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Notizie Varie

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Banca di Piacenza, l’utile sale ancora Raccolta e impieghi in forte crescita

Una veduta dallalto di Sala Corrado Sforza Fogliani durante lAssemblea della Banca di Piacenza dellaprile 2025

La Banca di Piacenza ha chiuso il primo semestre del 2025 con un utile netto pari a 19,7 milioni di euro, in aumento del 7,04% rispetto al 30 giugno 2024. La raccolta complessiva da clientela, diretta e indiretta, è cresciuta rispetto a dicembre del 2,85% e si attesta sopra i 7,1 miliardi di euro (6,9 miliardi a dicembre 2024). Particolarmente positivo il dato relativo alla raccolta netta di prodotti di risparmio gestito che, nel primo semestre, si attesta oltre i 49 milioni di euro. Gli impieghi netti, considerando solo i finanziamenti verso la clientela, ammontano a 2.368,0 milioni di euro (2.260,4 milioni al 31 dicembre 2024, +4,76%), a dimostrazione del continuo sostegno della Banca a famiglie e imprese del territorio. Nel primo semestre del 2025, le erogazioni di mutui ipotecari prima casa sono cresciute del 21,92% rispetto a quelle del primo semestre dell’anno precedente. Anche il comparto delle imprese ha beneficiato dell’appoggio finanziario da parte della Banca, con una crescita dei finanziamenti chirografari del 7,21%.

La buona qualità dell’attivo è confermata dall’ulteriore riduzione del rapporto dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti, pari all’1,80% (1,84% a dicembre 2024), così come dal grado di copertura dei crediti deteriorati, pari al 55,62% (56,22% a dicembre 2024). I dati sopra esposti permettono alla Banca di riconfermare la solidità patrimoniale, per effetto anche dell’apporto del risultato del semestre. Nei primi sei mesi del 2025 sono stati registrati quasi 3mila nuovi conti correnti.

Pubblicato il 7 agosto 2025

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Terzo Settore, più risorse per progetti dedicati volontariato, cittadinanza attiva e sociale

tezosettore

450mila euro dalla Regione per i giovani dell’Emilia-Romagna. Risorse che, aggiunte agli 800mila del bando per il benessere giovanile, portano a oltre 1 milione 200mila euro il pacchetto destinato a progetti del Terzo Settore rivolti ai ragazzi e alle ragazze. Via libera dalla Giunta regionale al bando, che stanzia appunto 450mila euro per il 2025 e 2026, con un incremento del 15% rispetto a quello precedente, per i progetti realizzati dalle articolazioni regionali delle Reti associative nazionali, come previsto dalla legge regionale n. 3/2023, "Norme per la promozione ed il sostegno del Terzo settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva". C’è tempo fino al 4 settembre per presentare la domanda. Le associazioni potranno beneficiare di un contributo nella misura massima dell’80% del costo totale del progetto presentato e per un importo massimo di 50.000 euro. Quattro le attività che il bando sostiene: attività sociali, sportive e culturali alle quali possano partecipare in forma gratuita anche persone in condizioni di difficoltà socioeconomica, in particolare i minori d’età, individuate in accordo con gli enti locali, al fine di contrastare fenomeni di svantaggio ed esclusione sociale; azioni di animazione della comunità che in particolare sappiano promuovere e valorizzare le relazioni fra generazioni e il dialogo interculturale quali fattori di coesione e inclusione sociale; attività di sviluppo e rafforzamento del volontariato, della cittadinanza attiva, della legalità e della sostenibilità ambientale, in particolare attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni; attività di sviluppo delle risorse umane e qualificazione delle competenze delle articolazioni associative. L’azione dà seguito a quanto già avviato dal bando per il benessere giovanile, che stanzia 800mila euro a soggetti del Terzo settore e privati senza fini di lucro - come associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali e oratori - che dovranno proporre progetti educativi, culturali, sportivi e ambientali destinati a preadolescenti e adolescenti tra gli 11 e i 19 anni.

“Il Terzo settore - sottolinea l’assessora al Welfare, Scuola e Terzo Settore, Isabella Conti - è un pilastro del nostro welfare e un potente motore di sviluppo delle nostre comunità. Consapevoli dell’importanza che queste realtà associative rivestono anche sul fronte della formazione e della crescita dei giovani, abbiamo deciso di incrementare le risorse e di destinare complessivamente, con i due bandi messi in campo, oltre 1,2 milioni di euro. I nostri ragazzi, a partire da quelli in condizioni di difficoltà sociale, economica o che vivono in aree svantaggiate, devono avere strumenti per costruire comunità inclusive e solidali, e opportunità di accrescere il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze. Con questo bando- aggiunge Conti- incentiviamo e rafforziamo anche il lavoro di rete sul territorio, perché i progetti dovranno interessare almeno tre province”. Oltre al requisito che i progetti devono interessare almeno tre province, è stato introdotto un punteggio minimo per idoneità dei progetti, non inferiore a 50. Quanto ai criteri di valutazione, hanno maggior peso rispetto al passato le azioni dirette ai destinatari finali delle attività (soprattutto svantaggiati e popolazione delle aree interne). Sono ammesse a finanziamento le spese sostenute a partire dalla data di approvazione del bando.

Pubblicato il 7 agosto 2025

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Transizione digitale, un maxi bando da 58 milioni per le piccole imprese

Bando imprese transizione

Cinquantotto milioni di euro di finanziamento regionale a oltre mille piccole e medie imprese del territorio emiliano-romagnolo per favorire la transizione digitale. In particolare, con l’obiettivo di aumentare la flessibilità e adattabilità, la sicurezza, l’efficienza dei processi organizzativi, produttivi e di servizio, oltre che favorire l’innovazione dei prodotti e l’adozione di modelli di business che garantiscano attenzione agli impatti ambientali e sociali delle attività svolte. È questo l’esito del Bando regionale per il sostegno della transizione digitale delle imprese con risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale Pr-Fesr 2021-27, che ha visto la partecipazione di 1.196 realtà imprenditoriali, di cui 1.053 hanno ricevuto una valutazione positiva. A queste sarà quindi erogato un contributo a fondo perduto del 40% della spesa ritenuta ammissibile, con la possibilità di aumentarla del 7% nel caso in cui ricorrano alcuni elementi particolari previsti dal bando, per un importo massimo di contributo di 90mila euro per ogni progetto. L’intenzione è quella di favorire interventi non inferiori a 20mila euro, anche se dall’analisi delle domande è emerso che la dimensione media dei progetti ha superato i 140 mila euro, coinvolgendo così sia le imprese che devono compiere un primo passo verso la digitalizzazione delle funzioni aziendali, sia le imprese con una maturità digitale più avanzata, che introducono, implementano o adattano soluzioni tecnologiche avanzate, quali ad esempio le tecnologie abilitanti previste nel piano nazionale impresa 4.0 (Internet delle cose, Big data analytics, Integrazione orizzontale e verticale dei sistemi, Simulazioni virtuali, Robotica, Cloud computing, Realtà aumentata, Stampanti 3d, Cybersecurity) e le più recenti tecnologie.

"Questo secondo bando a sostegno della digitalizzazione delle nostre Pmi ha dimensioni senza precedenti per numero di imprese coinvolte ed entità del sostegno erogato. Un impegno che consolida il ruolo dell’Emilia-Romagna fra le Regioni più innovative in Europa - dichiarano il presidente della Regione, Michele de Pascale, e il vicepresidente, Vincenzo Colla -. L’obiettivo del bando è qualificare sempre più le nostre filiere. La transizione digitale e i processi di trasformazione tecnologica, infatti, rappresentano oggi un elemento strategico per l’evoluzione del sistema economico e produttivo dell’Emilia-Romagna, strumenti imprescindibili per favorire l’innovazione, la crescita e la creazione di occupazione di qualità. Questa misura– aggiungono- non è solo un’opportunità per rafforzare la competitività delle imprese, ma contribuisce concretamente anche alla transizione sostenibile delle attività economiche. Particolare attenzione, infatti, è stata data alla riduzione degli sprechi e degli scarti, in un’ottica di economia circolare, oltre al miglioramento del benessere lavorativo attraverso soluzioni di automazione intelligente”. I progetti ammessi riguardano 231 Pmi della provincia di Bologna, 57 di Ferrara, 98 di Forlì-Cesena, 92 di Ravenna, 72 di Rimini, 212 di Modena, 149 di Reggio Emilia, 96 di Parma e 46 di Piacenza. Scendendo nei dettagli, dal bando emerge il grande interesse da parte delle imprese culturali e creative, di cui sono stati ammessi 193 progetti dei 224 presentati. Significativa, inoltre, la partecipazione delle imprese del commercio e di quelle artigiane, le più coinvolte nell’intraprendere i primi passi nella digitalizzazione di base. Molto alto l’interesse delle imprese della filiera meccanica-metallurgica, le più coinvolte nell’acquisto di macchinari e tecnologie previste nel piano nazionale impresa 4.0, forti anche degli investimenti già realizzati nell’ambito di precedenti bandi dalla Regione. Tra le proposte più interessanti, con punteggi prossimi alla soglia massima, si segnalano infine anche quelli presentati da imprese nel settore meccanico, della consulenza aziendale, del turismo e della logistica.

Pubblicato il 6 agosto 2025

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Primo incontro in Municipio tra la sindaca Katia Tarasconi e il nuovo prefetto di Piacenza, Patrizia Palmisani

sindaca

La sindaca Katia Tarasconi ha ricevuto in Municipio il nuovo prefetto di Piacenza, Patrizia Palmisani, per un primo incontro istituzionale che fa seguito al cordiale colloquio telefonico avvenuto già qualche giorno fa.

Una stretta di mano a suggellare la collaborazione tra i rispettivi enti, condividendo l'importanza di un confronto costruttivo e dell'impegno congiunto a tutela della sicurezza e della coesione sociale della comunità, del decoro e dell'accessibilità di beni e spazi pubblici.

"Anche a nome dei colleghi di Giunta - sottolinea la sindaca Tarasconi - ho voluto rinnovare personalmente al Prefetto Palmisani il più sincero augurio di buon lavoro e un benvenuto ufficiale in città, ribadendo la massima disponibilità dell'Amministrazione comunale al dialogo e al reciproco ascolto, nel rispetto del fondamentale ruolo di coordinamento che compete alla Prefettura". 

Pubblicato il 6 agosto 2025

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Scuole aperte anche di pomeriggio per renderle luoghi di comunità e aggregazione

Scuole aperte pomeriggio

Con l’avvio della sperimentazione delle ‘scuole aperte’ negli istituti superiori di primo grado, in Emilia-Romagna prende forma un nuovo modello educativo. Un’iniziativa della Regione che punta a trasformare le aule scolastiche in presìdi permanenti di inclusione, partecipazione e orientamento, e che prevede anche l’apertura di sportelli di orientamento nei territori, per gli studenti dagli 11 ai 19 anni. Attraverso l’avviso pubblico per la promozione del successo formativo e il contrasto alle povertà educative, approvato dalla Giunta, la Regione lancia un piano articolato per sostenere studenti e famiglie nelle scelte formative, prevenire la dispersione scolastica e rafforzare la rete educativa locale mettendo a disposizione complessivamente 4,5 milioni di fondi europei (misura FSE+ 2021-2027). L’intervento prevede due grandi direttrici di azione. La prima direttrice, finanziata con 2 milioni di euro, avvia la sperimentazione delle ‘scuole aperte’ all’interno delle scuole secondarie di primo grado promuovendo la realizzazione di attività educative, sportive e culturali in orario extracurriculare. L’obiettivo è trasformare gli edifici scolastici in veri spazi di comunità, dove si promuovono la socializzazione, la partecipazione e l’inclusione e coinvolgere le istituzioni scolastiche secondarie di primo grado, statali o paritarie, anche in forma associata con altri soggetti del territorio (associazioni culturali, sportive, enti locali, cooperative sociali). La seconda, sostenuta da 2,5 milioni di euro, mira a rafforzare su base territoriale una rete coordinata di presìdi dedicati all’orientamento scolastico e formativo per i ragazzi dagli 11 ai 19 anni. Si tratta di spazi stabili, uno per provincia su tutto il territorio regionale, gestiti dagli Enti locali, accessibili e integrati con scuole, enti di formazione, università e servizi per l’impiego, in grado di offrire ascolto, consulenza e accompagnamento personalizzato a studenti, famiglie e insegnanti. Il finanziamento, destinato agli Enti Locali - anche in forma associata - è così ripartito: 503.398 euro per la Città metropolitana di Bologna 391.480,00 per Modena, 315.614 per Reggio Emilia, 260.020 Parma, 175.290 per Piacenza, 187.120 euro per Ferrara, 225.000 per Ravenna, 232.940 per Forlì-Cesena, 209.138 per Rimini.

“L’educazione non si esaurisce tra i banchi: deve diventare una vera e propria infrastruttura sociale - spiega Isabella Conti, assessore a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola -. Con questo bando vogliamo offrire ai nostri territori un’opportunità nuova. Rendere gli spazi scolastici accessibili anche oltre l’orario canonico significa dare, a ragazze e ragazzi, gli strumenti e i luoghi per esprimersi, coltivare passioni e talenti, costruire legami significativi. È una risposta culturale e sociale, non solo organizzativa: aprire le scuole significa aprire possibilità, diritti, orizzonti in linea con la migliore tradizione della nostra terra”. “In questo tempo di grandi cambiamenti - aggiunge Conti - serve una presenza capillare, riconoscibile e stabile che sappia intercettare i bisogni e accompagnare i percorsi formativi anche nei momenti di difficoltà. Per questo prevediamo anche presìdi stabili e accessibili sul territorio, dedicati all’orientamento, dove studenti, famiglie e insegnanti possano trovare ascolto, consulenza e accompagnamento personalizzato. Si tratta di un grande lavoro di rete tra istituzioni scolastiche, enti di formazione, università famiglie, enti locali e Terzo settore con l‘obiettivo di garantire a tutti l’accesso a servizi qualificati e personalizzati, che aiutino a fare scelte informate, solide, coerenti. Con questo avviso rafforziamo la capacità dei territori di costruire risposte concrete e di accompagnare i nostri giovani in un percorso di autonomia e dignità”. La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per le ore 12 dell’8 ottobre 2025. I progetti selezionati partiranno nei mesi successivi, con il coinvolgimento attivo di scuole, enti di formazione, amministrazioni locali e realtà del terzo settore. Il provvedimento, che si inserisce nel più ampio impegno della Regione Emilia-Romagna per il diritto allo studio, tracciato dal programma di mandato della nuova legislatura, è coerente con le priorità 3 (inclusione) e priorità 4 (occupazione giovanile) del Programma FSE+ 2021-2027 e contribuisce all’attuazione concreta del Pilastro europeo dei diritti sociali.

Pubblicato il 5 agosto 2025

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