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Notizie Varie

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I dolci preparati in parrocchia portati al centro diurno di Gragnano

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La “Giornata del Dono”, a Gragnano, ancora una volta ha saputo unire generazioni lontane. Il 3 dicembre un’allegra comitiva formata dai ragazzi del Consiglio comunale dei Ragazzi, dal sindaco Patrizia Calza e dall'assessore all'istruzione Francesca Grignano, ha fatto visita agli anziani ospiti del Centro diurno portando con sé biscotti e letterine di auguri. I dolci erano stati preparati, nella settimana precedente, presso la cucina della parrocchia, da trenta ragazzi che hanno impastato e infornato. Ad assisterli nella prova culinaria vi erano gli educatori del centro aggregativo “Quasi c’entro” e un gruppo di mamme volontarie. “Caro nonno e cara nonna...” è invece l'incipit delle lettere che i bambini della scuola primaria hanno scritto a tutti gli ultra ottantenni del paese. Auguri, domande e pensierini arriveranno a destinazione nei prossimi giorni.

Gli anziani ospiti del Centro li hanno ricevuti appunto in occasione della "Giornata del Dono", gli altri li riceveranno a casa grazie a postini eccezionali. I consiglieri e gli assessori comunali infatti si improvviseranno anche quest'anno in messaggeri per quello che l'Amministrazione Comunale considera un progetto di grande valore. Creare legami intergenerazionali, offrire occasioni per tessere relazioni tra i ragazzi e le persone che hanno vissuto e vivono situazioni e tempi tanto lontani è una volontà perseguita con tanto impegno dagli amministratori e dal personale dei servizi sociali. “Si tratta di generazioni che hanno tanto da trasmettersi e che, a volte in modo apparentemente inspiegabile, mostrano di capirsi al volo”, commentano gli amministratori.

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“Cogliamo l'occasione – continuano - per ringraziare tutto il personale dei servizi sociali del comune e del centro diurno per la dedizione con cui svolgono il servizio e la disponibilità con cui sono sempre pronti ad accogliere e concretizzare gli input dell'amministrazione nonché il personale scolastico che mostra sempre una grande disponibilità alla collaborazione con il Comune e le altre realtà locali presenti sul territorio”. “Intendiamo così insieme valorizzare concretamente quel messaggio di fraternità di cui c'è tanto bisogno e che sta alla base della decisione del nostro Parlamento destituire la giornata nazionale sul tema del dono”, conclude il sindaco Calza.

Pubblicato il 10 dicembre 2024

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Campagna antiviolenza, l’ultimo manifesto: “Sei tu il problema di questa famiglia”

Ultimo manifesto violenza donne

“Sei tu il problema di questa famiglia”: ‘Se te lo dice è violenza’, ‘Se lo dici è violenza’. Dopo la pausa dovuta al silenzio elettorale e alla par condicio ritorna, nelle strade e nelle piazze dei Comuni dell’Emilia-Romagna, la campagna della Regione per il contrasto alla violenza di genere. Anche il manifesto di dicembre, quindi, è stampato in doppia versione: quella rivolta alle donne che la violenza la subiscono, nella quale è stato inserito anche il numero antiviolenza e stalking 1522, e un’altra che invece parla agli uomini che la agiscono. Di conseguenza, se per le donne che ricevono quelle frasi l’invito è di rivolgersi ai centri antiviolenza o contattare il 1522, per gli uomini c’è il riferimento ai centri per uomini maltrattanti attivi sul territorio regionale. I manifesti sono stati affissi per tutto il 2024 nei tabelloni pubblicitari dei Comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti. La campagna ha avuto diversi riconoscimenti, ultimo in ordine di tempo quello dell’Agenzia delle entrate, e sostegni, come la collaborazione di Anci Emilia-Romagna, che ha invitato tutti i Comuni della regione a diffondere i materiali della campagna.

Pubblicato il 9 dicembre 2024

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Autonomia differenziata, ok (con riserva) dalla Corte costituzionale: tutelare l’equilibrio tra le Regioni

Alessandro Candido

L’autonomia differenziata delle Regioni non è una novità. Se ne parla molto negli ultimi mesi, dopo il disegno di legge presentato dal ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli (Lega) che ha spaccato in due il Parlamento (e il governo), ma in realtà l’autonomia differenziata è prevista fin dall’entrata in vigore della Costituzione. Il ddl Calderoli non è altro che una legge “procedurale” che determina l’iter che le Regioni devono seguire per chiedere le autonomie. A fare chiarezza sulla legge vigente e sui recenti pronunciamenti della Corte costituzionale è Alessandro Candido, professore associato di “Diritto costituzionale e pubblico” all’Università degli Studi di Milano Bicocca, che ha tenuto una “lezione” di diritto mercoledì 4 dicembre al Seminario vescovile di Piacenza. L’incontro, promosso dalla diocesi tramite la Pastorale sociale e del lavoro insieme a “Il nuovo giornale”, Azione Cattolica, Acli, Movimento cristiano lavoratori, Ucid e Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic), è stato moderato da Alessandro Fermi, referente del Meic.

Bilanciare l’autonomia e l’unità nazionale

La sentenza della Corte costituzionale è arrivata la sera prima dell’incontro, il 3 dicembre, e ha stabilito che il ddl Calderoli è legittimo ma allo stesso tempo ha invitato il Parlamento a tornare sul testo e a modificarlo. L’articolo della Costituzione che parla di autonomia differenziata è il 116, nel comma 3. Nel 2001, a seguito di una riforma “troppo permissiva” nei confronti delle Regioni, la Corte costituzionale ha riscritto il Titolo V, che comprende l’articolo 116. Adesso, spiega Alessandro Candido, “la Corte dice di interpretare il comma 3 dell’articolo 116 in modo che la differenziazione diventi un beneficio”. E quindi “bisogna considerare l’esigenza di un bilanciamento tra l’autonomia e l’unità nazionale, che va operato prendendo come parametro di riferimento il principio di sussidiarietà”. La Corte, spiega il docente, “dice che per ogni specifica funzione deve essere scelto il livello territoriale più efficace per garantire quella funzione (che è un aspetto della “materia”). Può essere il livello territoriale così come quello centrale. Non possono esserci trasferimenti in blocco di materie ma mirati e motivati”.

L’Italia non diventerà uno Stato federale

La Corte costituzionale, in sostanza, cerca di tutelare gli equilibri fra le Regioni. E si spinge anche oltre, limitando le materie che le Regioni possono richiedere, escludendone così alcune previste dalla Costituzione. “È una forzatura che costituisce un invito al legislatore costituzionale a cambiare il Titolo V e a eliminare alcune materie come il commercio con l’estero, la tutela dell’ambiente, le professioni, la comunicazione, gli aeroporti civili perché sono tutte materie delimitate da norme sovranazionali”, afferma Candido. L’autonomia differenziata, se entrasse davvero in vigore, non rischierebbe di rendere l’Italia uno Stato federale. “Ci sono alcune materie, come la giurisdizione, che non possono dipendere dalle singole Regioni. Queste, inoltre, non hanno una Camera rappresentativa, come accade ad esempio in Germania”, spiega il professore. È giusto precisare che, se la legge entrerà in vigore, le Regioni potranno scegliere se richiedere o meno le autonomie.

Autonomia differenziata, una questione trasversale alla politica

Sebbene la Costituzione, in vigore dal 1948, prevedesse già la suddivisione in Regioni e il principio dell’autonomia differenziata, il regionalismo si bloccò e partì solo negli anni ’70, col trasferimento delle funzioni, perfezionato poi negli anni ’90. Nel 1997 la legge Bassanini introdusse il principio della sussidiarietà. Nel 2001 ci fu un’altra riforma, ma subito dopo ci si rese conto di aver concesso troppo alle Regioni: per cui, la Corte costituzionale intervenne e riscrisse il Titolo V restituendo alcune competenze allo Stato centrale. Candido spiega che a partire dal 2018 l’autonomia differenziata è sempre stata un perno di tutte le legislature e i governi, ma dopo le elezioni politiche del 2022, col cambio di maggioranza parlamentare, alcune Regioni – fra cui l’Emilia-Romagna – che prima avevano promosso l’autonomia differenziata hanno fatto un passo indietro.

Francesco Petronzio

Nella foto, Alessandro Candido durante il suo intervento.

Pubblicato il  6 dicembre 2024

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Aumentano a dismisura le attività delle biblioteche digitali

 Dati prestiti biblioteche

L’uso dei servizi digitali nelle biblioteche dell’Emilia-Romagna è in costante crescita. Sono oltre 3,2 milioni le transazioni digitali registrate quest’anno (ottobre 2024), che sommate ai circa 5,16 milioni del 2023 porterà a un totale di oltre di 8,4 milioni i prestiti a fine 2024. In precedenza, la pandemia aveva ampliato - quasi ovunque in Italia - la platea degli utilizzatori di servizi bibliotecari digitali con crescite percentuali molto significative. In Emilia-Romagna, dove già prima del 2020 esistevano tassi di diffusione e uso piuttosto alti in rapporto ad altre regioni italiane, nel 2021 e 2022 si sono consolidati i traguardi raggiunti nel 2020, rafforzando l'offerta, specie nel settore scolastico. Con questa evoluzione, l’aumento complessivo delle transazioni digitali rispetto al 2019 registra un + 88,49%. In altre parole, il consumo delle biblioteche digitali è raddoppiato, grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna alle biblioteche civiche e alle biblioteche scolastiche. L’alto tasso di uso del digitale in biblioteca porta l’Emilia-Romagna al primo posto nella classifica nazionale, assieme ad aree territoriali tradizionalmente “forti” come il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta. I primi nove mesi del 2024 indicano, per esempio, che, per quanto riguarda la richiesta di e-book (la risorsa più richiesta dagli utenti delle biblioteche digitali) si passa dai 188.537 prestiti annui del 2019 ai 340.140 del 2024, con un incremento del 96,3%. Simile l’aumento delle consultazioni di titoli dell’edicola digitale da parte degli utenti delle biblioteche pubbliche dell’Emilia-Romagna: si va dalle 1.487.766 consultazioni del 2019 alle 2.820.402 del 2024 (con un incremento complessivo dell’89,61%). Interessante è anche il dato sul numero complessivo di quotidiani e periodici consultati: 3.996 titoli, un numero che, assieme al dato delle consultazioni, mostra l'assoluta unicità del servizio digitale rispetto all'offerta di testate possibile nelle biblioteche su supporto cartaceo. Il totale degli utenti attivi nel 2024 nelle biblioteche civiche dell’Emilia-Romagna si aggira intorno ai 369.000, di cui oltre il 15% è costituito da utenti del servizio di biblioteca digitale (che aumentano fino al 20% se si sommano gli utenti delle biblioteche scolastiche). Anche in questo caso la crescita degli utenti nel quadriennio 2020-2024 segue la dinamica già vista per ebook e edicola digitale e registra un + 108,46 % rispetto al periodo pre-pandemico. Da notare è che le biblioteche digitali crescono dove i servizi tradizionali sono forti. Questo testimonia che la crescita digitale non si realizza a scapito degli altri servizi offerti dalle biblioteche attraverso le proprie sedi ma, al contrario, è il segno di un potenziamento della capacità delle biblioteche di rispondere a una domanda degli utenti.

READER PER LE SCUOLE DELL’EMILIA-ROMAGNA

Ai numeri delle biblioteche civiche si sommano quelli delle biblioteche scolastiche. Il progetto readER, finanziato anch’esso dalla Regione Emilia-Romagna, nato nel 2021 con l’obiettivo di estendere e potenziare i servizi di biblioteca digitale già attivi presso le biblioteche comunali, sta registrando un successo straordinario. ReadER è una piattaforma di biblioteca digitale che consente a studenti, insegnanti e operatori scolastici delle scuole dell’Emilia-Romagna di accedere gratuitamente ai contenuti loro dedicati. La piattaforma consente l ’accesso alla consultazione e al prestito di un catalogo di quasi 100.000 ebook (costantemente aggiornato con le novità editoriali), 4.000 audiolibri, 7.700 quotidiani e periodici provenienti da tutto il mondo e 5.000.000 di Open Educational Resources (OER). A oggi il progetto ha raggiunto ha raggiunto 534 scuole (361 IC e 173 scuole secondarie di II grado). Grazie a questa iniziativa, l’Emilia-Romagna è l’unica regione in cui il servizio di biblioteca digitale copre l’80% delle istituzioni scolastiche. Oltre 50.000 studenti che hanno avuto accesso alla piattaforma, generando oltre 290.000 prestiti/consultazioni su 34.079 titoli diversi tra i vari media. La variazione percentuale nell’uso dei contenuti digitali tra il periodo precedente all’attivazione del progetto readER e l’ultimo anno scolastico 2023/24 è di +296,4%, con dati particolarmente rilevanti rispetto all’incremento di prestiti di ebook (+597,69%) e audiolibri (+636,79%). Grazie al progetto readER (2021-2024), l'Emilia-Romagna si caratterizza per un volume del tutto unico di prestiti nel panorama italiano.

Pubblicato il 7 dicembre 2024

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Cadeo, alunni entusiasti alla scoperta del Municipio

 Una classe quinta in Comune


La buona educazione (civica) inizia da piccoli. Con questo spirito Marica Toma, prima cittadina di Cadeo ha guidato gli alunni delle classi quinte, accompagnati dalle loro insegnanti – in un tour conoscitivo del Municipio di Cadeo. I bambini hanno così avuto la possibilità di esplorare il cuore pulsante della comunità cadeense, vivendo nel mentre un'interessante esperienza educativa e scoprendo le curiosità e la storia del loro municipio. Qui hanno avuto la possibilità di visitare i diversi uffici comunali, interfacciarsi con gli impiegati e conoscere da vicino come si opera per costruire il benessere di una comunità.

“Ho accolto con grande gioia l’arrivo degli scolari in Comune e la loro preparazione mi ha piacevolmente sorpreso – sottolinea la sindaca Toma-; erano pieni di interesse e curiosità, segno di un grande lavoro fatto in classe dalle insegnanti. Questa è stata una giornata divertente per gli alunni ma anche una preziosa occasione per fare concretamente educazione civica e far comprendere l’importanza di essere protagonisti e parte attiva della vita di una comunità”.

Pubblicato il 5 dicembre 2024

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