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Notizie Varie

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Come intercettare il turismo internazionale con una cultura locale

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Destinazione Turistica Emilia si è fin dalla propria nascita impegnata a elaborare azioni di sviluppo e comunicazione dell’offerta incentrata principalmente su food, natura e cultura, condividendo con i Comuni soci, gli operatori turistici aderenti e le associazioni di categoria la necessità di creare Reti di Prodotto in grado di intercettare la richiesta di un pubblico che oggi mostra numeri da record.
«Noi costruiamo l’offerta in base alla domanda – ha spiegato la Presidente di Destinazione Turistica Emilia, Natalia Maramotti, nel corso della presentazione a Piacenza della Rete “Emilia Cultura e Castelli Experience”, avvenuta martedì 16 luglio nella Sala Consiglio della sede della Provincia, davanti a una platea di circa 70 persone composta da operatori e sindaci del territorio – Piacenza, con numeri onestamente impensabili fino a pochi anni fa, è parte integrante e fondamentale di una meta espansa che può vantare 50 castelli, 50 teatri, 147 musei, 9 borghi e un’infinità di eventi. Ora è però necessario dare un senso a tutto questo peso culturale. Da qui, dopo quella dedicata a Food & Wine, il ragionamento che oggi ci porta a presentare la Rete “Cultura e Castelli Experience”».
Creata con lo scopo di mettere a sistema l’offerta culturale di borghi, città d’arte, castelli, rocche, teatri, fondazioni e altre strutture del settore nei territori emiliani – come specifica il Direttore di Destinazione Turistica Emilia, Pierangelo Romersi - la Rete “Emilia Cultura e Castelli Experience” struttura una proposta integrata con le attrattive e con i servizi complementari, come ricettività, trasporti, servizi informativi.
Patrizia Barbieri e Jonathan Papamarenghi, rispettivamente sindaca e Assessore al Turismo, Cultura, Scuola e Progettazione europea del Comune di Piacenza, hanno espresso entrambi grande soddisfazione per i risultati raggiunti da DTE, una scommessa dagli esiti non scontati che oggi dà concretezza a una sinergia che, pur nelle specificità, consente di essere competitivi a livello internazionale, proprio grazie all’ottima collaborazione tra i territori.
A tal proposito, il compito di Destinazione turistica Emilia sarà quello di aiutare i gestori di castelli, teatri, musei, operatori della ristorazione e ricettività e tutti i soggetti aderenti a essere visibili sul mercato e a differenziarsi per qualità e unicità del servizio.
«La cabina di regia – commenta il coordinatore dell’ente, Stefano Cantoni – è importante per garantire l’efficace organizzazione di una squadra tanto composita. I dati sono positivi: andando avanti, ci accorgiamo sempre più di quanto abbiamo da dire nel campo del turismo. Un ringraziamento per l’attenzione a questo lavoro va alle imprese e alle associazioni».
L’adesione alla Rete è gratuita e possibile fino a settembre 2019 – quando diventerà operativa e sarà presente sul portale visitemilia.com - ma è necessario possedere alcuni requisiti (per info:
retituristiche [AT] visitemilia [DOT] com). Dopo Parma e Piacenza, la Rete “Emilia Cultura e Castelli Experience” verrà prossimamente presentata anche a Reggio Emilia.

Per info:Destinazione Turistica Emilia – Iat di Piacenza.

Tel. 0523 492001. E-mail: iat [AT] comune [DOT] piacenza.i

Pubblicato il 18 luglio 2019

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Una raccolta di documenti sui restauri del Duomo tra il 1894 e il 1902

duomo

Un altro acquisto di documenti storici deciso dalla Banca locale per arricchire Piacenza di nuovi elementi di studio, utili alla valorizzazione di quanto merita di essere valorizzato: si tratta di una ricca documentazione - acquisita da un collezionista privato - relativa al restauro della nostra Cattedrale, compiuto tra il 1894 e il 1902. Attraverso lettere, telegrammi, fatture, diari di lavoro, schizzi, disegni, bozzetti, promemoria è possibile ricostruire l’andamento dei lavori direttamente dai protagonisti di quell’intervento di recupero: il professore di architettura e ornato Camillo Guidotti (direttore dei lavori), l’ingegner Ettore Martini (incaricato della direzione dei lavori interni al Duomo) e l’avvocato Guerra Carolippo (presidente della Commissione amministrativa dei restauri).
Tra il materiale acquistato dalla Banca di Piacenza, di particolare significato alcune immagini fotografiche che testimoniano il “prima” e il “dopo” restauri: come quella risalente al XIX secolo, nella quale sono visibili gli affreschi realizzati dal bolognese Marcantonio Franceschini, tra il 1688 e il 1689, sui pennacchi e al centro della volta; e quella dell’interno del tempio post restauro, dove sotto la cupola sono visibili le finestre trifore, i pennacchi e lo spazio al loro interno ove, prima del distacco, si trovavano gli affreschi del Franceschini.
Spulciando tra le carte ci si imbatte in altre curiosità. Il 10 ottobre 1899, per esempio, l’ing. Martini avvisa l’ingegnere capo dell’arrivo di due vagoni di mattoni alla stazione di Piacenza per la Fabbrica del Duomo, mattoni “attesi come il Messia, perché i muratori sono senza”.
Dalla documentazione risulta anche che veniva ritenuta importante una scoperta artistica fatta durante i restauri del Duomo. Ecco quanto si legge in un ritaglio di giornale a firma “Un curioso”: “L’ing. Martini potè stabilire che nelle due pareti della nave maggiore della traversa, in prossimità delle due grandi absidi, e nelle altre pareti ad esse normali, esistevano una volta otto magnifici matronei; quattro dalla parte della Madonna del Popolo e quattro della testata opposta. Una volta ripristinati questi matronei, il nostro massimo tempio acquisterà sempre maggiore bellezza, maggior grazia e sempre più sarà avvicinato alla sua forma e struttura originale…”. Da segnalare, infine, un interessante documento del 1898: le memorie dell’ing Ettore Martini sul colloquio avuto con monsignor Scalabrini per il restauro di San Sepolcro e del Duomo.
Questo, per l’Istituto di via Mazzini, è solo l’ultimo salvataggio, in ordine di tempo, di patrimonio storico-culturale piacentino. Lo scorso anno la Banca di Piacenza ha realizzato la Salita al Pordenone grazie al recupero di un antico camminamento manutentivo trasformato in un percorso facilmente agibile. Contemporaneamente alla Salita, nella Sala del Duca in Santa Maria di Campagna sono stati esposti due Panini recuperati dalla Banca dall’estero, dov’erano da 300 anni. Sempre del Panini, ritrovati due disegni nell’archivio di Santa Maria di Campagna: uno raffigurante la stessa Basilica, l’altro la chiesa delle Benedettine. L’Istituto ha poi collaborato al recupero del carteggio di Verdi e acquisito il carteggio Illica-Tebaldini (lettere inedite di Luigi Illica indirizzate a corrispondenti quali Giulio e Tito II Ricordi, Pietro Mascagni e Giovanni Tebaldini, musicista e musicologo). La Banca ha in seguito ulteriormente arricchito il Fondo Illica con l’acquisto, da un collezionista privato, di 105 cartoline postali indirizzate al librettista vissuto a Castellarquato. Una raccolta perfettamente conservata, con cartoline spedite anche dall’estero. E oggi, questa “banca dei recuperi”, aggiunge un altro tassello all’opera di riemersione di patrimoni documentali destinati, altrimenti, a restare chiusi in soffitta.

Pubblicato il 18 luglio 2019

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Continuano le visite guidate alla diga del Molato

molato

Continuano le visite guidate agli impianti del Consorzio e la diga del Molato rimane la meta preferita di piacentini e lombardi. L’ultimo gruppo in visita è stato il BMW club Motorrad Club di Como e Varese. “Il nostro BMW club è nato nel 2017 da un gruppo di amici. In comune la voglia di condividere e di far condividere la grande passione per la moto. Complessivamente contiamo un centinaio di iscritti. Ogni anno organizziamo escursioni e gite che uniscano i bei paesaggi al divertimento” esordisce Gianni Cagnetta, consigliere del club.
“La scelta del percorso che ha coinvolto la diga del Molato è nata alla fine dello scorso anno.
Nessuno di noi aveva mai visto una diga nella sua parte interna. E’ stata un’esperienza interessante e resa molto piacevole da Andrea Terret e Maurizio Castagnola (tecnico e guardiano dell’impianto) che ci hanno accompagnato fino al piede della diga spiegandoci storia, funzioni, elementi costruttivi e curiosità” continua Cagnetta.
“Come Ente siamo lieti e sempre disponibili ad accompagnare chi ne fa richiesta” commenta Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

Pubblicato il 17 luglio 2019

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«Il Grest: un'esperienza che sento il bisogno di ripetere ogni anno»

cirella

Il compito dell’educatore al Grest in oratorio non è da sottovalutare: si tratta di una profonda responsabilità individuale e personale, una scelta che richiede il coraggio di diventare il punto di riferimento per molti bambini.
Alessandro Cirella, dell’Oratorio San Filippo Neri di Castel San Giovanni, ci parla del motivo di questa decisione: “Sono educatore da 5 anni, dopo aver partecipato al Grest come ragazzo per qualche anno. Ho voluto provare quest’esperienza per mettermi a disposizione di qualcun altro, per educare chi è più piccolo di me secondo uno stile di vita che ritengo giusto e tentare di farlo crescere secondo una morale corretta".
La responsabilità educativa di ogni giovane che si mette in cammino lungo questa strada è grande, enorme: non si smette mai di essere educatori. Ogni atto, ogni gesto che un ragazzo compie – anche al di fuori dell’ambiente dell’oratorio – ogni parola che dice può diventare modello e ispirazione per chi è più piccolo di lui. Come quando si irriga un giardino o un fiore, bisogna trovare sempre una via di mezzo: poca acqua fa morire una pianta, ma anche troppa è dannosa, la fa affogare. È necessario quindi cercare sempre un delicato equilibrio, “per provare a tracciare una via nel percorso della vita dei ragazzi che ci sono affidati, per farli diventare persone buone. È un desiderio ambizioso, ma il nostro compito è provarci sempre. Se ripenso a questa esperienza, vedo come essa mi abbia cambiato facendomi maturare, rendendomi più consapevole di ciò che circonda me e tutti noi, qui in terra e più in alto, sopra le nostre teste. Inoltre, mi ha permesso di intraprendere nuove relazioni, anche davvero importanti".
Molti legami hanno infatti posto radici nell’ambiente del Grest, per poi ramificarsi e rafforzarsi all’esterno: “Ho conosciuto tante belle persone con cui ho condiviso moltissime esperienze, che poi si sono estese anche al di fuori del Grest. Si tratta di un’esperienza che sento il bisogno di ripetere ogni estate. Spesso d’inverno, quando la pigrizia e la noia si fanno sentire, il desiderio di tornare al Grest riappare come una fiammella a scaldare il cuore. Non solo per il ricordo della felicità dei bambini, ma anche per l’importanza di quello che noi educatori facciamo. Sono molto contento di questo percorso: lo affronto con impegno e fatica, do sempre il massimo per tentare di migliorarmi in ogni minimo aspetto".

Paolo Prazzoli

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Pubblicato il 17 luglio 2019

In vacanza a Resy con l'Ufficio Scuola

resy

Quattordici studenti di istituti superiori della città hanno condiviso alcuni giorni nell’incantevole scenario della Val d’Ayas, accompagnati dai docenti Lamberto Breccia e Claudio Ferrari, che insieme a Virgilio Solenghi, Francesco Luppi e Michele Parisi hanno predisposto il percorso formativo della settimana.  La casa di Resy, dove l’Azione Cattolica da più di 40 anni propone vacanze e campiscuola per ragazzi, giovani, famiglie, ha accolto la prima vacanza comunitaria proposta dall’Ufficio Scuola diocesano.
Di seguito la testimonianza di Alessandro.

Come spesso accade prima di andare in vacanza o prendere una pausa dalla vita quotidiana a cui ci siamo abituati, pensi sempre a quali esperienze vivrai una volta giunto a destinazione. Ecco, io dalle foto che mi erano state girate e (lo ammetto) una sbirciatina su Google, mi aspettavo una gran bella vista in mezzo ai monti, delle lunghe e faticose passeggiate, magari qualche temporalino qua e là data l’imprevedibilità del tempo lassù e una divertente settimana con amici e coetanei. Tutto ciò è stato soddisfatto appieno e non potrò ringraziare mai abbastanza tutte le persone che hanno reso quel breve periodo così speciale: concretamente credo che sia una vacanza adatta a tutti purché ognuno sia disposto a rinunciare a qualche piccola comodità. Saper vivere in comunità è qualcosa che molte persone sanno già fare ed altre acquisiscono in breve tempo, ma è fondamentale se dividerai per sette giorni una piccola camera con tre o quattro persone e mangerai con una ventina.
Parlando della struttura è un rifugio di montagna e quindi come ho detto prima non bisogna aspettarci tutte le comodità a portata di mano, ma i bagni (ristrutturati da poco) sono veramente funzionali e comodi. Il cibo è ottimo e non temete di rimanere senza bis perché non succederà e poi come si fa a non pulire la pentola con la scarpetta se cucina una cuoca piacentina come Lucia? Impossibile.
Ogni giorno (tranne quelli di riposo) avevamo una destinazione differente in posti che non scorderò mai per bellezza e pace, raggiungibili talvolta con poco sforzo ed altre con lunghe camminate. Siate pronti a camminare e a faticare perché quando sarai in vetta con una vista spettacolare e penserai di aver fatto tutto con le tue forze, beh questo ti regalerà un orgoglio infinito. Come diceva l’ammiraglio statunitense William McRaven <<Rifai il letto, perché così avrai portato a termine un obbiettivo che seppur piccolo ti regalerà orgoglio e la voglia di portare a termine compiti più grandi. Rifarsi il letto dimostra anche a noi stessi che le piccole cose della vita contano e se non si è in grado di fare bene quelle piccole, non potrai mai fare bene quelle grandi; inoltre se hai avuto una giornata miserabile, tornerai a casa e dormirai in un letto fatto, che tu hai fatto e questo ti incoraggerà che domani sarà un giorno migliore>>.
Ho visto ragazzi che hanno faticato durante quella settimana, ma che hanno sempre raggiunto la vetta come tutti gli altri e io invidio veramente la forza di volontà che ci hanno sempre messo perché sono riusciti a dimostrare a se stessi ed agli altri il loro vero valore nonostante le difficoltà a cui dovevano tener testa.
Durante la settimana, abbiamo affrontato alcuni momenti di riflessione personale su vari temi più o meno complessi, che richiedevano concentrazione e silenzio. Per questo la maggior parte delle volte li facevamo in luoghi abbastanza lontani dal rifugio, oppure durante un’escursione anche per riposare un po’.
Prima di partire devo dire che ero abbastanza critico riguardo la gioventù del presente, nonostante io ne faccia totalmente parte, perché ritenevo che molti ragazzi si presentino a noi con una maschera e una corazza che non riesci a penetrare, non riuscendo a decifrare di conseguenza le emozioni che provano in un determinato momento o i pensieri che passano loro per la testa. Grazie a questi momenti di condivisione dei pensieri e apertura verso gli altri però, mi sono dovuto ricredere, riuscendo a stabilire rapporti di profonda amicizia anche con persone che ho visto per poco tempo. Devo molto ai miei compagni di viaggio, in loro ho trovato delle persone sincere pronte ad aiutare chiunque ed in qualunque occasione, disponibili per un confronto o per lo scambio di idee e soprattutto capaci di ascoltare, insomma delle persone vere.
Resy è un luogo di amicizia e condivisione e per quelli che vorranno intraprendere come me questa avventura l’unico consiglio che sento di darvi è di essere spontanei e di vivere, almeno per una settimana, mostrando chi siete veramente ed esternare le vostre idee senza paura perché solo in questo modo vivrete appieno quel luogo e conoscerete davvero le persone che vi stanno attorno sentendo di essere maturati interiormente.

Alessandro

 Pubblicato il 17 luglio 2019

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