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Notizie Varie

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San Colombano patrono del Comune Alta Valtidone

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Il primo gennaio 2018 è nato il Comune di Alta Val Tidone, risultato della fusione dei comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara. Nel suo piccolo, è un cambiamento storico che riunisce una miriade di piccole frazioni e comunità accomunate dall’ambiente montano e dall’essere una terra “di confine”, sospesa fra Emilia e Lombardia. Divisioni politiche che hanno radici storiche che si annidano nel passato anche remoto, quando feudi, stati e soltanto infine comuni hanno raggruppato i vari paesi in organizzazioni separate. I punti di contatto, naturalmente, sono sempre stati molti e hanno consentito alle persone di vivere come una sola grande comunità, fin da prima dell’unificazione.
Per cementare queste storiche vicinanze, la prima amministrazione del comune unito, eletta nel giugno scorso, si appresta a definire un nuovo stemma per il comune e ha stabilire con proprio atto il nuovo patrono comune. Questo è stato identificato in San Colombano, e il giorno dedicato alla sua celebrazione sarà il 18 luglio, a ricordo del passaggio, avvenuto in quei giorni del lontano anno 929, delle spoglie mortali del Santo irlandese, nella nota traslazione da Bobbio a Pavia.
Il nuovo stemma del Comune recherà in massima evidenza l’effige di San Colombano in maestà. L’abate venuto dall’Irlanda ha rappresentato una figura di unità e comunione nella sua epoca, e l’azione evangelica dei suoi monaci nella valle del Tidone fu fondamentale per dare alle comunità della zona una comune impronta religiosa e sociale. Il Santo rimane a tutt’oggi una figura di unità fra i popoli e un padre dell’idea di Europa unitaria, come sottolineato anche dal papa emerito Benedetto XVI.
Il Comune, con l’intenzione di trasmette anche alle nuove generazioni la conoscenza di questa straordinaria personalità del nostro passato, intende offrire nel prossimo futuro agli alunni delle prime e seconde classi della scuola secondaria di primo grado un’incontro con lo storico Giancarlo Baruffi. Lo studioso è autore di studi approfonditi sul cenobio bobbiese e in generale sul periodo alto medievale nel territorio piacentino e dell’Oltrepò.

Gabriele Molinelli

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Il Consorzio di Bonifica incontra Annibale

annibale

Dopo due mila anni, è l’esposizione curata dal Professor Giovanni Brizzi a far rivivere la storia di Annibale, antico condottiero cartaginese che con i suoi elefanti e un esercito di 40.000 uomini fece soccombere in battaglia 15 mila soldati spingendoli verso il fiume Trebbia. “Tutti i piacentini, e non solo, dovrebbero vedere questa esposizione. E’ un’esperienza immersiva, dove la storia si interseca con l’avventura e la tecnologia. Per Annibale l’acqua fu di vitale importanza come la è ancora oggi per noi.” commenta Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica.
“Penso sia giusto soffermarci sulla storia del nostro territorio e sul valore che la risorsa genera in termini non solo ambientali e occupazionali ma soprattutto emozionali, regalandoci sensazioni che spesso diamo per scontate in una quotidianità frenetica” conclude Zermani.
La mostra di Annibale, visitabile fino al 17 marzo a Palazzo Farnese, offre la possibilità di ripercorrere le vicende del grande condottiero. Un viaggio nella storia del Mediterraneo all’epoca delle Guerre Puniche attraverso le vicende dell’uomo che osò sfidare Roma. All’interno dell’esposizione, un focus particolare è riservato all’arrivo di Annibale a Piacenza, dove una sala intera ospita il racconto della battaglia a noi più vicina.
Ad emozionare anche il film “Il fiume di Annibale” (Giacomo Gatti il regista: film che celebra l’antico mito e quello, antico e attuale insieme del nostro fiume Trebbia. Dal fuoco all’acqua con una voce narrante che fa rivivere l’atmosfera del 218 Avanti Cristo, del nostro fiume e di alcuni luoghi cari come Rivalta, Tartago, Brugnello, Zerba, Cerignale e Bobbio. Quasi a commuovere, e a far pensare al futuro, una serie di sguardi giovani e meno giovani - che sul finale del film - guardano il fiume e la vita che passa accompagnati da un sottofondo ripreso da Maddalena Scagnelli con Anna Perotti, Lucia Dal Corso e Sara Pavesi.

Pubblicato il 7 marzo 2019

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Credito alle PMI: nuovi strumenti finanziari utili

Convegno PMI tavolo

Al convegno sul credito alle Pmi che si è tenuto a Palazzo Galli (Sala Panini), promosso da Economy Group (editore dell’omonimo mensile economico) e dalla Banca di Piacenza è emerso che ci sono nuovi strumenti di accesso al credito a disposizione delle piccole e medie imprese per implementare il loro sviluppo. Strumenti finanziari che non nascono in antitesi con quelli tradizionali offerti dalle banche, ma che si combinano con essi a vantaggio delle aziende, che hanno così più possibilità di scelta. Di questo si è discusso
L’incontro - moderato dal direttore di Economy Sergio Luciano - è stato aperto da Corrado Sforza Fogliani. «Le Pmi soffrono - ha affermato il presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di via Mazzini - in quelle zone nelle quali, “grazie” alla riforma delle Popolari, si è riusciti a cancellare le banche di territorio. La nostra Banca vive di continuità diretta da 82 anni, ha sempre distribuito un dividendo, in crescita negli ultimi 8 anni. La Banca di Piacenza - prima azienda del Piacentino per numero di dipendenti, esclusi gli enti che vivono di prestazioni imposte - eroga al territorio tra i 300 e i 400 milioni di finanziamenti l’anno, oltre a 61 milioni in dividendi ai soci, fornitori ed erogazioni liberali. Fare credito alle Pmi è nel Dna delle Popolari. Come sosteneva Einaudi, la biodiversità bancaria - che il pensiero unico internazionale vuole eliminare - è un valore da preservare perché, dove ci sono, le banche di territorio difendono la concorrenza. Non è un caso che in provincia di Piacenza i tassi siano più favorevoli che altrove. Le banche di territorio crescono se il territorio cresce; quindi aiutarlo è un loro interesse. Convinto che ogni forma di credito sia benvenuta, chiudo con un auspicio, da ex presidente di Confedilizia ma anche da banchiere: far ripartire il sistema immobiliare, alleggerendo la tassazione, consentirebbe di ridare fiducia al mercato».
Anna Gervasoni, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese all’Università Cattaneo, ha illustrato le caratteristiche di un nuovo strumento di credito, il Private debt, che permette ai Fondi di finanziare le imprese acquistandone pacchetti di obbligazioni. «Dal 2014 anche in Italia - ha spiegato la prof. Gervasoni - 25 Fondi comprano debito delle imprese per dare un sostegno finanziario. Nel 2018 si è investito in Private debt 1 miliardo di euro; le regioni più attive, Lombardia ed Emilia Romagna. E’ una finanza al servizio delle imprese che non sostituisce le banche. Queste ci vogliono sempre. La conoscenza che quelle di territorio hanno delle aziende, per esempio, è molto utile: le banche possono diventare l’interfaccia tra la finanza e le imprese».
Stefano Romiti (presidente di Antares Private equity e founder di Antares AZ I, fondo di debito per le Pmi) e Daniele Zini (sales & partnership executive di October Italia) hanno illustrato le caratteristiche dei loro prodotti finanziari, mentre Federica Ambrosi, temporary export specialist supervisor di Co. Mark Spa, ha spiegato come si affianca un’impresa che vuole trovare nuovi sbocchi verso mercati esteri.
Traendo le conclusioni, il presidente Sforza Fogliani ha sottolineato la «linearità» del convegno, che ha dato la possibilità di conoscere un largo ventaglio di strumenti concreti per il credito e confermato «la complementarietà» degli strumenti finanziari di ieri e di oggi, «senza chiusure» per quelli innovativi.
La Banca di Piacenza mette a disposizione delle aziende finanziamenti (“Oltre la crisi”) a tassi agevolati finalizzati a rilanciare l’economia, favorendo programmi d’investimento, migliorando la produttività delle aziende con le nuove tecnologie e sostenendo piani di sviluppo commerciale della clientela.

Pubblicato il 6 marzo 2019

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«Estate per tutti», al via i progetti per i Centri estivi

sport

Il termine ultimo per i gestori di centri estivi che intendano aderire al progetto comunale denominato “Estate per tutti”,  è il 21 marzo; il progetto è volto a sostenere le opportunità ricreative ed educative organizzate durante le vacanze scolastiche per la fascia d'età 4-14 anni, favorendo in particolare la frequenza di minori con handicap o in condizioni di disagio socio-economico.
Possono presentare la propria adesione tutti i soggetti – quali parrocchie, associazioni sportive o cooperative sociali – che siano diponibili ad accogliere i bambini segnalati dai Servizi sociali, che abbiano nel territorio comunale sede legale o amministrativa, o disponibilità di locali idonei allo svolgimento delle attività per i minori, in conformità con la direttiva regionale n. 247 del 2018 in materia di centri estivi. L’avviso pubblico e il modello da compilare per partecipare sono disponibili sul sito www.comune.piacenza.it.

I contributi previsti saranno assegnati ai gestori alla chiusura dei centri estivi, sulla base della durata e della tipologia del servizio offerto, nonché del numero degli utenti residenti nel Comune di Piacenza che hanno frequentato la struttura.

“Il progetto costituisce, da diversi anni, un punto di riferimento per le famiglie piacentine – sottolinea l’assessore alla Formazione Jonathan Papamarenghi – e nell’estate 2018 hanno fruito di questa opportunità 248 minori segnalati dai Servizi sociali, di cui 62 con disabilità. Tutte le attività che valorizzano il tempo extrascolastico dei bambini e degli adolescenti – aggiunge l’assessore – sono da sempre luogo privilegiato di socializzazione e integrazione, oltre ad arricchire il percorso di crescita. L'Amministrazione comunale conferma pertanto il suo impegno a favore di un'iniziativa che, oltre ad avere una forte valenza educativa e formativa, riserva particolare attenzione alle famiglie che vivono situazioni di fragilità”.

Pubblicato l'8 marzo 2019

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Presentato il libro di Passerini sulle vestigia farnesiane

Vestigia Farnesiane tavolo

A Palazzo Galli è stato presentato il libro di Renato Passerini “Vestigia farnesiane. Luci e ombre della grande bellezza piacentina” (edizioni Tip.Le.Co), stampato con il contributo della Banca di Piacenza.
Nel portare il saluto dell’Istituto di credito, il presidente del Comitato esecutivo Corrado Sforza Fogliani ha definito il libro «prezioso», perché grazie alla curiosità giornalistica dell’autore «mette insieme tante notizie, anche piccole, non conosciute ai più». L’opera - ha spiegato Marco Horak, che ha coordinato i lavori - raccoglie gli articoli realizzati da Passerini per il quotidiano online Il Piacenza in occasione dell’importante convegno internazionale che si è svolto lo scorso anno a Piacenza (organizzato da Comune e Istituto Araldico Genealogico Italiano) per celebrare il 460esimo anniversario della posa della prima pietra per la costruzione di Palazzo Farnese (11 dicembre 1558). Tra questi articoli, che hanno avuto condivisioni da primato, anche una sintesi di quanto pubblicato dal quotidiano La Cronaca in occasione del convegno farnesiano promosso dalla Banca di Piacenza nel 2007, i cui temi sono stati recentemente ripresi nell’ambito delle manifestazioni collaterali all’edizione natalizia della Salita al Pordenone.
Dopo i saluti dell’Amministrazione comunale portati dal vicesindaco Elena Baio e dall’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, alcuni dei relatori del convegno di studi del 2018 hanno idealmente sfogliato le pagine del libro per riassumerne i contenuti. Lo studioso Giorgio Eremo ha raccontato alcune curiosità legate ai Farnese e al suo Palazzo (da lì provengono le colonne di granito che sorreggono la Madonna di piazza Duomo e la Lupa capitolina di barriera Roma), che nei secoli ha subito parecchie spoliazioni (citati gli splendidi camini). Il gen. Eugenio Gentile, che tanta parte ha avuto nella valorizzazione delle mura farnesiane e del castello fatto costruire da Pier Luigi, prima come direttore dell’Arsenale - al cui interno si trovano i resti del castello - e poi come presidente dell’Ente per il restauro di Palazzo Farnese, attraverso alcune fotografie ha denunciato lo stato di degrado di molte parti civiche delle mura farnesiane. Sporcizia, parcheggi selvaggi, addirittura garage di un palazzo costruiti sotto le mura stesse. «Dov’è il senso civico», si è domandato il gen. Gentile, e «dov’era la Sovrintendenza?», si è chiesto il dott. Horak riferendosi alle autorimesse.
Il conte Pier Felice degli Uberti, presidente dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano, ha avuto parole di elogio per il gran lavoro fatto da Renato Passerini, che amplificando i lavori del convegno dello scorso anno «ha fatto capire ai piacentini che Piacenza ha una storia che va onorata». Stefano Pronti ha invece raccontato lo sviluppo della città nei secoli, mostrando una carrellata di immagini tratte dal suo volume “Piacenza dall’alto” e ponendo l’attenzione sull’importanza degli insediamenti farnesiani.
Prima di passare la parola a Renato Passerini, Marco Horak ha letto un messaggio di Pierluigi Magnaschi: “Il mio grande amico Renato - ha scritto il direttore di Italia Oggi - in questa sua fatica molto ben riuscita non è venuto meno al principio che ci ispirava quando, studenti del Gioia, realizzavamo il giornale studentesco La Squola, promosso da Corrado Sforza Fogliani: non annoiare”. L’autore, concludendo i lavori, ha ringraziato gli studiosi per il prezioso contributo che hanno dato al libro, il fotografo Oreste Grana, il Polo di Mantenimento Pesante e la Banca di Piacenza per la collaborazione e ha ripreso una richiesta ricevuta da alcuni lettori: «ll dipinto del Castello farnesiano del Massari, divenuto di proprietà del Credit Agricole, è ora a Parma. L’Amministrazione comunale non potrebbe chiederne l’affido per collocarlo al Museo del Risorgimento di Palazzo Farnese o, almeno, il ritorno nella sua sede d’origine in via Poggiali?».

Pubblicato il 6 marzo 2019

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