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Notizie Varie

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Turismo, per riqualificare le strutture ricettive c’è un bando

turismo

Per promuovere e favorire l'insediamento e lo sviluppo delle attività ricettive e turistico-ricreative dell'Emilia-Romagna, la Regione - con la delibera di Giunta regionale n. 921 del 5 giugno 2019 - ha approvato un nuovo bando che prevede contributi a fondo perduto per interventi di riqualificazione, ristrutturazione, ammodernamento e rinnovo delle attrezzature. La prima finestra – informa la Provincia di Piacenza - per la presentazione delle domande si è chiusa il 13 agosto, ma se ne aprirà una seconda in ottobre.
Possono presentare la domanda di finanziamento le strutture ricettive alberghiere e le strutture ricettive all’aria aperta, gli stabilimenti e le strutture balneari. Tra le spese ammissibili, che devono essere pertinenti e funzionali all’esercizio dell’attività, figurano quelle per opere edili, murarie e impiantistiche; per l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti opzionali, finiture e arredi; per l’acquisto di dotazioni informatiche, hardware, software e relative licenze d’uso, servizi di cloud computing, per la realizzazione di siti per l’e-commerce; spese per l’acquisto o allestimento di mezzi di trasporto per i quali la normativa vigente non richieda l’obbligo di targa ai fini della circolazione; spese per l’acquisizione di servizi di consulenza strettamente connessi alla realizzazione dei progetti, comprese le spese relative alle attività di progettazione, direzione lavori e collaudi, e/o necessari per la presentazione delle domande.
La domanda di contributo dovrà essere compilata e inviata alla Regione esclusivamente per via telematica, tramite l’applicazione web Sfinge 2020.
Le domande di contributo dovranno essere presentate all’interno delle finestre e delle seguenti scadenze. 1° Finestra: dalle ore 10 del giorno 17 luglio 2019 alle ore 13 del giorno 13 agosto 2019 (la finestra sarà chiusa al raggiungimento delle 60 domande presentate); 2° Finestra: dalle ore 10 del giorno 15 ottobre 2019 alle ore 13 del giorno 3 dicembre 2019 (la finestra sarà chiusa al raggiungimento delle 150 domande presentate).

Pubblicato il 16 agosto 2019

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Un libro per l'estate: «Giuseppe e Maria. La nostra storia d'amore»

libro GiuseppeMaria"Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore" di Andrea Mardegan è una singolare narrazione della vicenda di amore vissuta da Giuseppe e Maria.
Il testo ripercorre, come un copione teatrale, la storia dei genitori di Gesù, raccontata in prima persona dai protagonisti.
L’autore confessa che entrando in questa dinamica di narrazione si è “ritrovato a scoprire gli ostacoli che i genitori di Gesù devono aver affrontato nella loro vita e la tenerezza con cui hanno cercato di superarli”.
Da qui il titolo suggestivo “Giuseppe e Maria, la nostra storia d’amore”, in cui i protagonisti si raccontano evidenziando, nel loro vissuto, tutte le aspettative, le ansie, le inquietudini, le difficoltà, le speranza, le gioie e l’amore che hanno caratterizzato la loro esperienza di coppia.
Ne emerge una unione tutta particolare, una comunanza d’amore, che illumina la vita degli sposi di ogni tempo.

La storia di Giuseppe e Maria è speciale perché l'Amore divino l'ha permeata completamente in ogni momento.
Il libro si sviluppa dai momenti che precedono l'annunciazione agli annunci degli angeli, alla nascita di Gesù e così via, seguendo la traccia dei Vangeli dell'infanzia, fino alla morte di Giuseppe.

La parte finale è dedicata a Maria che si sofferma nel ricordo, nella testimonianza e nell’esempio di Giuseppe che sono entrati nella vita di Gesù.

Mardegan ha preso spunto e ha ritenuto importante avere come base biblica i Vangeli dell’Infanzia, dai quali è riuscito a far risaltare una forma realistica della famiglia di Nazareth.
In questo modo l’autore è riuscito ad evidenziare gli aspetti interiori e psicologici di Giuseppe e Maria che, nel racconto, appaiono molto vicino alle famiglie di oggi.
Quindi il libro risulta, nel complesso, una specie di cammino significativo per ogni famiglia che si può rispecchiare nelle difficoltà e nelle gioie di Giuseppe e Maria.

Anna Maria Trevisan, artista, pittrice, famosa per le sue opere che abbelliscono numerose chiese italiane, è l’artefice degli splendidi acquerelli che accompagnano la lettura del libro.

Andrea Mardegan, "Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore"
Paoline 2019 - euro 17, pp.183

Pubblicato il 16 agosto 2019

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L’agricoltura 4.0

In Emilia-Romagna spiccano zootecnia ed orticolo

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In Emilia Romagna i laureati che operano in campo agricolo puntando all’innovazione rappresentano il 50%, mentre gli imprenditori 4.0 con laurea ad indirizzo agrario sono l’80%.
È il dato che emerge da uno studio sul rapporto tra agricoltura e nuove tecnologie condotto su un campione di 903 aziende tra Lombardia (71), Emilia Romagna (104), Piemonte (141) e Veneto (89) dall'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.
La ricerca evidenzia che “non sembra che l’età possa essere rilevante al fine di determinare l’adozione o meno di tecnologie di agricoltura 4.0”. Pesa di più piuttosto il titolo di studio dell’imprenditore: “Sembra che un titolo di studio a indirizzo agrario – rilevano i ricercatori – sia associato a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0”. In Emilia Romagna però le nuove tecnologie applicate all’agricoltura paiono riguardare, in base all’analisi del campione, solo le realtà di dimensioni maggiori, mentre in Lombardia la scelta è spalmata indifferentemente su tutte le aziende.
Quanto ai settori, Il cerealicolo è il comparto con le più alte percentuali di aziende che abbracciano l’agricoltura 4.0: 73% in Lombardia, 72% in Piemonte, 67% in Emilia Romagna, 65% in Veneto. In Emilia Romagna spicca la zootecnia (75) e l’orticolo (80%).

Pubblicato il 14 agosto 2019.

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Il dipinto di San Paolo nella chiesa di Ziano

zianoQuadroSe passate da Ziano, prendetevi un momento per visitarne la chiesa e per ammirare il grande e antico quadro del patrono San Paolo, che un recente restauro conservativo ha riportato al pieno splendore dei colori e all’originale, suggestiva luminosità della composizione.
La chiesa ospita anche un antico organo, anch’esso degno di attenzione.

Durante il recente restauro è stato finalmente possibile attribuire con certezza il dipinto all’artista parmigiano Vincenzo Bertolotti, nato nel 1804.
Vale la pena riflettere sulla sfida affrontata dall’artista nel 1843, data d’inizio dell’opera, quando, fronteggiato dalla vasta tela ancora immacolata, il pittore ha dovuto costruire l’immagine a partire da quella che, negli Atti degli Apostoli, è una striminzita descrizione di una cinquantina di righe.
L’artista ha dovuto mettere tanta della sua creatività per trasformare in immagine i pochi punti fermi dati dalle scritture: accadde attorno a mezzogiorno, sulla strada per Damasco, quando una grande luce investì Paolo e la voce del Cristo risuonò nelle sue orecchie.
La folgorazione è resa attraverso la posa di Paolo, la sua espressione di profonda meraviglia e il sofisticato uso della luce.

Il dipinto è stato restaurato nel 2016.
Alla presentazione dell’opera il restauratore Giuseppe De Paolis era intervenuto per spiegare come il restauro sia consistito principalmente nella rimozione della spessa patina opaca formatasi in oltre un secolo di esposizione.
“Ritrovati i veri colori dell’opera, la tela è stata riportata alla giusta tensione sul telaio e il medesimo, insieme alla cornice, sono stati trattati contro l’aggressione di tarli, particolarmente dannosi per quelle parti, realizzate in legno dolce di pioppo.

Gabriele Molinelli

Pubblicato il 15 agosto 2019

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Cisl: «Solo il 13% dei lavoratori piacentini riceve un premio di produttività»

produzione

“Neppure un lavoratore su cinque riceve il premio di produttività per un importo medio di 1130 euro. È un dato ancora insufficiente specialmente per il numero dei lavoratori coinvolti. Quando la contrattazione di secondo livello viene definita l’importo è sicuramente interessante per i lavoratori e in linea con gli importi degli altri territori”. Questa è la sintesi di Marina Molinari, segretario generale della Cisl di Parma e Piacenza, in occasione della presentazione del dossier sulle dichiarazioni dei redditi dello scorso anno, con un particolare focus sul salario di produttività. La fonte è il data base Caf Cisl che è partito dalle dichiarazione dei redditi dei piacentini che si sono rivolti al centro di assistenza fiscale del sindacato, è possibile ricavare dati interessanti per la nostra provincia: quanti lavoratori dipendenti, beneficiari di reddito da lavoro dipendente, sono anche beneficiari di premio di risultato (salario integrativo a tassazione agevolata, al 10%). Il 13% dei lavoratori dipendenti a Piacenza usufruisce di salario integrativo aziendale. Il cosiddetto salario di produttività o premio di produttività è un importo annuale contrattato tra sindacati e imprese, che tiene conto dell’andamento dell’azienda, previsto dai contratti integrativi. Fu inserito nel famoso accordo del 1993 tra sindacati, governo e imprese, ma ha incontrato difficoltà applicative perché nelle aziende piccole si fatica a fare contrattazione e perché gli incentivi fiscali-contributivi non sono adeguati.
“In Emilia Romagna la provincia di Piacenza ha copertura intermedia di contrattazione integrativa, rispetto alle altre province della regione, con premio a favore del 13,34% dei dipendenti – illustra Molinari – tra Ravenna (24,17%) e Rimini (10,3%), la media regionale si attesta a 17,5%”. “A Piacenza non potendo fare contratti aziendali in imprese con pochi dipendenti – continua il responsabile sindacale – cerchiamo di siglare dei patti territoriali con le associazioni delle aziende, in modo che poi le imprese aderenti possano applicarli ai propri addetti”. “Sugli importi, invece, si riscontrano differenze significative tra le province” - precisa il segretario cislino. La punta regionale è a Bologna di 1.222,52 euro, mentre a Forlì-Cesena la media arriva appena a 787 euro. Parma ha gli stessi importi medi di Piacenza, ma più lavoratori interessati, dato che i beneficiari della contrattazione aziendale nella città ducale si attestano a quasi il 19 per cento (18,92%), superando la diffusione in terra piacentina di un buon 5 %. La diffusione di questo strumento può fare passi avanti in terra piacentina.
L’indagine della Cisl è stata condotta su un campione significativo di 133.052 dichiarazioni dei redditi che lavoratori dipendenti della Marina Molinari-4regione hanno presentato attraverso le sedi del CAF CISL. Un’indagine che aiuta a individuare alcune linee d’intervento per lo sviluppo in un periodo in cui anche l’economia dell’Emilia Romagna vede un arretramento: il PIL del 2019 dovrebbe salire solo dello 0,3% dopo la crescita dell’1,4% dello scorso anno. “Lanciamo una sfida alle imprese e alle istituzioni – dice Molinari– per aumentare la percentuale di copertura del premio sui lavoratori e adeguare l’importo al reale andamento aziendale. Il salario di produttività è un’opportunità che va colta per aumentare i salari dei lavoratori dipendenti che, assieme ai pensionati, muovono i consumi del Paese. E’ lo strumento che unisce gli interessi dei lavoratori e delle imprese perché distribuisce una parte di produttività aziendale creata grazie alla collaborazione dei dipendenti”. “Inoltre non è certo con il salario minimo per legge che si alzano gli stipendi – continua – secondo noi servono due interventi: una legge che riconosca la validità dei contratti di lavoro firmati dai sindacati più rappresentativi e finalmente che l’INPS certifichi le adesioni dei lavoratori ai sindacati, per sancire la rappresentatività. Infine – conclude - è indispensabile che a Piacenza si punti a prodotti di qualità quindi a imprese e a lavoro di qualità perché solo in questo modo potremo recuperare questo disallineamento con le migliori province della regione”.

Pubblicato il 14 agosto 2019

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