gente del luogo; frequentato da tanti amici escursionisti di CAI e GAEP.
Nel 2019 il Consiglio Direttivo del GAEP ha voluto consegnare il riconoscimento a Giancarlo Peroni cofondatore del Consorzio rurale di Torrio  e del circolo “La Scuola” associato alle ACLI e con lui a tutti i Torriesi. Con queste due persone il GAEP ha voluto idealmente abbracciare Selva e Torrio le due località vicine al Rifugio GAEP “Vincenzo Stoto”.

Pubblicato il 27 febbraio 2019

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L’arte piacentina nella rivista «Parma per l'arte»

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Uno spunto di riflessione sull’arte piacentina attraverso la rivista Parma per l’arte, presentata a Palazzo Galli (Sala Panini) dal suo direttore Giovanni Godi a 70 anni dalla prima uscita, nell’ambito della Primavera culturale promossa dalla Banca di Piacenza.
Il prof. Godi (per 20 anni insegnante di educazione artistica in diversi istituti con tappa anche a Cortemaggiore e per un decennio responsabile delle vendite per Christie’s in Italia), presentato dal vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli, ha ripercorso le origini della rivista. «Appena finita la guerra - ha ricordato – si dovette fare i conti con molti dei monumenti danneggiati dai bombardamenti. Nelle amministrazioni di allora si era sviluppata la tendenza a demolire piuttosto che a ricostruire ed è per opporsi alla distruzione dei monumenti che nacque il “Comitato per l’arte”. Per rafforzare la sua azione, nel 1951 Giovanni Copertini fondò la rivista Parma per l’arte, che aveva un formato e una veste grafica diversa dall’attuale. In quel periodo il Comitato aveva oltre 500 iscritti». L’associazione vive tuttora e ancora stampa la rivista, che ha avuto una pausa tra il 1969 e il 1990, per riprendere le pubblicazioni nel dicembre del 1995. La linea editoriale è quella di ospitare articoli di prima mano, frutto di studi approfonditi e ben documentati che abbiano ad oggetto monumenti e studi di Piacenza come di Parma. Spesso, così, si è parlato e si parla di artisti o di arte piacentina. «Nel 1998 - ha citato il prof. Godi - ospitammo uno studio di Ferdinando Arisi sull’apporto alla cultura piacentina di Pier Vincenzo Consani, statuario dei Borbone; con la rivista collaborò anche Stefano Fugazza. Altri nostri collaboratori hanno pubblicato lavori su Felice Boselli e sulle decorazioni dei palazzi piacentini, Palazzo Farnese in particolare». Il direttore della rivista - che periodicamente pubblica anche monografie di artisti - ha poi ricordato un importante articolo ospitato da Parma per l’arte sul Polittico di Cortemaggiore, sottolineando l’importante ruolo della Banca di Piacenza per il recupero del capolavoro.
La rivista ha sempre dato spazio all’arte della natura morta, da molti sottovalutata. «Giovanotto - ha rammentato Giovanni Godi - andavo a trovare il prof. Arisi che mi faceva vedere i suoi Boselli. La passione per le nature morte mi venne allora. Con Arisi avevo un ottimo rapporto, ti accoglieva sempre con il sorriso. Ricordo la sua passione per Ignazio Stern: Parma ha molte sue opere, a Piacenza merita attenzione l’Annunciazione di Santa Maria di Campagna (il bozzetto preparatorio dell’opera fa parte della collezione d’arte dell’Istituto di credito di via Mazzini, ndr)».
Chiudendo il suo intervento, il prof. Godi ha sottolineato il carattere «non provinciale» della rivista, che viene distribuita in tutto il mondo, in particolare alle biblioteche specializzate.
La Banca ha riservato al direttore di Parma per l’arte un ricordo della serata, un prezioso piatto Royal Copenhagen con riprodotta la facciata di Palazzo Galli.

Pubblicato il 27 febbraio 2019

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Le scuole piacentine visitano il Nicolini con il «Progetto Annalisa»

 

nicolini

È partito nei giorni scorsi al Conservatorio Nicolini il “Progetto Annalisa”, una serie di visite guidate per le scuole di ogni ordine e grado di Piacenza e provincia. Il progetto è dedicato ad Annalisa Mannella, direttrice amministrativa del Nicolini recentemente e prematuramente scomparsa, la cui figlia Diana, di cinque anni, frequenta proprio una delle scuole che visiteranno il Nicolini all’interno della serie di incontri. “Da qui è nata l’idea di dedicare alla collega queste iniziative – spiega Patrizia Bernelich, docente di pianoforte al Nicolini e responsabile del progetto – Da anni le scuole del comparto piacentino visitano il Conservatorio, durante l’anno scolastico, per far scoprire questo mondo ad alunni e studenti; gli incontri, organizzati su appuntamento con classi singole o gruppi di classi, si sono sempre svolti grazie alla collaborazione di insegnanti ed allievi di volta in volta disponibili a dare saggio dei rispettivi strumenti. Un interesse sempre maggiore, tanto che da quest’anno si è deciso di dare ‘forma’ a questi incontri, ricomprendendoli in un programma strutturato: è così nato il ‘Progetto Annalisa’”.
Ciascuna attività è realizzata tenendo conto dell’età dei partecipanti, prevedendo momenti di ascolto, gioco, spiegazione e contatto diretto con gli strumenti musicali: pianoforte, arpa, violino, contrabbasso, e molti altri.
Dopo la prima visita da parte degli alunni di 5 anni della Scuola dell’Infanzia di Agazzano, si è svolto  il secondo appuntamento con i piccoli di 4 anni dello stesso Istituto; presenti la presidente del Conservatorio Paola Pedrazzini, il direttore Lorenzo Missaglia e il sindaco di Agazzano Mattia Cigalini, ex alunno ed ora insegnante di sassofono jazz al Nicolini; con lui, il vicesindaco di Agazzano Mario Braghieri.
Hanno collaborato all’incontro, accanto a Patrizia Bernelich, i docenti Guido Campana, Silvia Falavigna, Stefania Carrani e gli studenti Im Sun Tae, Kaho Miyamura, Eleonora Cotti, Andrea Prandi, Fabiola Ciccone, Luciano Grassini, Elisa Tait, Virginia Bernardoni, Federico Martinel, Clara Franguelli.
La presidente Pedrazzini ha sottolineato il valore dell’iniziativa notando come “gli istituti scolastici piacentini, per avvicinare bambini e ragazzi alla musica e magari allo studio di uno strumento, si rivolgono al Conservatorio Nicolini per il suo ruolo di massimo ente preposto alla formazione musicale; siamo felici di poter fornire un ulteriore servizio di orientamento attraverso questo tipo iniziativa scolastica. Si tratta, per i più piccoli e per i ragazzi, di un momento di scoperta diretta e apertura verso nuove discipline, fondamentale per orientarsi e magari scegliere di intraprendere nuovi percorsi formativi”.

Pubblicato il 25 febbraio 2019

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Scherma, Mattia Finotti argento a Roma nella spada master

finotti roma

Da combattente qual è non si è fermato e, assalto dopo assalto, ha eliminato tutti gli avversari, fermandosi solo davanti a chi avrebbe poi vinto. E così, Mattia Finotti è salito sul podio indossando la medaglia d’argento. Un altro grande risultato per il Pettorelli, i cui atleti continuano a macinare piazzamenti in diverse categorie.
Finotti è arrivato secondo alla 4ª prova nazionale Master che si è svolta a Roma.
Anche alla manifestazione nazionale a squadre di Bolzano - Gran premio giovanissimi - si sono presentati gli spadisti biancorossi con Alice Cellerino, Camilla Parenti e Arianna Paganini, accompagnate dal tecnico Cesare Masina. Dopo una partenza difficoltosa, il terzetto ha cercato il riscatto nelle eliminatorie battendo 36-26 Scherma Treviso. Nella fase successiva le giovani hanno retto bene l'incontro con Club Scherma Casale, ma non sono riuscite a recuperare il lieve distacco cedendo il passo 30-36. Una bella prova per il giovane team rosa, alla prima esperienza, considerato anche il livello generale degli avversari.
Infine, sulle pedane bergamasche, nel complesso sportivo di Brembate Sopra  (Bergamo) per i colori piacentini si sono presentati Cesare Campione (11°) Davide Iori (14°) e Katrina Osso.

Pubblicato il 25 febbraio 2019

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A Palazzo Galli il «Diario di politica e di banca» con il prof. Nicolosi

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Il ruolo del banchiere Anton Dante Coda e la sua frequentazione con Einaudi per la ricostruzione dell’Italia nel secondo dopoguerra: se ne è parlato a Palazzo Galli nell'incontro organizzato dalla Banca di Piacenza nell'ambito della Primavera culturale, durante il quale è stato presentato il “Un malinconico leggero pessimismo. Diario di politica e di banca (1946-1952)” (Olschki editore) curato dal prof. Gerardo Nicolosi, docente di Storia dei movimenti politici dell’Università di Siena.
Insieme al curatore del volume è intervenuto l'avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza.

"Coda, banchiere umanista, nel suo diario ci fa entrare nell’atmosfera di grande speranza sul futuro dell’Italia che c’era a quel tempo", ha affermato l'avv. Sforza Fogliani, che ha definito il diario di Coda "puntiglioso" e "ricco di fatti straordinari finora assolutamente sconosciuti".
Dalla lettura del testo scopriamo che Einaudi - nel 1945 Governatore della Banca d’Italia e strenuo difensore della stabilità monetaria - non voleva saperne di entrare nel Governo: fu una telefonata furibonda di Benedetto Croce da Napoli a imporgli di dire sì a De Gasperi.

Il prof. Nicolosi - che ha dedicato tre anni alla preparazione del volume - ha spiegato l’importanza dell’opera nell’offrire uno spaccato della storia "dimenticata" dell’alta borghesia e dell’aristocrazia liberale, a cui era giusto restituire dignità.
"Coda, oggi poco conosciuto, era un personaggio autorevole - ha evidenziato l’autore -. Fu uno dei più attivi esponenti politici del liberalismo in Piemonte; durante il regime fu in contatto con Luigi Einaudi e con la cerchia liberale moderata di Croce".
Grazie al diario di Coda (l’originale è conservato all’Istituto storico della resistenza di Torino) si ricostruisce la vita di quella stagione.
Nell’aprile del 1946, per volere di Einaudi, Coda venne nominato presidente dell’Istituto San Paolo di Torino. Il diario 1946-1952 è una testimonianza del ruolo di Coda nella conduzione di una delle più prestigiose banche italiane ma, più in generale, è anche un’importante fonte per la ricostruzione dei rapporti tra banche, mondo imprenditoriale e politica nell’Italia del dopoguerra.
"Einaudi - ha evidenziato il prof. Nicolosi - di Coda apprezzava le doti organizzative, la dirittura morale e il carattere deciso nel dire “no” alle pressioni dei partiti per ottenere finanziamenti, anche a quelli della parte politica a lui vicina". I
l curatore del volume ha sottolineato come "Einaudi sia onnipresente nelle pagine di questo diario" e come lo stesso ricostruisca la sua vita politica "come ministro del bilancio, costantemente impegnato ad evitare spese inutili, e come Presidente della Repubblica, con un ruolo non notarile, come spesso si crede, ma molto politico, garante del centrismo".

Un’ultima riflessione del prof. Nicolosi sul titolo del libro: "Sono stato combattuto sulla scelta, perché non volevo dare di Coda l’immagine di un pessimista, che non era. Volevo sottolineare, invece, che in lui era andato maturando un sentimento di disillusione, vedendo prevalere logiche di parte anziché di interesse generale. Col senno di poi, possiamo dire che la sua disillusione è stata premonitrice, visto ciò che sta accadendo oggi".

Pubblicato il 22 febbraio 2019

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