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Notizie Varie

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63 percorsi di formazione superiore per 1200 persone sul territorio regionale

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Una offerta formativa, modellata sulle principali filiere produttive dell’Emilia-Romagna, che preparerà profili tecnici spendibili sul mercato del lavoro nei settori dei big data, del fashion, dell’automotive, della robotica, dell’industria creativa e culturale, dell’ambiente sostenibile, dell’agroalimentare e dell’edilizia. Le opportunità, da Piacenza a Rimini, sono contenute in 63 percorsi formativi, per l’anno scolastico 2021-2022, di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) approvati con una delibera della Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, che ha anche stanziato per le iniziative 7,9 milioni di euro, risorse europee del Por Fse 2014-2020. I percorsi sono rivolti a 1260 persone, giovani e adulti diploma professionale o diploma di istruzione, non occupati o occupati, e a persone in possesso di acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successive all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. I giovani potranno acquisire come titolo finale il Certificato di specializzazione tecnica superiore, anche con un contratto di apprendistato di I livello. I percorsi concorrono agli obiettivi generali della Rete politecnica integrando l’offerta dei 34 percorsi delle Fondazioni Its con l’obiettivo di cogliere e rispondere, ai fabbisogni formativi e professionali delle filiere e dei sistemi d’impresa necessari ad attivare e sostenere processi di innovazione per la transizione verde e digitale del manifatturiero e dei sevizi avanzati alle imprese, per accompagnare l’innovazione dei servizi formando competenze per la creazione di valore aggiunto di prodotto, processo o servizio. Ogni percorso formativo, che dovrà essere avviato entro il mese di novembre, avrà un finanziamento medio di 120 mila euro: si rivolge a circa 20 destinatari e ha una durata complessiva di 800 ore. Per iscriversi è necessario sostenere e superare una prova di accesso. “Così rispondiamo alla domanda delle imprese di tecnici specializzati e offriamo opportunità di lavoro qualificato ai giovani. Una strategia -afferma l’assessore regionale al lavoro e Formazione professionale, Vincenzo Colla- che punta a trasferire alle imprese le competenze necessarie ad intraprendere strategie di innovazione e di riposizionamento strategico. Continuiamo dunque, e rafforziamo, il percorso intrapreso per far crescere le nostre aziende, le filiere e rafforzare la competitività del territorio ma soprattutto far crescere la qualificazione di chi si approccia al mercato del lavoro, per ridurre il problema di domanda e offerta, per creare occupazione di qualità”.

Le persone formate saranno capaci di supportare, anche nelle piccole e medie imprese, i processi di innovazione organizzativa e produttiva, e di accompagnare le aziende nell’ideazione di nuovi prodotti e servizi basati sulla multimedialità, sulle opportunità connesse alla rete, sull’innovazione di processi produttivi, organizzativi e di gestione delle Ict (Information and communication technology) della banda larga, oltre che tecnicamente qualificate per gestire il processo di ideazione, progettazione e realizzazione di un prodotto e servizio. I corsi fanno riferimento alle ‘specializzazioni tecniche superiori’ definite a livello nazionale con un’articolazione in profili che corrispondono a una declinazione degli standard nazionali rispetto a specificità territoriali dei sistemi produttivi. I percorsi formeranno competenze specifiche tecniche, tecnologiche, organizzative e relazionali richieste dai sistemi produttivi territoriali e dalle imprese dei servizi.

La formazione d’aula e di laboratorio è accompagnata da uno stage che consente ai partecipanti di sperimentare in impresa le competenze acquisite, conoscere gli ambienti lavorativi e comprenderne le dinamiche relazionali. I percorsi sono progettati e realizzati congiuntamente da enti di formazione professionali, da istituti di istruzione superiore dalle università e dalle imprese. Con la delibera è stato approvato, inoltre, il ‘Catalogo’ dell’offerta formativa per l’acquisizione, in apprendistato, di un certificato specializzazione tecnica superiore. Prevista anche una ulteriore offerta, ovvero i percorsi Ifts unicamente fruibili dai giovani assunti con contratto di apprendistato di I livello. L’elenco dei percorsi è consultabile al seguente indirizzo: https://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it/rete-politecnica/approfondimenti/istruzione-e-formazione-tecnica-superiore-ifts .

Pubblicato il 13 agosto 2021

I 12-19enni non devono più prenotare per fare il vaccino

vaccino

La Regione Emilia-Romagna è pronta: da lunedì 16 agosto tutte le ragazze e i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 19 anni potranno recarsi presso i centri vaccinali attivi da Piacenza a Rimini per ricevere la vaccinazione anti-Covid, senza prenotazione. Così come chiesto dal commissario straordinario all'emergenza coronavirus, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in una lettera inviata a Regioni e Province Autonome, viale Aldo Moro ha subito organizzato le proprie strutture per fornire una corsia preferenziale ai giovani emiliano-romagnoli che vorranno vaccinarsi. L’accelerazione richiesta è dovuta sia alla riapertura il mese prossimo delle scuole con didattica in presenza, sia all’avvio della prossima stagione sportiva.

Nella lettera di Figliuolo viene infatti evidenziata l'esigenza rappresentata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport, per cui l’immunizzazione potrà avere risvolti positivi anche per incentivare la ripresa sia delle attività sportive sia di quelle finalizzate a garantire un maggior benessere psicofisico per i più giovani. La Regione ha voluto quindi rispondere in modo tempestivo alla richiesta del generale Figliuolo per garantire ai giovani la ripresa in sicurezza del prossimo anno scolastico e delle attività sportive. Ad oggi in Emilia-Romagna sono già 155.908, il 47,6% del totale, i giovani tra i 12 e i 19 anni che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre 88.366 (27%) hanno completato il ciclo con doppia dose.

Pubblicato il 13 agosto 2021

A Sant'Anna di Stazzema è morta l'umanità

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Il Comune  di Piacenza alla commemorazione, nel  77° anniversario  della strage

“La  reazione  istintiva  sarebbe  un  silenzio  carico  di  rispetto  e  commozione,  ma  è giusto  e  doveroso  invece  che  di  Sant'Anna  di  Stazzema  si  continui  a  parlare,  per conservare  la  memoria  come  monito  e  insegnamento  della  storia”. 
A  sottolinearlo  è  il consigliere   Sergio   Pecorara,   chiamato   a   rappresentare   oggi   l'Amministrazione comunale  nel  borgo  toscano,  dove  si  è  tenuta  la  cerimonia  a  ricordo  delle  560  vittime nel  77° anniversario  dell'eccidio  nazifascista.  Come  sempre,  tra  i  labari  e  gli  stendardi di  tante municipalità italiane,  non mancava il  gonfalone  di  Piacenza, retto dagli  agenti Calogero  Bonaventura e Sara Chiappini  della Polizia Locale.

“Rendere  il  nostro  tributo  alle  vittime  innocenti  di  quella  strage  –  rimarca  Pecorara - significa  riflettere  sulla  brutalità  e  sugli  orrori  della  guerra:  nel  massacro  che  il  12 agosto  1944  ha  colpito  al  cuore  una  comunità  intera,  infierendo  innanzitutto  su bambini,  donne  e  anziani  inermi,  c'è  la  negazione  di  ogni  scintilla  di  umanità.  In quelle  esecuzioni  impietose,  nelle  case  incendiate  e  nella  devastazione  di  quel  giorno c'è  un  dolore  che  oggi  sentiamo  anche  nostro,  in  cui  possono  riconoscersi  tutti  coloro che  credono  nella pace, nella libertà, nell'inviolabilità della vita”.

Alla  celebrazione  della  messa,  officiata  dall'arcivescovo  di  Pisa  monsignor  Giovanni Paolo  Benotto,  è  seguito  il  corteo  sino  al  Sacrario,  dove  sono  intervenuti,  tra  gli  altri, il   sindaco  di  Stazzema  Mauro  Verona,  il  presidente  dell'associazione  Martiri  di Sant'Anna  Enrico  Pieri  e  il  sottosegretario  ai  Rapporti  con  il  Parlamento  Deborah Bergamini.  Alla  presenza  del  giornalista  Sandro  Ruotolo,  è  stata  inoltre  inaugurata  la simbolica  panchina per  la libertà di  stampa.

Pubblicato il 12 agosto

Da ottobre cinque codici di priorità nei pronto soccorso

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Cinque codici di priorità, al posto degli attuali 4, che terranno conto non solo del livello di criticità di chi arriva in Pronto soccorso, ma anche della complessità clinico-organizzativa e dell’impegno assistenziale necessario per attivare il percorso, in modo da ottimizzare il “flusso” dei pazienti e migliorare l’esperienza di presa in carico. È questa la principale novità introdotta dalle Linee di indirizzo per il triage nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna, approvate in questi giorni dalla Giunta regionale. Ai colori rosso, arancione, verde e bianco, si aggiunge ora l’azzurro (tra l’arancione e il verde) che indica un’urgenza differibile, con 60 minuti come tempo di attesa massimo per la presa in carico. L’adozione di questo nuovo sistema di triage, in coerenza con le Linee di indirizzo nazionali, si ispira a un modello di approccio globale alla persona e ai suoi familiari, che consentirà un uso ancora più appropriato delle risorse umane e strumentali, in base alla complessità della casistica e la piena attuazione di alcune soluzioni organizzative o di percorsi specifici. L’obiettivo è individuare la priorità d’accesso alle cure e indirizzare il paziente verso percorsi diagnostico-terapeutici sempre più appropriati. Le Linee di indirizzo verranno applicate a partire dal 1° ottobre prossimo, dopo un periodo di formazione ad hoc destinato al personale sanitario e interventi di adeguamento informatico che vedranno coinvolte le Aziende sanitarie e ospedaliere della regione.
“Un ulteriore passo avanti per migliorare l’accoglienza e la presa in carico dei pazienti che accedono ai Pronto soccorso della nostra regione, che come ben sappiamo rappresentano il principale punto di riferimento per i bisogni sanitari urgenti dei cittadini- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Le nuove Linee di indirizzo, con le novità che introducono a partire dal nuovo codice colore e dai servizi di accoglienza e informazione nel caso delle strutture con un’alta casistica, vanno nella direzione di accelerare la presa in carico del paziente e garantire i percorsi di diagnosi e cura più appropriati, anche con un’attenzione particolare alla formazione del personale”.

 Le nuove linee

I codici colori vengono assegnati duranti il triage, con cui si garantisce che l’accesso alle cure avvenga secondo criteri di priorità (codici colore o numerici) ed equità. La valutazione di triage rappresenta un momento fondamentale anche per l’accoglienza e il riconoscimento di situazioni di fragilità, che richiedono l’attivazione di percorsi in grado di fornire sostegno e agevolare la presa in carico in ambito sanitario, assistenziale e sociale. È il caso, ad esempio, di maltrattamento e abusi su minori e donne, e casi di disturbi della sfera psichica.
Le nuove Linee di indirizzo prevedono dunque cinque codici colore: rosso (per l’emergenza, richiede una valutazione immediata da parte dei sanitari); arancione (urgenza indifferibile, 15 minuti come tempo di attesa massimo per la presa in carico); azzurro (urgenza differibile, 60 minuti tempo d’attesa massimo); verde (urgenza minore, 120 minuti); bianco (non urgenza, 240 minuti). Il metodo di triage a 5 diversi livelli di priorità rappresenta il “gold standard” internazionale ed è propedeutico alla creazione di percorsi che tengano in considerazione la complessità clinica, l’intensità assistenziale e le risorse impiegate, consentendo inoltre l’individuazione di 3 diversi flussi di post triage (alta, media e bassa complessità).

Il triage

Il triage è una “funzione” di competenza infermieristica; nella definizione della priorità si tiene conto del problema di salute principale, del livello di criticità, del rischio di evoluzione clinica peggiorativa e del percorso di cura più appropriato. Alla definizione del codice colore concorreranno ulteriori fattori, quali il livello di dolore, l’età, il grado di fragilità e/o disabilità, particolarità organizzative e di contesto locale. Si tratta di un processo dinamico, che implica rivalutazioni periodiche, poiché le condizioni cliniche dei pazienti in attesa di essere presi in carico dai medici possono migliorare o peggiorare, in modo da richiedere una rivisitazione del livello di priorità e/o del percorso di cura.
La funzione di triage deve essere sempre attiva durante l’orario di attività del Pronto soccorso. Ciascuna struttura necessita di una postazione di triage funzionale all’attività della struttura stessa. Per questo, nei Pronto Soccorso con un’elevata casistica è prevista la realizzazione di servizi di accoglienza/informazione (per esempio, con la collaborazione con associazioni di volontariato) in supporto alla gestione della sala di attesa. Questo servizio avrà una funzione di orientamento e le persone dedicate dovranno essere appositamente formate. Il loro compito sarà garantire la massima tempestività nel contatto tra pazienti e personale sanitario.

Per quanto riguarda le risorse umane, come previsto dalla precedente delibera della Giunta regionale, è previsto che nei Pronto soccorso con un’affluenza superiore a 20.000 accessi l’anno il triage sia svolto da infermieri dedicati a questa funzione in maniera esclusiva. Nelle strutture con un numero inferiore di accessi è invece previsto che il triage venga fatto, in modo non esclusivo, da un infermiere del Pronto soccorso. In base alle Linee di indirizzo, inoltre, viene stabilito che il numero di infermieri dedicati sia incrementato in base al numero di accessi e modulato anche in relazione alle diverse fasce orarie/giorni della settimana prevedendo, quando necessario, un’unità dedicata alla rivalutazione. Gli infermieri che svolgono attività di triage dovranno aver svolto un percorso formativo appositamente creato per acquisire le conoscenze e le competenze necessarie a implementare le nuove modalità organizzative di triage.

L’emergenza Covid-19 ha modificato il consueto flusso operativo dei Pronto soccorso: le strutture di emergenza-urgenza dell’Emilia-Romagna hanno dovuto rispondere con particolare impegno all’esigenza di presa in carico dei cittadini affetti dalla patologia in forma moderata o severa. Per fare tutto ciò e, al tempo stesso, garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti con altre necessità assistenziali, la Regione ha definito con appositi atti, sin dall’inizio dell’epidemia, percorsi distinti e sicuri all’interno delle strutture di Pronto soccorso. In questo scenario, il personale di triage, coadiuvato dal personale di pre-triage, ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nel riconoscere segni e sintomi della patologia e nel governare, all’interno della struttura, i flussi e i percorsi dedicati alla presa in carico di soggetti con sospetto Covid-19 e quelli per i cittadini con altre esigenze assistenziali.

Pubblicato il 12 agosto 2021

Risorse del bando di promozione e condivisione dei valori europei

Europa

Favorire la conoscenza della cultura e dell’identità europea, condividerne i valori, accrescere l’informazione e la comunicazione sui diritti che la cittadinanza dell’Unione conferisce a cittadini e cittadine, per migliorarne la consapevolezza e per incoraggiare una reale cittadinanza attiva. E ancora, rafforzare la partecipazione degli enti territoriali alle politiche comunitarie e la loro capacità di intercettare le risorse europee, soprattutto relative alla nuova programmazione dei Fondi comunitari e all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Sono questi gli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna si è posta con il bando rivolto a enti locali, associazioni e fondazioni senza scopo di lucro con almeno una sede operativa sul territorio regionale, che ha messo a disposizione 270mila euro per cofinanziare progetti specifici, con un contributo fino a 20mila euro a progetto. 19 i progetti approvati e finanziati, di cui 11 presentati da enti locali e 8 dall’associazionismo. Dei 270 mila euro a disposizione, 153.398 sono stati riconosciuti come cofinanziamento a progetti degli enti locali e 116.584 a progetti del mondo dell’associazionismo. Il valore complessivo del parco progetti approvati, contributo regionale e quota a carico dei beneficiari, supera i 370mila euro. Laboratori sul Green Deal europeo, sviluppo sostenibile ed economia verde, attività sugli ecosistemi e le geografie europee che prevedono il coinvolgimento di performer di street art, e ancora attività culturali con la presenza di giovani scrittori europei sono solo alcune delle iniziative progettate e finanziate. “Se vogliamo progettare concretamente il nostro futuro, dobbiamo farlo con lo sguardo sempre volto a quel che accade intorno a noi e all’Unione europea- afferma la vicepresidente con delega ai Rapporti con l’Ue, Elly Schlein - perché di fronte a sfide comuni, servono risposte condivise. Con questo bando ci siamo posti l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la vocazione europea dell’Emilia-Romagna, coinvolgendo le cittadine e i cittadini, l’associazionismo e i territori. Vogliamo contribuire a far conoscere le nuove opportunità europee, che orientano gli investimenti verso l’inclusione sociale e la transizione ecologica e digitale. È una sfida - conclude la vicepresidente - che si può affrontare solo se si lavora tutti insieme, ognuno per la propria parte. Il bando rientra nell’ambito delle strategie definite nel Programma triennale per la promozione della cittadinanza europea 2019-2021 e nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, a cui la Regione Emilia-Romagna ha destinato più di 800mila euro nel triennio 2019-2021.

 I progetti che riceveranno il sostegno della Regione si dividono in due tipi: iniziative per la diffusione della conoscenza del progetto di Unione, del processo di integrazione europea e dei diritti e doveri derivanti dalla cittadinanza europea; iniziative di institutional building per la promozione della conoscenza dei processi di formulazione e attuazione delle politiche dell’Unione e il rafforzamento della partecipazione degli enti locali alla progettazione europea ed alle sue opportunità. Questi ultimi hanno l’obiettivo di fornire gli strumenti necessari a cogliere le opportunità di finanziamento della nuova programmazione europea, sostenendo un nuovo corso delle politiche territoriali che dia ampio spazio alla sfida della transizione ecologica.

Nei progetti di diffusione e divulgazione dei temi legati alla cittadinanza europea molta attenzione è riservata agli adolescenti e agli under 30. La distribuzione geografica dei progetti approvati vede 4 interventi nella provincia di Bologna, 3 in quella di Modena, 3 in quella di Forlì-Cesena, 2 in quella di Ravenna, 2 in quella di Parma e 2 in quella di Reggio Emilia, mentre le province di Ferrara, Parma e Rimini ottengono 1 intervento finanziato ciascuna. I progetti presentati dovranno essere realizzati e concludersi nell’arco del 2021.

Pubblicato l'11 agosto 2021

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