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Notizie Varie

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Trasporto pubblico, più mezzi in servizio ma pieni a metà come previsto dalle norme

 Trasporti sicuri

Si sono riaccesi i motori del trasporto pubblico locale in Emilia-Romagna, sensibilmente potenziati in questi giorni di ripartenza delle scuole. Nella prima settimana di riapertura (con presenza al 50% per gli studenti delle superiori, dopo che gli alunni più piccoli fino alla prima media erano rientrati in aula già il 7 aprile), la situazione dei trasporti locali in Emilia-Romagna può definirsi buona. A partire dal rispetto del limite di capienza del 50% a bordo dei bus urbani ed extra-urbani, che in molte zone registra una percentuale media di riempimento dei mezzi abbondantemente sotto la soglia massima fissata. Grazie anche al monitoraggio continuo e all’impegno di volontari e forze dell’ordine per il potenziamento dei controlli, le aziende hanno registrato un assestamento dell’organizzazione complessiva dei servizi, con pochi assembramenti di studenti alle fermate e distribuzione equilibrata dei carichi di passeggeri sulle corse.

Il bilancio positivo è emerso dall’incontro in videoconferenza convocato dalla Regione con i rappresentanti di tutte le Aziende e le Agenzie Tpl territoriali per fare il punto della situazione. Segno che il piano messo in campo dalla Regione - oltre 530 bus in più dallo scorso settembre sulle strade dell’Emilia-Romagna, per un investimento di oltre 23 milioni di euro - sta funzionando, come è stato confermato dai partecipanti al tavolo. E questo anche grazie al lavoro in sinergia con i tavoli provinciali coordinati dai prefetti, ai quali ha partecipato l’assessorato regionale alla Mobilità. Tavoli che monitorano giorno per giorno la situazione, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine e con i volontari che in diverse città hanno attivato appositi servizi di vigilanza anti-assembramento alle fermate dei bus. “Stiamo lavorando con il massimo impegno - sottolinea l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini - per garantire, attraverso condizioni di viaggio sicure, la didattica in presenza per gli studenti e in generale trasporti pubblici in sicurezza per tutti i cittadini. Tornano le corse potenziate che erano state ridotte dall’11 marzo quando siamo entrati in zona rossa, con una dotazione di oltre 530 mezzi in più, ed è stata ottimizzata l’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale da Piacenza a Rimini. Un risultato reso possibile grazie al lavoro di squadra con tutte aziende di trasporto e i territori”. “Nel periodo di zona rossa, fino a domenica 11 aprile - spiega Corsini -, erano stati ridotti i servizi di trasporto aggiuntivi previsti dalla legge per poter comunque offrire un numero di corse adeguate, tenendo conto che i bus devono sempre rispettare il 50% di capienza massima, ma abbiamo sempre tenuto pronte le aziende di Trasporto pubblico locale e le aziende private a ripartire anche con poco preavviso. È stato possibile quindi riattivare tutti i servizi aggiuntivi già dalla giornata di lunedì 12”.

Per quanto riguarda i controlli effettuati dai Nas, a livello nazionale, per verificare la corretta applicazione delle misure anti-covid sui mezzi di trasporto pubblico, in Emilia-Romagna non sono state riscontrate irregolarità. Sono state visitate le aziende di Tpl nelle province, i depositi e le aziende private di trasporto con controlli su autobus urbani ed extraurbani, scuolabus e collegamenti ferroviari. Nessuna particolare criticità è stata rilevata dalle Aziende di trasporto sul territorio: corse raddoppiate e in qualche caso addirittura triplicate, con diverse rimodulazioni orarie in determinate aree e fasce orarie critiche. Il che consente di mantenere sotto controllo l’indice di affollamento dei bus, che in molti ambiti urbani non va oltre il 30-40% dei posti occupati. In alcune aree, ad esempio a Bologna, si sono registrati numeri di passeggeri leggermente più alti rispetto ai dati precedenti alla zona rossa, ma sempre sotto la soglia del 50%. Bene anche le operazioni per regolare il flusso di ingresso e di uscita dai mezzi pubblici e, nei depositi, le sanificazioni dei mezzi di trasporto. Il prossimo tavolo tecnico è in programma tra circa una settimana per una verifica puntuale dei servizi.

Pubblicato il 19 aprile 2021

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Prometeia e Unioncamere: a fine 2022 il ritorno ai livelli pre-pandemia

 Scenari pandemia

Nel 2020 il calo del Pil dell’Emilia-Romagna (-9 per cento) ha ricalcato l’andamento nazionale (-8,9 per cento), mentre per il 2021 si prevede una crescita del 5,5 per cento: sarà la prima regione italiana insieme al Veneto. Il ritorno ai livelli pre-pandemia è atteso per la fine del 2022. Nel 2020 sono scesi investimenti ed esportazioni, sono crollati i consumi, l’industria ha accusato il colpo più duro, mentre l’insieme dei servizi ha compensato andamenti interni diversi. Quest’anno saranno le costruzioni a guidare decisamente la ripresa, sostenuta anche dall’industria, mentre il passo dei servizi sarà più debole. Nel 2020 si sono ridotte le forze di lavoro e l’occupazione, e questa tendenza proseguirà anche nel 2021, quando il tasso di disoccupazione potrebbe salire ai massimi dal 2016.

L’edizione di aprile degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, stima leggermente meno profonda la recessione del 2020 e prospetta una ripresa parziale leggermente più sostenuta per il 2021. La caduta stimata del prodotto interno lordo per il 2020 dovrebbe essere stata del 9,0 per cento, decisamente superiore a quella del 2009. La prospettiva per il 2021 è di una ripresa parziale del prodotto interno lordo pari al 5,5 per cento, contenuta dalla persistenza della pandemia nella prima metà dell’anno in corso. La discesa del prodotto interno lordo italiano è risultata dell’8,9 per cento nel 2020, mentre la ripresa non dovrebbe andare oltre il 4,7 per cento nel 2021. Nel 2020, come il coronavirus, la recessione ha colpito più duramente le regioni del nord senza particolari distinzioni, ma in Emilia-Romagna è stata più contenuta rispetto a quella sperimentata in Piemonte, Lombardia, e Toscana e allineata a quella del Veneto. Ugualmente le prospettive di ripresa nel 2021 sono più solide per le regioni del nord e dovrebbero riportare l’Emilia-Romagna al vertice nella classifica delle regioni italiane per ritmo di crescita insieme con il Veneto, con un passo in linea a quello della Francia. Nel 2021 il prodotto mondiale dovrebbe crescere del 5,9 per cento. In particolare, la ripresa dovrebbe risultare esplosiva in Cina (+8,6 per cento), del 6,2 per cento negli Stati Uniti e del 4,2 per cento nell’area dell’euro. Nel 2021 la ripresa sarà trainata dagli investimenti fissi lordi in sensibile crescita (+14,0 per cento), grazie alle prospettive di ripresa dell’attività produttiva e ai massicci interventi pubblici, e dalle vendite all’estero (+12,7 per cento), in forte aumento sulla scia della crescita del commercio mondiale. Al contrario le limitazioni imposte dalla pandemia e la riduzione del reddito disponibile conterranno la ripresa dei consumi (+4,2 per cento) al di sotto della dinamica del Pil.

Nel 2020 è stata l’industria ad accusare il colpo più duro (-10,3 per cento), ma anche nei servizi la recessione è risultata pesante (-8,4 per cento), mentre la caduta dell’attività è stata più contenuta nelle costruzioni. Nel 2021 la ripresa sarà solo parziale soprattutto nei servizi (+3,8 per cento), data la maggiore difficoltà ad affrontare gli effetti della pandemia nella prima metà dell’anno, risulterà molto più rapida nell’industria (9,3 per cento), mentre le costruzioni trarranno il maggiore vantaggio dalle misure di incentivazione della ristrutturazione edilizia e dai piani di investimento pubblico (+11,6 per cento). Nel 2020 gli effetti della pandemia hanno condotto a una sensibile riduzione delle forze lavoro (-1,9 per cento) e dell’occupazione (-2,1 per cento), per la fuoriuscita dal mercato di molti lavoratori non tutelati e non occupabili, con un più contenuto aumento della disoccupazione (5,7 per cento), grazie alle misure di salvaguardia adottate dal governo. Ma nel 2021 l’occupazione si ridurrà ancora lievemente (-0,2 per cento) e con il rientro sul mercato del lavoro di chi ne era uscito temporaneamente aumenterà ulteriormente il tasso di disoccupazione che arriverà ai massimi dal 2016 (7,2 per cento).

Pubblicato il 18 aprile 2021

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Un bando da 100mila euro per sistemare i percorsi delle escursioni

Sentieristica

Sentieri appenninici più sicuri e agevoli da percorrere, anche grazie ad una migliore segnaletica. Oltre 7 mila chilometri a disposizione di chi ama fare trekking o andare in mountain bike. La Regione rafforza il proprio impegno per la rete escursionistica e stanzia ulteriori 100mila euro per contribuire alle spese per i lavori di ordinaria manutenzione compiuti dai Comuni e dalle Unioni di Comuni montani. Risorse che si aggiungono a quelle già messe a disposizione alla fine dello scorso anno, portando lo stanziamento complessivo per il 2021 a 180mila euro: 80mila completano la precedente programmazione triennale e 100mila aprono il un nuovo ciclo.

“Con questi ulteriori 100mila euro, che si aggiungono agli 80mila del precedente bando, destinati alla manutenzione della sentieristica in Appennino, vogliamo ribadire l’importanza della valorizzazione della montagna. Questo anche alla luce del crescente interesse dimostrato anche da chi non abita questi territori ed è interessato a scoprirli – commenta l’assessora alla Montagna, parchi e forestazione, Barbara Lori -. La scorsa estate ha segnato un’impennata del turismo slow e amante dell’ambiente, che già negli ultimi anni si era andato affermando. Per l'Appennino emiliano-romagnolo si tratta di un’opportunità importante che va sostenuta, partendo anche dalla manutenzione di una rete sentieristica particolarmente estesa. Una rete vera e propria che deve potersi integrare con le tante iniziative di valorizzazione, a partire da quelle promosse dai Parchi regionali dell’Appennino e dai GAL. Vogliamo garantire ai tanti amanti dell’escursionismo e della mountain bike percorsi sempre più sicuri e belli. Ci eravamo presi l’impegno di implementare ulteriormente le risorse per garantire questo ulteriore sostegno ai Comuni e l’abbiamo mantenuto. Conferma che la montagna è sempre più al centro di un’azione regionale che promuove lo sviluppo sostenibile e di qualità di questi territori”.

Tra gli interventi che possono essere finanziati quelli per il diradamento della vegetazione, come sfalci, tagli e decespugliamenti. E quelli per rinnovare la segnaletica, anche su strade carrabili. I contributi di cui potranno usufruire i Comuni o le Unioni di Comuni montani possono arrivare fino ad un massimo di 5mila euro per ogni ente. I lavori dovranno essere completati entro la fine del 2021. Nella valutazione delle domande sono previste premialità per i Comuni con minore popolazione e dunque più in difficoltà nel reperire le risorse; per gli interventi in cofinanziamento e per quelli che prevedano forme di collaborazione con associazioni ed enti del territorio, a partire dal Club Alpino Italiano. Con il precedente bando, aperto a tutti i Comuni e Unioni della Regione e che aveva stanziato 80mila euro, sono stati sostenuti 16 programmi di intervento. Cinque in provincia di Modena: Comuni di Fanano, Prignano sulla Secchia, Sestola, Montecreto e Unione Comuni Distretto ceramico; tre in provincia di Forlì-Cesena: Comuni di Sogliano sul Rubicone, Forlì, Bertinoro; tre nel Bolognese: Monterenzio, Monte San Pietro e Camugnano; due in provincia di Piacenza: Bobbio e Gropparello; uno in provincia di Parma: Bore. Ancora un intervento è stato finanziato nel Ferrarese, ad Argenta, e uno nel Ravennate, quello dell’Unione della Romagna faentina.

Pubblicato il 15 aprile 2021

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L’Inps segnala i nuovi tentativi di truffa tramite e-mail

Truffe email

L’Inps avvisa tutti i suoi utenti che è tuttora in corso un tentativo di truffa tramite e-mail di phishing che, sfruttando apparenti comunicazioni da parte dell’Istituto, invitano a scaricare e compilare un modulo allegato per accedere a benefici di salvaguardia per mitigare i disagi economici causati dalla pandemia. Nel caso specifico, viene utilizzato un indirizzo fittizio di posta certificata, simile a quelli Inps, e la mail è firmata con nome e cognome di un funzionario dell’Istituto realmente esistente. Si invitano pertanto tutti gli utenti a diffidare di comunicazioni che propongano di scaricare eventuali allegati, in quanto finalizzate a sottrarre fraudolentemente dati anagrafici oppure relativi a carte di credito e/o conti bancari o postali.
Si ricorda, infatti, che le informazioni sulle prestazioni Inps sono consultabili esclusivamente accedendo direttamente dal portalewww.inps.it e che l’Inps, per motivi di sicurezza, non invia mai, in nessun caso, mail contenenti moduli da scaricare o link cliccabili.

Pubblicato il 17 aprile 2021

Case di Riposo: si rinnova il «Progetto Piacenza»

progetto piacenza 2021 

È stato firmato nella sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano, il nuovo protocollo d’intesa di Progetto Piacenza. Si tratta dell'aggiornamento dell'intervento, avviato nel 2015, che ha come finalità l’individuazione e l’offerta di posti nelle residenze anziani a costi calmierati per le famiglie. Inizialmente promosso da Comune di Piacenza, Fondazione e Consulta Diocesana degli Organismi Socio Assistenziali, Progetto Piacenza è stato in seguito ampliato ai distretti socio sanitari di Levante e Ponente, potendo così rispondere alle esigenze dell'intero territorio provinciale.
Il protocollo d'intesa è stato sottoscritto dai sindaci di Piacenza Patrizia Barbieri, di Castelsangiovanni Lucia Fontana e di Fiorenzuola Romeo Gandolfi, dal direttore della Consulta diocesana Mario Idda e dal presidente della Fondazione Massimo Toscani.

Progetto Piacenza consente di accogliere, in maniera temporanea e con una retta agevolata, anziani non autosufficienti inseriti nelle liste d’attesa dei Servizi Assistenza Anziani distrettuali, in vista dell’ingresso in strutture con posto contrattualizzato. La Fondazione di Piacenza e Vigevano finanzia il progetto con un contributo di 195.000 euro, a copertura dei costi alberghieri. Una ulteriore riduzione sulle rette a carico delle famiglie viene messa a disposizione dalle case di riposo, che applicano un canone calmierato.
Attualmente, i posti a disposizione presso le case protette della Consulta sono 28: di questi, 17 fanno capo al distretto di Piacenza (10 messi a disposizione dalla Fondazione Pia Casa per anziani Maruffi e 7 dalla Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini onlus); 8 posti riguardano il distretto di Ponente (4 messi a disposizione dalla C.R.A. Pia Casa Mons. Castagnetti onlus e 4 dalla Casa di riposo Gasparini); altri 3 sono relativi al distretto di Levante (Associazione Casa di Riposo Ceresa).
In base ai posti letto assegnati, ciascun Servizio Assistenza Anziani distrettuale, seguendo l’ordine della lista d’attesa per l’accesso su posto contrattualizzato, e previa segnalazione degli assistenti sociali, informa gli utenti della possibilità di ingresso su posto calmierato. Oltre alla posizione in lista di attesa, vengono valutate particolari situazioni di emergenza sociale o economica, nonché ulteriori elementi, quali la residenza degli anziani e dei loro familiari. In caso di interesse da parte della famiglia, il Servizio segnala alla struttura il nominativo dell’utente, che può rimanervi fino a che non gli viene proposto un posto contrattualizzato, e comunque, per un periodo non superiore a sei mesi.

«Il criterio della rotazione dell'assistenza ci ha consentito in questi anni di poter aiutare centinaia di famiglie», ha sottolineato il presidente della Fondazione Massimo Toscani, evidenziando come il limite temporale dei sei mesi consenta di alleviare le difficoltà di un numero maggiore di nuclei familiari, ciascuno dei quali risparmia mensilmente almeno 600 euro sul costo delle rete "normali". «Con questo aggiornamento del protocollo rispondiamo a tante sollecitazioni che ci sono giunte. Inizialmente Progetto Piacenza era limitato al comune capoluogo: oggi non solo assicuriamo una continuità, ma l'abbiamo esteso a tutta la provincia. Il mio auspicio è che possa allargarsi ulteriormente il numero delle case di riposo che aderiscono».
Dal punto di vista organizzativo, la Consulta Diocesana degli Organismi Socio Assistenziali coordina l’azione delle strutture aderenti, promuovendo l’omogeneità dei servizi resi e degli standard di qualità. «Credo che i risultati di questo progetto siano evidenti a tutti - ha sottolineato il direttore Mario Idda -. Dare un segno di continuità, nel difficile contesto attuale, è particolarmente importante. Ringrazio la Fondazione che ci sostiene ed i Comuni, che sono in prima linea per la riuscita del progetto». Determinante è infatti l'attività dei Servizi Assistenza Anziani distrettuali, che individuano gli utenti idonei.

Il ringraziamento dei sindaci coinvolti


Il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha sottolineato come il progetto assuma oggi un rilievo ancora maggiore: «Occorre rispondere alle esigenze delle famiglie, per molte delle quali è aumentata la situazione di criticità. Le difficoltà in tempi di pandemia si sono purtroppo acuite e la maggiore richiesta lo testimonia. Oggi è ancora più strategico fornire risposte e non posso che sottoscrivere con convinzione questo protocollo».
Il sindaco di Castelsangiovanni Lucia Fontana, in qualità anche di presidente della Conferenza territoriale sociale e sanitaria, ha espresso il suo ringraziamento in rappresentanza di tutti i comuni del territorio, sottolineando l'impatto positivo che il progetto è in grado di determinare: «In questo momento storico, connotato da una tragedia che colpisce soprattutto gli anziani, sappiamo bene le difficoltà e il grande carico, anche emotivo, che grava sulle famiglie e sul tessuto sociale».
«Progetto Piacenza rappresenta un tassello del "sistema Piacenza", significativo in abito welfare» ha sottolineato Romeo Gandolfi, primo cittadino di Fiorenzuola d'Arda. «Ci consente di sostenere le famiglie degli anziani, che hanno cresciuto la nostra società e ci hanno trasmesso i valori».

All'incontro erano presenti l'Assessore al Welfare del Comune di Piacenza Federica Sgorbati, il coordinatore della Commissione Welfare e membro del Cda della Fondazione Franco Egalini e i rappresentanti di alcune delle case protette coinvolte: Andrea Altini (Casa di riposo Gasparini di Piave Dugliara di Rivergaro), Francesco Botteri (Casa Mons. Castagnetti onlus di Pianello) e Paolo Cavallo (Fondazione Madonna della Bomba Scalabrini onlus).

Nella foto di Del Papa, i partecipanti alla firma del protocollo d'intesa  "Progetto Piacenza" per  le Case di Riposo.

Pubblicato il 15 aprile 2021

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