Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Its, i giovani diplomati possono iscriversi entro il 14 ottobre a 43 corsi di specializzazione tecnica

 Corsi Its

Le imprese dell’Emilia-Romagna hanno un crescente bisogno di giovani tecnici specializzati. Ogni giorno sentiamo appelli di imprenditori che non trovano personale in aree aziendali fondamentali. Tra fine ottobre e inizio novembre partiranno in regione 43 corsi biennali ITS, che forniscono ai giovani competenze tecniche e tecnologiche molto richieste dalle imprese. “Gli ITS sono un’opportunità importante per i giovani emiliano-romagnoli – dichiara la presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi – perché sono realizzati in stretta collaborazione con le imprese, offrono ottime possibilità di trovare una occupazione qualificata e una successiva crescita professionale.  Siamo in una fase economica complessa in cui la sfida sui mercati si giocherà sempre di più sulla conoscenza e sul valore aggiunto dei prodotti: per questo è importante che i giovani siano formati con contenuti innovativi di sapere e di tecnologia”.

La formazione degli Its è molto varia: comprende lezioni in aula ma soprattutto laboratori pratici e stage in azienda. I corsi durano 2 anni per un totale di 2000 ore, di cui il 40 per cento si svolge all'interno delle imprese. Gli studenti hanno l’opportunità di fare un’esperienza formativa all’interno di imprese anche con sede all’estero. Tra i docenti c’è una presenza di almeno la metà di esperti provenienti dal mondo del lavoro. In Emilia-Romagna oltre l’80 per cento dei partecipanti agli ITS trova un lavoro qualificato in azienda, e alcuni corsi raggiungono il 90 per cento. Le iscrizioni scadono il 14 ottobre. I corsi, promossi da 7 Fondazioni ITS riunite nell’Associazione Scuola Politecnica ITS Emilia-Romagna, sono gratuiti e co-finanziati dalla Regione con il Fondo Sociale Europeo e fondi nazionali. In sintesi, gli ITS in Emilia-Romagna formano tecnici superiori in questi settori: Meccanica, meccatronica, motoristica, packaging con 15 corsi; ICT e industrie creative con 10 corsi; Agroalimentare con 4 corsi; Territorio, energia, costruzioni con 5 corsi; Turismo e benessere con 3 corsi; Logistica e mobilità con 3 corsi; Nuove tecnologie della vita con 3 corsi. La Rete Politecnica promossa dalla Regione Emilia-Romagna mette a disposizione complessivamente oltre 100 opportunità formative per giovani e adulti: oltre ai corsi ITS, nei prossimi mesi partiranno 71 corsi di istruzione e formazione tecnica superiore e 41 corsi brevi di formazione superiore. Tutte le informazioni sul sito https://itsemiliaromagna.it/ .

Pubblicato il 1° ottobre 2022

 

Ascolta l'audio

Nuovi vaccini Pfizer e Moderna adattati alle varianti, quasi 50mila dosi a Piacenza

Vaccini settembre

Dopo l’autorizzazione di Ema e Aifa e il via libera del ministero della Salute, anche le nuove formulazioni bivalenti di vaccini a m-RNA adattati alle ultime varianti sono disponibili per la vaccinazione contro il Covid-19: due le tipologie presenti, original/omicron BA.1 di Spikevax (Moderna) e Comirnaty (Pfizer), e original/BA.4-5 di Comirnaty. In Emilia-Romagna sono già state consegnate oltre 700mila dosi (717.094), pronte per essere somministrate anche con il coinvolgimento dei Medici di medicina generale, dopo l’accordo recentemente siglato con la Regione. Tra le 717.094 dosi dei vaccini bivalenti sul territorio, 49.264 sono andate all’Ausl di Piacenza.

L’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha già dato indicazioni alle Aziende sanitarie su come procedere con la campagna vaccinale. “La vaccinazione contro il Covid-19 - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - ha dimostrato di essere l'unica e insostituibile via per proteggerci dal virus, ma non è il momento di abbassare la guardia. Quasi 4 milioni di cittadini in Emilia-Romagna si sono vaccinati con il ciclo primario e terza dose, ma ora è fondamentale la quarta dose per continuare a proteggere i nostri cari, noi stessi e tornare alla quotidianità delle nostre vite”. I vaccini - come specificato nella circolare congiunta di ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità inviata alle Regioni - sono destinati alla seconda dose di richiamo per tutti i cittadini dai 12 anni in su che ne facciano richiesta, purchè abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni.

Il loro utilizzo, tuttavia, è prioritariamente raccomandato per tre ‘categorie’. Come secondo richiamo (quindi quarta dose) per tutti i 60enni e oltre e per le persone dai 12 anni in su con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti; per gli operatori sanitari, gli ospiti e operatori delle strutture residenziali e le donne in gravidanza. In tutti i casi devono essere passati almeno 120 giorni dal primo richiamo). Come prima dose di richiamo (quindi terza dose) a favore dei soggetti di età uguale o maggiore di 12 anni che non l’abbiano ancora ricevuta, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario; sempre a condizione che sia trascorso un intervallo minimo di 120 giorni dal completamento del ciclo primario.
Infine, come seconda dose di richiamo, dietro valutazione e giudizio clinico specialistico, ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto emopoietico o di organo solido, che hanno già ricevuto un ciclo primario di tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose) e una successiva prima dose di richiamo, a distanza di almeno 120 giorni da quest’ultima. Di fatto, si tratta della ‘quinta dose’, che come specifica chiaramente la nota ministeriale per il momento è riservata unicamente a quest’ultima categoria di persone. Per procedere con la somministrazione, i cittadini possono fare riferimento alla propria Azienda sanitaria e al proprio medico di medicina generale. Ed è confermato che la vaccinazione booster può essere eseguita anche presso le farmacie convenzionate aderenti al percorso.

Nella nota che l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha inviato oggi stesso alle Aziende sanitarie, si riporta inoltre quanto specifica la stessa circolare nazionale, cioè che “non ci sono evidenze per poter esprimere un giudizio di uso preferenziale di uno dei diversi vaccini bivalenti oggi disponibili, ritenendosi che tutti possano ampliare la protezione contro diverse varianti e possano aiutare a mantenere una protezione ottimale contro la malattia Covid-19”; pertanto non è prevista alcuna distinzione rispetto alle due nuove formulazioni a m-RNA bivalenti, di cui “si raccomanda prioritariamente l’utilizzo”.

Pubblicato il 29 settembre 2022

Ascolta l'audio

Fism, sabato 8 ottobre il Convegno regionale a Modena

  fism

"Rigenerazione” è  il titolo del convegno promosso dalla Fism Emilia-Romagna in programma sabato 8 ottobre (a partire dalle ore 10) al Forum Monzani di Modena. Luca Iemmi, presidente regionale della Federazione italiana scuole materne, ricorda finalità e obiettivi del convegno.

Rigenerazione

“Abbiamo scelto questo tema perché dopo la pandemia le scuole dovrebbero rigenerarsi facendo esperienza di quello che è successo nel male e nel bene (in questo caso la scoperta di nuovi mezzi di comunicazione con le famiglie e i bambini). Rigenerazione perché, dal punto del Covid, puntiamo a ripartire da dove eravamo arrivati. Rigenerazione anche relativamente al ruolo delle nostre scuole nel grande villaggio educativo ricordato da papa Francesco. Questo perché bisogna che arriviamo alla vera “parità”. In caso contrario, con il calo delle nascite e l’aumento dei costi (soprattutto quelli energetici), non potremo sopravvivere. Si deve rivedere il modello della legge 62/2000 che è disattesa. L’alternativa è ripensarla o, più semplicemente, applicarla”.

Il convegno

“Abbiamo invitato Aldo Fortunati dell’Istituto degli Innocenti di Firenze che proporrà uno sguardo nazionale su come sta andando il sistema integrato di educazione 0-6 anni. La mia relazione proporrà un focus sullo stato delle scuole in Emilia-Romagna e quali sono le problematiche che abbiamo all’interno del sistema integrato. Tra le più importanti quella dei titoli di studio. Non si trovano più insegnanti con il titolo di studio abilitante. Le Università, causa il numero chiuso, sfornano pochissimi laureati o per lo meno in numero insufficiente per il sistema. Lo Stato continua a fare assunzioni di insegnanti dell’infanzia. La conseguenza? Anche per la mancanza di contributi non riusciamo a garantire degli stipendi equivalenti a quelli statali e i nostri insegnanti, per fortuna non tutti, se ne vanno. All’incontro sarà presente anche un rappresentante dell’Università di Bologna: con l’Alma mater cercheremo di capire se ci sono strade per superare il numero chiuso. Un aiuto a cercare soluzioni che, in sede di convegno, chiederemo anche all’Ufficio scolastico regionale. Ribadiremo inoltre che nell’ambito del PNRR l’Ufficio non dia parere positivo per aprire scuole laddove sono già presenti le nostre. Altro problema. Ci sono Comuni che non erogano i contributi che ci spetterebbero (ne parleremo con Anci regionale)”.

La Regione

“Sul piano tecnico affronteremo i problemi tecnici dell’accreditamento che ha costretto le nostre scuole ad aumentare le ore di formazione nei confronti dei dipendenti a fronte di contributi che rimangono stabili.“Col presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parlerò dell’offerta della Regione peraltro alta sul nido (6 milioni di euro prelevati dal Fondo sociale europeo). Va bene, complimenti ma non dobbiamo scordarci il “3-6”. Perché se in questo segmento i contributi non crescono noi, complice anche il calo demografico, abbiamo maggiori costi e maggiori difficoltà”.

Nella foto, festa della Fism al Centro pastorale della Bellotta a Pontenure alcuni anni fa.

Pubblicato il 29 settembre 2022

Ascolta l'audio

Tappa a Piacenza per l'iniziativa «Un Po di sete»

 

Fotopo

Oltre seicento chilometri lungo la ciclovia “Vento” da Torino alla punta estrema del Polesine con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema dell’emergenza idrica e ambientale del bacino fluviale del Po e per reperire fondi per attività benefiche.
“Un Po di sete” è l’impresa che in nove giorni, con un nutrito programma di incontri lungo il percorso, vede protagonisti i due cicloturisti santhiatesi Luigi Zai e Pier Luigi Cane dell’associazione “no profit” di Santhià “Il Vercellese… verso Santa Cruz”.
L’iniziativa, scandita in otto tappe, ha preso il via domenica 25 settembre dal Monte dei Cappuccini presso il capoluogo piemontese e, dopo un percorso attraverso le province rivierasche del “Grande Fiume”, approderà lunedì 3 ottobre a Santa Giulia di Porto Tolle, in provincia di Rovigo.
Piacenza è stata il punto d’arrivo della terza tappa, partita martedì 27 settembre in mattinata da Pieve Albignola, e nello stesso tardo pomeriggio gli assessori all’Ambiente e allo Sport, Serena Groppelli e Mario Dadati, erano pronti ad accogliere l’arrivo della delegazione di cicloturisti dell’associazione di Santhià, per dare loro il benvenuto nella nostra città. Purtroppo il percorso seguito dalla coppia di ciclisti è stato funestato da una serie di forature (ben cinque! a causarle una bacca dalle spine particolarmente acuminate, tipica della zona del pavese, detta “tribulus terrestris”), impedendo loro di arrivare in tempo all’appuntamento in Municipio.

L’occasione di dare visibilità all’iniziativa non è comunque andata perduta, in quanto a rappresentare l’associazione “Il Vercellese… verso Santa Cruz” erano presenti: Germana Vercellino, fondatrice ed ex presidente del sodalizio, accompagnata da Giuliana Carpena ed Emma Mantovani. In collegamento online sono intervenuti inoltre il presidente Davide Gilardino e i consiglieri della Provincia di Vercelli.
Gli assessori Dadati e Groppelli, nel loro intervento, hanno posto l’accento, il primo “sull’importanza della bicicletta, non solo come mezzo di trasporto, ma anche come veicolo ecosostenibile il cui utilizzo garantisce l’ambiente e la salubrità dell’aria, promuove la salute e il benessere di chi vi ricorre  e, come in questo caso, rappresenta uno strumento di solidarietà, di condivisione di esperienze e di incontro tra le persone”, mentre la seconda ha sottolineato come “Piacenza, in posizione baricentrica all’interno della ciclovia Vento, abbia di fronte a sé l’occasione di cogliere tutte le opportunità che il cicloturismo e l’escursionismo ‘slow’, in crescita esponenziale negli ultimi anni, offrono al nostro territorio”, ma anche ricordato il tema dell’emergenza idrica e “l’importanza dell’opera di sensibilizzazione da portare avanti nelle scuole per rendere sempre più consapevoli le giovani generazioni su tale argomento”.

“L’avventura, partita un po’ per scherzo, – ha infine sottolineato Germana Vercellino – sta assumendo contorni sempre più concreti, grazie anche al coinvolgimento di tanti enti, associazioni, scuole, università, media locali e nazionali e cittadini, che hanno dimostrato interesse e disponibilità e condiviso il progetto. Scopo dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Provincia di Vercelli, il Comune di Santhià, la Camera Municipal di Santa Cruz e Slow Food, è quello di sensibilizzare cittadini e istituzioni rispetto all’allarmante situazione idrica del Po, raccogliere fondi per aiutare il settore dell’apicoltura a rischio alla luce dei cambiamenti climatici in corso e promuovere il progetto degli orti in Africa di Slow Food a Santa Cruz di Capo Verde”.

Nella foto di Mauro Del Papa l'arrivo della tappa “Un Po di sete” a Piacenza.

Pubblicato il 29 settembre 2022

Ascolta l'audio

Dal 3 ottobre il doposcuola «Il Melograno»

doposcuola GP2


Dal 3 ottobre inizia l’attività del doposcuola “Il Melograno”, promosso dalla Scuola Libera Giovanni Paolo II nella sede di via Torta 65 a Piacenza. È rivolto ai bambini della scuola primaria e ai ragazzi delle medie.
Si può scegliere tra due opzioni: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle 16.30 e sabato dalle 9 alle 12 (quest’ultima scelta è facoltativa); seconda proposta: mercoledì e venerdì dalle 14.30 alle 17.30 e sabato dalle 9 alle 12 (quest’ultima scelta è facoltativa).
Il Doposcuola, nel quale operano educatori e insegnanti esperti, intende supportare - precisa un comunicato della Scuola - l’offerta formativa sostenendo le famiglie nell’impegno di seguire i ragazzi nei compiti e nello studio, anche attraverso la proposta, se necessario, di percorsi di recupero e di efficaci metodi per il superamento delle difficoltà di apprendimento. Il Doposcuola sarà attivato solo al raggiungimento di almeno 10 iscritti. Costi: 5,00 euro all’ora (minimo sei ore la settimana); assicurazione: all’atto della prima iscrizione è previsto il versamento di 15,00 euro come quota assicurativa e associativa. Per informazioni: Massimo 370.3202644; Luca 333.8156417.

La scuola parentale Giovanni Paolo II, fondata nel 2016, attualmente accoglie 85 ragazzi; è attiva a Piacenza con una scuola elementare con sede in via Torta ed una scuola media con sede in Strada Valnure. L’importo delle rette - precisa un comunicato - è particolarmente contenuto; sono previsti sconti e gratuità per iscrizione contemporanea di più fratelli. Il nome scelto – prosegue il comunicato - per il doposcuola è “Il Melograno”. Il melograno è un frutto molto caro alla cultura ebraica: la tradizione di Israele afferma che i semi del melograno sono perle perché sono in numero di 613, cioè tante quante sono le prescrizioni della Legge scritte nel Talmud. Chi rispetterà queste prescrizioni vivrà nella saggezza e raggiungerà la sapienza del cuore. L’ispirazione cristiana, la libertà di insegnamento e la forte alleanza scuola-famiglia sono i pilastri portanti di questa scuola.
L’azione educativa - conclude il testo - è connotata da professionalità, da semplicità e solidità organizzativa, da burocrazia ridotta all’essenziale e soprattutto dalla cura particolare per ogni singolo studente accolto e valorizzato nella sua preziosa ed irripetibile unicità. Anche per questo la scelta è stata, in questi anni, di formare classi con un numero ridotto di studenti (in genere tra 10 e 15 ragazzi per classe). Preziosissima è anche la presenza di numerosi volontari impegnati in diversi servizi e attività di supporto.


Pubblicaro il 29 settembre 2022



Nella foto, un momento del doposcuola alla Giovanni Paolo II.

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente