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Notizie Varie

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Italiano, una lingua molteplice e accogliente

Incontro a Il Samaritano nell'ambito del progetto "Donna: leggere, scrivere, lavorare"

italian

"Una, nessuna, centomila? L’identità dell’italiano, una lingua molteplice e accogliente": ne parla la dottoressa Liana Tronci, docente di sociolinguistica all’Università per Stranieri di Siena, martedì 16 aprile alle ore 17 al Centro Il Samaritano della Caritas diocesana (Piacenza, via Giordani 12).

La dottoressa Tronci accompagnerà i presenti in un viaggio alla scoperta della lingua italiana e delle sue origini, molteplici e ricche di apporti che le provengono dalle diverse culture che le hanno “prestato” contributi oggi divenuti parte del vocabolario di base.
L’incontro, proposto all’interno del progetto “Donna: leggere, scrivere, lavorare”, è aperto al pubblico che potrà dialogare con le protagoniste del progetto, giovani donne multilingue, laureate, mediatrici linguistico-culturali oppure casalinghe, e con i volontari, piacentini che hanno scelto di accompagnarle nel perfezionamento della lingua.
Sarà disponibile uno spazio-bimbi che consentirà alle mamme di partecipare all’incontro in tutta libertà.
Sarà rilasciato attestato valido ai fini della formazione.

Per informazioni: mondoaperto2002 [AT] libero [DOT] it oppure contattare Rita Parenti 347.7842169.

La dottoressa Tronci grazie alla sua profonda conoscenza delle radici della lingua e della cultura italiana ha partecipato a diversi progetti internazionali, in collaborazione con
università come La Sapienza di Roma e la Sorbona di Parigi, anche su tematiche legate all’identità e alle minoranze linguistiche. È membro della Società Italiana di Glottologia (a partire dal 2006), della Philological Society (dal 2012), del Sodalizio Glottologico Milanese (dal 2013) e della Société de Linguistique de Paris (dal 2013).

Il progetto "Donna: leggere, scrivere, lavorare" è proposto da otto associazioni del territorio (ACISJF Protezione della Giovane, CdO Centro Servizi, CIF, Fabbrica e Nuvole, GUS, MCL, Sentieri nel Mondo), coordinato da Mondo Aperto APS e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna di concerto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il percorso è iniziato a novembre 2018 con la formazione di 38 volontari ai fini dell’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda ed è proseguito con il vero e proprio “Corso di lingua italiana di livello avanzato”, iniziato a febbraio 2019 nei locali di MCL Piacenza, al quale partecipano 30 donne di diverse madrelingua, tra cui arabo, cinese, serbo croato bosniaco, albanese, spagnolo, ucraino, russo, macedone, wolof, punjabi, bengalese. I volontari affiancano le docenti di italiano; al termine del corso sono previsti esami di Certificazione PLIDA (Istituto Dante Alighieri, Roma). Le mamme si avvalgono di uno spazio bimbi gestito da volontarie.
Al corso di livello avanzato si è aggiunto un corso di livello iniziale, che si tiene presso “Spaziali”, al quale partecipano 20 signore che possono usufruire di uno spazio bimbi attrezzato.
A febbraio 2019 è partito un servizio di orientamento al lavoro, presso CdO, Centro Servizi di Montale, che propone un percorso personalizzato volto a individuare le competenze delle donne in cerca di lavoro, e a supportarle nella ricerca.
La preparazione di materiali didattici facilitati è affidata a La matita parlante, che si occupa anche delle riprese audio e video a servizio del progetto.
Monitora il progetto la dottoressa Elisabetta Musi dell'Università Cattolica di Piacenza.

Pubblicato il 15 aprile 2019

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Grande serata con Piovani offerta dalla Banca di Piacenza

piovani

Pubblico delle grandi occasioni (con numerose autorità civili, militari e religiose), entusiasta e straripante in ogni ordine di posto per la serata con Nicola Piovani al Politeama offerta dalla Banca a soci e clienti. Ripetuti gli applausi per il compositore, che ha concesso - a generale richiesta - un paio di bis (tra cui la colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, che gli è valso l’Oscar nel 1999).
Lo spettacolo “La musica è pericolosa” è stato coinvolgente ed emozionante: un viaggio musicale proposto e narrato dagli strumenti - pianoforte (Nicola Piovani), contrabbasso (Marco Loddo), batteria e percussioni (Ivan Gambini), sax e clarinetto (Marina Cesari), chitarra e violoncello (Pasquale Filastò), tastiere e fisarmonica (Rossano Baldini) - con il maestro romano a scandire le stazioni spiegando al pubblico il senso dei frastagliati percorsi che lo hanno portato a fiancheggiare il lavoro di grandi registi italiani e stranieri (Fellini, Monicelli, i fratelli Taviani, Bellocchio, Benigni, Bigas Luna) e di cantanti del calibro di De Andrè.
«La musica - ha raccontato Piovani - è, come diceva sempre Fellini, pericolosa, perché ci emoziona e mette allo scoperto le nostre fragilità». La musica sarà anche pericolosa, ma quando è di qualità come quella del pianista romano, vale senz’altro la pena di correre il rischio.
A tutti i partecipanti, la Banca ha fatto consegna di un depliant ricordo dell’evento, con una partecipata nota di Maria Giovanna Forlani sulla musica di Piovani ed i sentimenti che trasmette.
Nel saluto introduttivo, Robert Gionelli ha ricordato che la serata al Politeama «è uno dei tanti eventi che la Banca offre a soci e clienti».

Pubblicato il 12 aprile 2019

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Giacalone: «Se non siamo più un Paese normale è solo colpa nostra»

Boselli Giacalone

 «Può essere normale un Paese dove non si fanno più figli e nel passeggino si portano i cani e che spende 2 miliardi di euro per gli animali domestici a fronte degli 835 milioni utilizzati per sfamare e vestire i bebè?». La risposta di Davide Giacalone, ospite della Banca di Piacenza a Palazzo Galli per la presentazione del suo libro “Arrivano i barbari” (Rubbettino editore), è netta: «No».
Sala Panini ha tributato all’illustre ospite - presentato dal vicedirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini, Pietro Boselli - un lunghissimo applauso finale, segno dell’apprezzamento del numeroso pubblico intervenuto per l’efficacia e la chiarezza dell’analisi - a tratti impietosa - della situazione socio-economica italiana, fatta dal giornalista e scrittore. Il quale è partito mostrando la prima pagina del Financial Times, che ci dedica un titolo come “Malato d’Europa”: siamo, infatti, l’unico Paese dell’area euro che è riuscito a perdere; gli altri - chi più, chi meno - sono cresciuti. «Com’è possibile - si è domandato Giacalone - che la seconda potenza industriale europea e uno dei cinque Paesi al mondo ad avere la Bilancia commerciale in attivo, non abbia ancora recuperato la posizione, rispetto al Pil, che aveva nel 2008, prima della crisi?». Sulla risposta da dare «è bene che ci siano opinioni diverse, ma sui dati e sulla realtà dei fatti non dobbiamo prenderci in giro».
Davide Giacalone ha quindi fatto un salto indietro nel tempo, al secondo dopoguerra, quando il debito pubblico era altissimo, ma fu repentinamente abbattuto («Governatore della Banca d’Italia era un certo Luigi Einaudi, diventato poi Presidente della Repubblica»). Tra il 1950 e il 1970 l’Italia conobbe il boom economico, diventando una potenza industriale: il debito pubblico era il 35 per cento del Pil, oggi siamo al 132 per cento. «In quei vent’anni - ha sostenuto il relatore - la lira non fu mai svalutata. Quindi non è vero, come tutti dicono, che senza deficit e senza elasticità della moneta non si può crescere. La formula magica per ottenere i risultati del boom economico era semplice: la mattina ci si alzava e si andava a lavorare. Oggi gli occupati non raggiungono il 59 per cento della popolazione attiva. L’Ue ha posto l’obiettivo di arrivare al 70 per cento entro il 2020, soglia che la Germania ha già superato. Invece di guardare agli anni Sessanta, quando lo spread era negativo, ci preoccupiamo di come andare in pensione prima e di dare un reddito a chi non lavora. Dimenticando che se consumi ciò che non produci, generi debito».
Perché l’Italia rallenta? A parere di Giacalone c’è un problema di Istruzione (abbiamo la più bassa percentuale di laureati nei giovani tra i 25 e i 34 anni, con il risultato che un posto di lavoro su 4 non viene occupato perché non si trova chi lo sappia fare); c’è poi un problema di Giustizia («inutile mettere regole se non si è in grado di farle rispettare; l’Italia è insieme la culla e la tomba del diritto»). Ma c’è soprattutto un problema di imbarbarimento della società (ecco il tema del libro), che è la conseguenza dei dati negativi della nostra economia. «Siamo sempre pronti a dare la colpa ai politici, alle classe dirigente, ai giornali - ha sottolineato l’oratore - ma la responsabilità è in capo a noi stessi, come persone ancor prima che come cittadini, perché i barbari siamo noi: lo siamo quando ce la prendiamo con i professori per un brutto voto dei nostri figli, invece di punirli perché non hanno fatto il loro dovere. C’è un sovvertimento totale della logica, di cui siamo responsabili. Siamo rincitrulliti nell’educazione dei figli, perché ci siamo convinti che dalla vita possa essere cancellato il dolore. Negli anni ‘50-’70 il sacrificio era una cosa bella; oggi metà Paese è convinto che si abbia il diritto di stare bene. Si cancellano i doveri e si chiede il reddito di cittadinanza. Ai ragazzini non possiamo dire più nulla, abbiamo corrotto anche le favole, e presto non avremo più bambini a cui raccontarle. Eravamo i più prolifici d’Europa; oggi siamo ultimi in classifica. Le giustificazioni che abitualmente si danno della bassa natalità sono scuse: forse nel 1944 si stava meglio e c’era certezza del futuro?».
Non è dunque una questione di soldi. «C’è una fuga dalle responsabilità - ha concluso Giacalone -, un sentimento che crea i numeri che abbiamo visto. La colpa è essenzialmente nostra, che ci comportiamo da consumatori irresponsabili. Gli italiani che competono vincono, ma noi ci occupiamo solo dei protetti e dei mantenuti. Attenzione, però: quelli che producono magari si stufano e se ne vanno dall’Italia».

Pubblicato il 10 aprile 2019

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Sulle note del Jazz anche la De Amicis dice sì al Pedibus, 150 i bambini presenti

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“La risposta entusiasta di bambini, genitori e insegnanti non sembra lasciare spazio a dubbi: inizia ufficialmente, dopo la sperimentazione odierna con la festa del Pedibus Jazz, l’iter per avviare anche alla primaria De Amicis, dal prossimo anno scolastico, il servizio Pedibus”.
Così l’assessore a Mobilità e Ambiente Paolo Mancioppi commenta la presenza dei circa 150 alunni che, partendo dal parco della Baia del Re, questa mattina hanno aderito all’invito del Ceas Infoambiente comunale, percorrendo insieme alle famiglie e a numerose maestre il tragitto quasi interamente pedonale sino all’ingresso di via Inzani, accompagnati dalle note di Gianni Azzali al sax tenore, Alberto Venturini al sax baritono, Luca Mezzadri alle percussioni, Gianni Satta alla tromba e Stefano Caniato al trombone.

“Il percorso interno al quartiere della Baia del Re si presta molto bene a garantire un itinerario in sicurezza per gli alunni della De Amicis – spiega l’assessore Mancioppi – che possono contare anche sull’attraversamento pedonale assisitito in via Farnesiana e sull’accesso a via Inzani, negli orari di entrata e uscita da scuola, protetto dalle transenne e chiuso al traffico. Inoltre, la presenza di ampi parcheggi limitrofi al parco della Baia del Re consentirebbe, anche ai genitori che per ragioni organizzative o di lavoro non possono rinunciare all’auto, di lasciare i bambini alla fermata del Pedibus, limitando così il traffico nelle immediate adiacenze della scuola”.
Due i punti di partenza sperimentati questa mattina – uno all’ingresso del viale pedonale da via Beati, l’altro dal parco giochi adiacente al nido Girotondo – confluiti nella piazzetta antistante la palazzina che attualmente è sede di diverse associazioni. “Contestualmente all’avvio della progettazione della linea – conclude l’assessore Mancioppi – il Ceas Infoambiente lancerà a breve il concorso di disegno dedicato agli alunni per la creazione del logo Pedibus De Amicis, che sarà poi riprodotto sui cartelli delle fermate, nonché sulle pettorine di bambini e accompagnatori. Oggi, visti i tanti disegni e cartelloni preparati, abbiamo avuto un’anticipazione della creatività dei bambini a servizio dell’ambiente: anche per questa sensibilità ringrazio la dirigente Simona Favari e tutti gli insegnanti”.

Pubblicato l'11 aprile 2019

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Appuntamento con la rassegna teatrale KM0 al Teatro Trieste

teatro tieste

Proseguono gli appuntamento della quinta edizione della rassegna teatrale/artistica KM 0, destinata alle compagnie teatrali a chilometro zero, vale a dire attive nel nostro territorio e nei dintorni. E sono davvero tantissime le adesioni (nella passata edizione del 2018 erano stati 9 i titoli in cartellone, invece quest’anno sono diventati ben 15).
Al Teatro Trieste 34 (via Trieste 34, Piacenza) dal 5 aprile al 7 giugno, con inizio spettacoli alle ore 21.
La rassegna, sotto la direzione artistica di Filippo Arcelloni, è un progetto di PKD (Piacenza Kultur Dom) nato per creare uno scambio e un confronto fra diverse esperienze artistiche alla presenza del pubblico. Un’occasione davvero unica, per le tante compagnie e per gli artisti, di avere la possibilità di esibirsi in un contesto teatrale.
Gli spettacoli in programma sono espressione di stili e ricerche artistiche molto diverse fra loro perché, come ci ricorda Filippo Arcelloni, “appositamente non abbiamo voluto fornire un tema o un motivo conduttore affinché lo specifico lavoro artistico di ogni compagnia potesse essere il vero protagonista”.
Un cartellone ricco, oltre il concetto stesso di teatro amatoriale, nutrito di grande professionalità, ricerca, passione, sperimentazioni, contaminazioni ed esplorazioni in ambiti e linguaggi differenti.
Si tratterà inoltre di una vera e propria compartecipazione, da parte delle compagnie, con lo stesso Teatro Trieste 34 che ospita l’iniziativa. Alle compagnie verrà concessa infatti la gratuità dello spazio, l’assistenza tecnica (luci/audio) e il sostegno nella promozione degli spettacoli. L’incasso, (costo del biglietto 10 euro), verrà suddiviso fra ospiti e ospitanti. 

I prossimi appuntamenti

Venerdì 26 aprile ore 21.00

Guido Briocchi e Raffaella Destefano

“Il Sogno, la Vita, il Viaggio”

storyteller Guido Briocchi

chitarra acustica e voce Raffaella Destefano

sound designer Jacky Cella

chitarra elettrica Gaetano Maiorano

sassofono Gianluca Zanello

tecnico audio Stefano Spina

visual art Giulia Bonaldi

Questa storia racconta il progetto Ride the Change, un viaggio di 9.000 km su uno scooter 125 realizzato da Guido Briocchi, formatore aziendale e motivatore. Da Buenos Aires a Quito attraverso la Panamericana, in un susseguirsi di sfide e paure, fino alla scoperta di nuove possibilità. All’interno di un coinvolgente storytelling con le immagini e i video realizzati da Guido durante il suo viaggio, si intrecciano le musiche originali della cantautrice Raffaella Destefano. Le canzoni suonate dal vivo durante lo spettacolo, fanno parte del suo ultimo disco Un atlante di me. Scritte appositamente per il viaggio, creano momenti di grande atmosfera sonora ed emotiva. Il sogno, la vita, il viaggio: Una storia ricca, un manuale di istruzioni fai da te per imparare a rendere reali i nostri sogni, partendo dalla nostra quotidianità.

Sabato 27 aprile ore 21.00

Andrea Buffa

“Volevo scrivere una canzone ma c’era la guerra”

Partendo da una vicenda autobiografica, Andrea Buffa, attore e autore, riprende uno dei temi a lui più cari: quello sempre drammaticamente attuale della guerra.

"Volevo scrivere una canzone ma c'era la guerra" guarda, raccontando tre vicende reali, alla tragicità della guerra e alla questione non facile della responsabilità.

Lo spettacolo, che pure ha tre momenti fondamentali, scorre senza soluzione di continuità, punteggiato da alcune canzoni interpretate dallo stesso Buffa che, in questa occasione, mette in campo anche la sua esperienza di cantautore.

Uno spettacolo "veloce", senza spazio per la retorica, che costringe inesorabilmente a guardare nella direzione di una delle attività ancora preferite tra gli uomini: quella di ammazzarsi a vicenda.

Parole e musica intrecciate a ciò che ci fa tutti vicini: l’Umanità.

“Tocc e Buccon in Dialëtt”

Un salto nei ricordi, grazie ai monologhi e alle poesie dialettali di Valente Faustini

Parte dell’incasso sarà devoluto a La casa di Iris

Pubblicato il 10 aprile 2019

 

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