L’Amministrazione Comunale di Gragnano, insieme alle insegnanti della scuola primaria, ha voluto far riflettere i bambini e le bambine sui diritti negati alle bambine in tanti Paesi del mondo.Si comincia ad acquisire la consapevolezza dei propri diritti e, in particolare, il diritto al rispetto della propria persona e degli altri fin dalla più tenera età. Le riflessioni e i sogni dei ragazzi e delle ragazze delle classi quinta G e quinta H si sono tradotti in disegni che, l’Amministrazione Comunale l’11 ottobre, in occasione della Giornata Internazionale della Bambina istituita dall’Onu, ha esposto nell’atrio d’ingresso e lungo lo scalone del Municipio. “Ringrazio la docente Valentina Spelta e le insegnanti convolte nel progetto” - dichiara il sindaco Patrizia Calza. La Giornata Mondiale della bambina è ancora troppo poco conosciuta. “C’è ancora – aggiunge Calza - tanto da fare: spose bambine, violenza di genere, baby mamme, diritto allo studio negato sono realtà che vanno combattute. Sono necessari cambiamenti culturale e politici e tanta consapevolezza. Per questo da anni, come Comune, aderiamo alle iniziative di Terre de Hommes esponendo sul Municipio lo striscione arancione della Fondazione che promuove la campagna di sensibilizzazione «In-difesa» per un paese a misura di bambine e ragazze allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica”.
È stato rimandato per un lutto che ha colpito il relatore Marco Bollani l’incontro del 18 ottobre nell’ambito del ciclo di approfondimenti “Fare casa... non a caso” promosso dalla Fondazione Pia Pozzoli per fare il punto sulle possibilità aperte dalla legge 112 del 2016 sul dopo di noi e sulle possibili esperienze da costruire sul territorio. La normativa - come spiega Marco Bollani nell’edizione in edicola oggi (che ancora riporta la data dell’incontro del 18, in quanto già in stampa alla comunicazione della cancellazione dell’incontro) - introduce una rivoluzione di mentalità nelle famiglie di persone con disabilità e anche nelle istituzioni. Dal tradizionale concetto di “residenzialità” si passa al concetto di “abitazione” vera e propria entro un percorso in cui pubblico, privato e famiglie sono chiamati a collaborare in modo sempre più stretto anche nella fase di progettazione. A Piacenza sono al momento in corso tre esperienze che rispondono alla logica della legge 112. Vi raccontiamo sul nostro settimanale quella sperimentale avviata in collaborazione tra Comune, Aurora Domus e Fondazione Pia Pozzoli. Iniziata a giugno, sta già dimostrando i primi benefici sia per le persone coinvolte - tre uomini tra i 24 e i 43 anni - che per i loro familiari.
Verrà comunicata in seguito la nuova data dell’incontro con Marco Bollani, impegnato da oltre vent’anni nell’ambito delle politiche sociali per la disabilità, referente della Fondazione Anffas nazionale e lombarda, dal 2000 direttore della cooperativa sociale “Come noi” di Mortara, nel Pavese. Sono invece già confermati gli incontri del 15 novembre e del 29 novembre sempre al centro Il Samaritano di via Giordani a Piacenza dalle ore 10 alle 12.30. Per informazioni: tel. 366.9533096 - .
Una piccola galleria con qualche saletta che, appena entrandovi, si espande e diventa uno spazio sconfinato, popolato di volti, colori ed esperienze diverse ma unite. Questo è stato possibile grazie ai ragazzi del liceo A. Volta di Castel San Giovanni, che per mesi si sono informati, si sono confrontati e hanno viaggiato per realizzare e organizzare la mostra “Walking in your Shoes”, a cui hannov contribuito anche alcuni alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado G. Mazzini, esponendo foto e ricordi della loro visita presso alcuni luoghi della Shoah. Una mostra fatta interamente dai ragazzi, con l’aiuto dei docenti e la supervisione della professoressa Maria Cristina Ceruti. Nel concreto, i ragazzi hanno preparato materiali multimediali, poi esposti sulle pareti del foyer del teatro Verdi, dove sabato 12 ottobre, verso mezzogiorno, si è tenuta l’inaugurazione. I liceali, di varie età e divisi in piccoli gruppi, hanno ragionato su cosa voglia dire davvero essere “eroi” nella nostra società, scegliendo alcuni esempi di persone che, con la loro testimonianza negli ambiti più diversi della vita, hanno fatto qualcosa di eroico. Sulle pareti si possono osservare i volti di Gino Strada, Lucia Ottobrini, Liliana Segre, Gino Bartali, Ilaria Alpi, Stefano Mancuso e Antonio Megalizzi tra gli altri. Un’intera sezione della mostra è dedicata al viaggio che i ragazzi più giovani, delle scuole medie, hanno compiuto a Terezín, vista e vissuta tra ieri e oggi. Tutto ciò è inoltre riunito sotto l’egida di un’unica iniziativa, i “Journeys for Peace”: una serie di viaggi nell’ambito del progetto Erasmus, durante i quali gli studenti castellani hanno visitato vari Paesi europei, tra cui Spagna, Germania e Bulgaria, “con l’obiettivo di diventare costruttori di pace”, ha affermato la professoressa Ceruti alla presentazione. Un’altra sezione della mostra consiste infatti in vari materiali preparati dagli studenti di altre nazionalità e qui raccolti. Lo stesso scambio di conoscenze avverrà quando i nostri ragazzi porteranno in Norvegia una parte del materiale di questa mostra. L’altro tema che ha accomunato la riflessione nei vari viaggi è stato quello dell’identità, dell’accoglienza e della migrazione. “Abbiamo prelevato il DNA mitocondriale e, analizzandolo, abbiamo dimostrato che non esiste il gene della razza: tutti siamo umani allo stesso modo” – prosegue Ceruti – “Cosa significa allora essere diverso? La diversità non deve essere un ostacolo, ma una ricchezza". Se non esiste il gene della razza, non esiste nemmeno il gene dell’eroe: “tutti possiamo essere eroi.” Da qui è partita la riflessione sulle persone che hanno reso eroica la loro vita: “La mostra e il viaggio che abbiamo fatto dovrebbero aiutare tutti noi a scegliere di essere eroi nella nostra vita quotidiana, cercando di fare la scelta giusta, come quegli eroi ci hanno insegnato”, ha concluso la docente. La presentazione ha avuto termine con un augurio del Sindaco Lucia Fontana, che ha esortato i ragazzi a “non cadere nell’omologazione, a far splendere la propria luce senza piegarsi al pensiero del momento. Bisogna avere il coraggio di attingere alla propria umanità, per dire “non ci sto” e aiutare gli altri".
L’occasione della Sacra Rappresentazione "Non vincerà la morte" – la quarta che, anno dopo anno, accompagna le annuali celebrazioni in onore della Co-patrona Santa Giustina - si è rivelata proficua per un’ulteriore riscoperta dei tesori artistici della nostra architettura, scultura e pittura religiosa e del loro perenne significato allegorico, etico e anagogico, che – ricollegandoci alla devozione con cui i nostri predecessori hanno significato tali realtà dell’uomo e della vita - ci aiutano a mantenere la continuità nelle manifestazioni dello spirito. Dopo le riflessioni degli anni passati sui portali della Cattedrale e sui capitelli delle navate, il percorso di quest’anno ha portato a ritrovare i capitelli del transetto: il mondo fantastico dei capitelli continua infatti nelle penombre del Duomo sui pilastri del transetto, più rarefatto, ma con la stessa forza espressiva. Nei due bracci del transetto si confrontano soggetti diametralmente opposti: nel braccio nord sono raffigurati Maria Assunta, seguita da Sansone che sbrana il leone, e il grifone psicagogo, simboli di salvezza. Nel lato sud i capitelli riprendono invece la metafora dei démoni, che si aggirano dentro e fuori la coscienza dell’uomo. Anche nel transetto, dunque, la disposizione dei temi riflette il simbolismo bipolare di un mondo conteso tra il sacro e il diabolico. La Sacra Rappresentazione “Non vincerà la morte”, per la quale hanno interagito gli attori/lettori della “Maschera di Cristallo” con le coreografie dell’Accademia “Domenichino da Piacenza”, con il Coro Femminile “Le Muse” di Bobbio, diretto da Ernesta Scabini, e con l’arpa di Valeria Pilastro, su testo di Giovanna Liotti, si è articolato nei seguenti quadri: Maria Assunta e i pellegrini, incubi della cattiva coscienza, il vile Suggeritore, vezzeggiare il Demonio, il grifone psicagogo, Sansone atleta di Dio, la Chiesa ha cura dei figli. Fra le musiche, la danza e le letture, eloquenti artistiche immagini in proiezione hanno aiutato gli spettatori ad ambientare i riferimenti tematici e scenici. Luci e audio a cura di Acid Studio. La serata – che ha visto folto pubblico in Cattedrale – è stata conclusa da un intervento di Tiziano Fermi referente di Domus Justinae e Anspi Domus.
Un portale che annulla qualsiasi distanza, spaziale e temporale, e che collega gli emiliano-romagnoli nel mondo. È questo uno degli obiettivi del Museo virtuale dell'emigrazione, MigrER, sito in cui la memoria si fonde con l'attualità, abbracciando in un unico racconto la comunità di corregionali all'estero. Il progetto, voluto dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, è stato presentato oggi alla stampa in Assemblea legislativa e intende valorizzare le esperienze di chi ha abbandonato l'Emilia-Romagna per un paese straniero, senza però dimenticare le proprie origini. Nel sito, che raccoglie finora un centinaio di storie, è presente anche una sezione aggiungi la tua storia che permette ai giovani di interagire fra loro. Presto, poi, verrà inaugurata un'area riservata, una sorta di forum interno per avviare un dialogo sull'emigrazione e per mantenere vivo il tema. “C'è stato un grande lavoro di squadra per concretizzare il progetto, che vuole soprattutto superare le distanze e coniugare il concetto di vecchia e nuova emigrazione - ha detto il piacentino Gian Luigi Molinari, presidente della Consulta, che ha poi illustrato l'importanza di divulgare il portale su tutto il territorio. “Sono in programma quattro appuntamenti, Forlimpopoli, Bologna, Parma e Piacenza, con scuole, comuni e università per diffondere MigrEr e farlo conoscere al massimo”. Soddisfatto dell'iniziativa anche il vicepresidente della Consulta, Alessandro Cardinali che poi ricordato la vicenda dei fratelli Costa, partiti dalla provincia parmense e arrivati in Inghilterra, dove hanno fondato l'azienda "Costa caffè", che adesso è diventata di proprietà della Coca Cola. “Una storia di successo - l'ha definita Cardinali - che insegna che andare via e partire non significa solo conoscere una nuova lingua o lavorare in un ambiente diverso, ma rappresenta una esperienza straordinaria”.
CHE COS'È LA CONSULTA La Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo è l'organismo voluto dalla Regione per attuare interventi a favore degli emiliano-romagnoli all'estero. L'obiettivo è quello di valorizzare i rapporti con i paesi di emigrazione e di sostenere le proposte avanzate dalle comunità all'estero. La Consulta si propone inoltre di mantenere vive, nelle comunità di corregionali all'estero, le proprietà linguistiche, storiche e culturali delle zone d'origine. La Consulta, in particolare, promuove, in collaborazione con associazioni ed enti, incontri e iniziative riguardanti l'emigrazione e cura la tenuta dell'Elenco regionale delle associazioni e federazioni di emiliano-romagnoli all'estero.
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