Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Anche le imprese possono piantare alberi con “Mettiamo radici per il futuro”

alberi distribuz


 
“Mettiamo radici per il futuro”, il grande piano green per fare dell’Emilia-Romagna il “corridoio verde” d’Italia, fa un altro passo in avanti. La Giunta regionale ha appena approvato un bando a sostegno degli interventi di forestazione che si rivolge a tutte le tipologie di imprese (escluse quelle agricole), con una dotazione finanziaria di 500mila euro per il biennio 2022-23. Più verde, dunque, più alberi e fasce boscate anche nei terreni di proprietà o in disponibilità delle imprese private, grazie a questi nuovi contributi. È la prima volta che esce un bando per la forestazione dedicato alle aziende, e costituisce un’ulteriore azione del percorso per aumentare la superficie verde dell’Emilia-Romagna. Si aggiunge così ai bandi 2021 e 2022 rivolti ai comuni delle aree di pianura per interventi di forestazione in ambito urbano e periurbano. Anche quest’autunno, inoltre, come ogni anno riprenderà la distribuzione gratuita di alberi a cittadini, associazioni ed enti, tramite vivai accreditati; e, con il progetto di Rinaturazione del Po, saranno messi a dimora circa un milione di nuovi alberi. L’obiettivo è di piantumare entro la fine del mandato di 4 milioni e mezzo di alberi, uno per ogni residente della Regione: un traguardo ambizioso, che si può raggiungere grazie alla collaborazione di tutti, cittadini, associazioni, enti locali e ora anche imprese.

Possono candidare progetti per accedere ai contributi le imprese, con qualsiasi forma giuridica, escluse quelle agricole. Il bando prevede, a fronte dell’impegno delle stesse nel mettere a disposizione i terreni e realizzare piantagioni forestali permanenti, la concessione di un cofinanziamento del 60% dei costi sostenuti. I progetti per i quali verrà presentata domanda di cofinanziamento dovranno avere una dimensione di investimento (spesa ammissibile) non inferiore a 10mila euro e non superiore ai 150mila. Potranno pertanto essere concessi dei contributi variabili da un minimo di 6mila a un massimo di 90mila euro. Nel caso di progetti con dimensione dell’investimento superiore a 150mila euro, il cofinanziamento non potrà comunque superare l’importo massimo di 90mila euro. Le domande per la presentazione delle proposte devono essere trasmesse alla Regione Emilia-Romagna, Settore Aree Protette, Foreste e Sviluppo Zone Montane, tramite Pec alla casella di posta elettronica segrprn [AT] postacert [DOT] regione [DOT] emilia-romagna [DOT] it entro e non oltre il 30 settembre prossimo, mentre la graduatoria verrà pubblicata entro il 31 ottobre. Il termine per la fine dei lavori di forestazione è fissato per il 31 dicembre 2023, la rendicontazione entro il 31 marzo 2024.

Pubblicato il 7 agosto 2022

Ascolta l'audio

Il Centro diurno della Besurica compie 10 anni

centro diurno besurica


Importante traguardo per il Centro Diurno per anziani della Besurica che compie 10 anni.
Alla presenza del Sindaco di Piacenza Katia Tarasconi e del Presidente della Fondazione Roberto Reggi, insieme a tutti gli anziani ospiti, alle loro famiglie e agli operatori, il Centro Diurno della Besurica, gestito da Unicoop, ha festeggiato giovedì 4 agosto il suo decimo compleanno.

L'inaugurazione nel 2012

Inaugurato nell’estate 2012, il Centro Diurno della Besurica è una struttura semiresidenziale sociosanitaria che assiste anziani con diverso grado di non autosufficienza e si prefigge di garantire agli anziani ospiti adeguata tutela socio-sanitaria in un contesto di vita comunitaria con caratteristiche di familiarità, di favorire negli anziani ospiti il mantenimento e/o il recupero di capacità fisiche, mentali e relazionali e di prevenire ulteriore perdita di autonomia, sostenere i nuclei familiari di appartenenza in vista del mantenimento dell’anziano nel proprio ambiente di vita.  Il Centro è accreditato con Comune di Piacenza e Az. Usl nel rispetto delle normative regionali in materia.
Il Centro, situato in Via Braille, vicino alla piazza e alla parrocchia, è diventato da subito parte integrante del quartiere. Gli ospiti ricevono spesso la visita dei bimbi della scuola materna e del nido, partecipano alle attività dalla vicina biblioteca e dei volontari della Misericordia.
La volontà di essere un centro diurno aperto, si concretizza anche attraverso la creazione di collaborazioni stabili e strutturate con associazioni di volontariato, ragazzi del servizio civile, allievi di scuole superiori e non, stagisti di enti di formazione e studenti universitari. Tali collaborazioni hanno permesso la realizzazione di attività e momenti animativi, partecipazione a eventi culturali, feste a tema, uscite, visite ai musei, ecc.
Il Centro Diurno della Besurica accoglie oggi n. 18 ospiti convenzionati con il Comune di Piacenza e 2 utenti privati.

Posti disponibili
Sono attualmente disponibili alcuni posti ad accesso privato, per informazioni:
UNICOOP Cooperativa Sociale a r.l.
tel. 0523-323677 –  www.cooperativaunicoop.it
Coordinatore del servizio: Daniela Sartori, danielasartori [AT] cooperativaunicoop [DOT] it

Pubblicato il 6 agosto 2022

Ascolta l'audio

Banca di Piacenza ancora partner organizzativo del Piacenza Calcio

  Maglie



La Banca di Piacenza ha rinnovato il rapporto di collaborazione con il Piacenza Calcio, di cui sarà partner organizzativo anche per la stagione sportiva 2022-2023.
La convenzione è stata firmata - nella Sala Ricchetti della Sede centrale dell’Istituto di credito - dal presidente della società biancorossa Roberto Pighi e dal presidente esecutivo della Banca Corrado Sforza Fogliani, presenti anche Marco Polenghi e Marco Scianò, rispettivamente vicepresidente e direttore generale del Piacenza Calcio, e il vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli.
Le parti hanno espresso reciproca soddisfazione per aver dato seguito ad una partnership avviata due anni fa nell’ambito del progetto di rilancio della società sportiva, che anche quest’anno parteciperà al campionato nazionale di Lega Pro.

La conferma di questa collaborazione rientra, per la Banca, nella continuità di azione di sostegno concreto al territorio in cui opera da 85 anni. Anche nello sport.

Pubblicato il 4 agosto 2022

Ascolta l'audio

A Bettola una via intitolata a don Vincenzo Calda

don Calda

Il Comune di Bettola ha deciso di intitolare una via a don Vincenzo Calda, indimenticato parroco di San Bernardino.
Sabato 6 agosto, alle 17, il sindaco Paolo Negri scoprirà i nuovi cartelli di tre vie del paese della zona lottizzata di “Fra i Luoghi”, nel capoluogo. Altre due vie sono state intitolate a due figure storiche di Bettola: il partigiano, sindaco e farmacista Ginetto Bianchi e il giornalista e direttore del Corriere della Sera Alberto Cavallari.

CHI ERA DON VINCENZO CALDA

Don Vincenzo Calda nacque il 1° gennaio 1916 a Piacenza, venne ordinato sacerdote il 25 marzo 1939. Iniziò il suo servizio pastorale come curato in San Savino, per poi passare nel ’41 con lo stesso incarico a Caorso, assumendo anche lo stesso ruolo per Zerbio. Il 18 giugno ’43 è stato nominato parroco di Pessola. Nel ’53 l’approdo a Bettola, nella parrocchia di San Bernardino, dove è rimasto fino al 2002, quando per motivi di salute ha dovuto rinunciare all’incarico, rimanendo comunque a vivere nella canonica, fino al ricovero alla struttura “Cerati” di Piacenza, dove è morto il 19 novembre 2007. Nel suo mandato bettolese ha ricoperto anche il ruolo di amministratore e parroco di Roncovero, fino alla dichiarata inagibilità della struttura dell’ex seminario “San Luigi”.

QUELLO CHE HA FATTO E LASCIATO

Al suo arrivo San Bernardino inizia subito a caratterizzarsi per la vitalità giovanile. Don Calda si fa promotore di molte iniziative, a partire dalla costruzione dell’oratorio nel ’56. Al sacerdote è dedicato il centro polifunzionale di San Bernardino. “Don Vincenzo è stato parroco di San Bernardino per oltre trent’anni – ha sempre ricordato l’attuale parroco don Angelo Sesenna -, e si può dire che tutto quello che c’è in questa parrocchia l’ha fatto lui”. Don Vincenzo ha accompagnato per decenni la vita di Bettola e dei suoi fedeli. “Conservo un ricordo affettuosissimo di don Vincenzo Calda – disse nel momento della sua scomparsa, Pierluigi Bersani, ex ministro ed ex presidente della Regione, originario di Bettola -. L’intensità del nostro rapporto si può misurare dall’inizio, ovvero dalla volta del famoso sciopero e poi con il momento culminante, quando lui suonò le campane della chiesa quando diventai ministro per la prima volta”. Bersani da bambino indossò infatti la veste di chierichetto all’inizio degli anni sessanta, quando avanzò una critica nei confronti del “suo” sacerdote don Vincenzo. “Scioperammo – raccontò anche in una recente puntata di “Porta a Porta” su Raiuno - perché noi chierichetti non eravamo d’accordo con il metodo di ripartizione delle mance agli sposalizi. Le regole non ci sembravano socialmente eque”. Don Vincenzo si oppose: “siete troppo piccoli, i soldi ve li tengo io”. Bersani non ci stette e capeggiò lo sciopero. La domenica successiva, nello stupore dei fedeli, nessuno servì all’altare. Alla fine don Vincenzo fu costretto a cedere e si arrivò a un compromesso: i soldi dei chierichetti li avrebbero tenuti i genitori. La polemica finì e tra i due si creò una bella intesa. “Una persona straordinaria nella sua semplicità – disse Bersani -. Un parroco davanti al quale tutti si dovrebbero inginocchiare, laici e cattolici, credenti e non credenti, per la sua capacità di tenere insieme la comunità, il suo lasciare spazio a tutti. La semplicità era il suo tratto distintivo, che ha lasciato un’impronta in tutti i suoi parrocchiani”.

Un altro merito di don Vincenzo Calda è stato quello di dare vita al “Coro Ana Valnure”, nato proprio a Bettola nel marzo del 1973 col nome di “Corale Bettolese”, nella parrocchia di San Bernardino. Don Vincenzo fondò il gruppo insieme ad alcuni volontari amanti del canto corale di montagna: inizialmente costituirono una corale a voci miste e un anno dopo il coro diventò solamente a voci virili. Nel 1982 la Corale viene integrata con l’apporto di alcuni voci originarie di Groppallo di Farini e la direzione affidata a don Gianrico Fornasari. Don Calda assunse allora il ruolo di presidente. Don Vincenzo si è dato da fare nel corso del suo lungo sacerdozio bettolese, oltre che per la musica, anche per lo sport. San Bernardino divenne infatti la sede di un mitico gruppo sportivo del paese dal nome un po’ strano: i “Diavoli Neri”. Alla fine degli anni ’80 fondò anche la Filodrammatica San Bernardino, ancora oggi attiva. Per il suo impegno a favore della comunità di San Bernardino e di tutta Bettola, il centro parrocchiale Anspi e il complesso di campi da gioco sono stati a lui intitolati e dedicati. Don Vincenzo Calda riposa nel cimitero di San Bernardino insieme ai genitori e alla sorella Anna, che le è rimasta accanto per tutta la sua vita.

Pubblicato il 5 agosto 2022

Ascolta l'audio

Wecoop, laboratorio di educazione all’imprenditorialità cooperativa

 wecoop



Concluso il percorso di conoscenza e stimolo all’autoimprenditorialità per futuri manager tenuto da Università Cattolica del Sacro Cuore e Confcooperative Piacenza.
Sono stati 392 i partecipanti a WECOOP, laboratorio di orientamento alla cultura imprenditoriale cooperativa, organizzato congiuntamente dalla prof.ssa Franca Cantoni, docente della facoltà di Economia e Giurisprudenza piacentina, e da Nicoletta Corvi, direttrice di Confcooperative Piacenza fino al 31 luglio scorso, e destinato agli studenti iscritti al primo anno della laurea in Economia aziendale, corsi di Organizzazione di impresa (in lingua italiana) e Organizational Theory and Design (in lingua inglese) della laurea triennale in Economia aziendale).

Terminato il seminario, un piccolo gruppo di studenti ha voluto cogliere un’ulteriore opportunità di approfondimento frequentando un secondo laboratorio, di taglio più operativo, finalizzato all’attualizzazione del modello cooperativo attraverso l’ideazione e sviluppo di un progetto d’impresa. Ciò ha permesso alla classe, composta da 12 studenti, di simulare, seppure a livello embrionale, il modello cooperativo a partire dall’individuazione di un’idea progettuale per poi seguirne le fasi di sviluppo finalizzato alla definizione di un progetto d’impresa.

Negli incontri svolti presso l’Ateneo piacentino sono stati illustrati gli elementi più caratterizzanti dell’impresa cooperativa, in un percorso finalizzato a far cogliere le potenzialità della cooperativa non solo come possibile sbocco professionale, ma anche come modello d’impresa per lo sviluppo di idee progettuali e quindi di progetti imprenditoriali.

“L’insegnamento – spiegano Nicoletta Corvi e Franca Cantoni - ha previsto l’impiego di diversi strumenti e l’utilizzo di percorsi operativi ad hoc, quali video e filmati per presentare l’impresa cooperativa, i valori di riferimento, gli ambiti e settori di attività, la tipologia delle imprese cooperative, ma anche griglie per la focalizzazione e lo sviluppo di progetti reali, strumenti capaci quindi di guidare l’evoluzione da una semplice idea ad un vero e proprio progetto d’impresa, utilizzati per il lavoro nel gruppo progettuale. Assai variegati gli elaborati conclusivi, che hanno spaziato dalla realizzazione di una stazione di rifornimento ad idrogeno (da finanziare tramite il PNRR), ad un’idea di corretto smaltimento dei rifiuti denominata ‘Roma pulita’, oppure da un’accademia per giovani attori da realizzarsi a Piacenza, fino ad innovativi sistemi di export dei prodotti agroalimentari del territorio, e, infine, dalla valorizzazione locale a partire dalla messa a reddito dei terreni incolti ad un’agenzia efficace nella ricerca e selezione del personale. Un’esperienza complessivamente assai proficua – dichiarano le due formatrici - che ci riproponiamo di presentare nuovamente negli anni a venire e di implementare”.

Pubblicato il 4 agosto 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente