L’importanza del collegamento tra scuola e mondo del lavoro è indiscutibile, soprattutto per un Istituto Tecnico e Professionale come l’ISII Marconi di Piacenza. Ne é stato certamente convinto anche il Collegio dei Docenti dell’Istituto di Via IV Novembre, quando, a suo tempo, ha deciso di mantenere a 400 il numero minimo delle ore di stage in azienda che ogni allievo dell’istituto deve svolgere durante il proprio percorso scolastico quinquennale, anche se le indicazioni del MIUR consentivano di scendere a 150 ore. Durante l’anno scolastico '20-'21, sono stati 25 gli allievi delle classi quarte e quinte dell’ISII Marconi che hanno svolto i loro stages aziendali, della durata di 3 o 4 settimane, presso aziende tedesche di Berlino e Lipsia ed un ultimo gruppo di 11 allievi partito il 4 settembre, per svolgere uno stage aziendale di 3 settimane: 9 allievi presso aziende elettroniche, elettrotecniche, informatiche e meccaniche di Berlino e 2 presso aziende logistiche di Gyor (Ungheria). Il gruppo dei “berliner”, composto da Mattia Maldonado Murillo, Kiril Liashchuk, Daniel Massimo Valenza, Paolo Magistrali, Simone Gennari, Nicolas Ferrari, Youssef Demnati e Luca Stocchi, è stato accompagnato dai professori Filippo Fantini ed Alessia Patroncini mentre, Riccardo Costa ed Aya Sadouk del corso Logistica, accompagnati dai proff. Marco Filippi e Lia Franchi, si sono recati a Gyor presso le sedi di Alberti e Santi HU e Tirrier Kft. Nel prossimo anno scolastico saranno circa 60 gli studenti dell’ISII che potranno svolgere uno stage aziendale in un altro Paese della UE. Con l’aiuto delle Camere di Commercio italiane all’estero, l’ISII ha infatti già definito accordi di collaborazione, oltre che con aziende tedesche ed ungheresi, anche con aziende spagnole di Madrid ed irlandesi di Dublino. L' “Internazionalizzazione dell’Offerta Formativa” all’ISII non è solo un obiettivo astratto da elencare nei documenti ufficiali, ma una solida e utile realtà, che certamente contribuirà ad accrescere negli studenti la consapevolezza di essere “cittadini europei”.
Nella foto, il gruppo degli studenti dell'ISII Marconi di Piacenza partito per l'Erasmus il 4 settembre.
Si svolgerà domenica 11 settembre il “tour dei giardini” di Fiorenzuola, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Fiorenzuola d’Arda: l’itinerario di circa otto chilometri, da percorrere in bicicletta, toccherà dieci tra parchi, giardini, vialetti, aiuole e altri scorci verdi di Fiorenzuola d’Arda.
Il programma dell'evento Il programma dell’iniziativa prevede il ritrovo alle 9.30 in piazzale Darwin. Partenza alle 10: dal piazzale si raggiungerà via Copernico e i vialetti di via Galilei, per arrivare nel giardino di piazzale Verdi; percorrendo le vie San Giovanni Bosco, Pellico, Maroncelli ed Armellini, si arriverà nel giardino di via Saffi e, dopo un tratto in sterrato, la tappa successiva sarà quella del giardino di via San Rocco. Ancora sterrato per arrivare nella via che costeggia il futuro Parco Arda: successivo passaggio di fianco ai campi da tennis e alla piscina per arrivare in via Tolla, quindi in strada vicinale del Querceto, verso l’acquedotto ed il suo giardino. Percorrendo via Mangia e via Azzolini si entrerà nei nuovi vialetti di via Luxemberg e quindi in via Manfredi, al parco Lausanne: dopo aver costeggiato il campo da calcio, nuova tappa nel giardino di via Negri, prima di fermarsi in rapida successione – dopo i passaggi in via Cerlesi, Casella, Dante, Leopardi, Foscolo e Illica – nei parchi di via Don Luigi e Guareschi. L’itinerario proseguirà in via Lumiere, Majavacca e Papa Giovanni XXIII, e quindi in via San Paolo, da dove si potrà accedere al parco La Roda, al giardino Martiri delle Foibe e al parco di via Parri. Attraversando la via Emilia, i passaggi in via Battisti e viale Vittoria precederanno l’accesso al parco Lucca e la meta finale del tour, il giardino di piazza Caduti, dove l’arrivo è previsto alle 12.30.
Nella foto, uno dei giardini inseriti nel tour in programma domenica 11 settembre.
Banca di Piacenza e Ordine Costantiniano di San Giorgio Delegazione Emilia Romagna hanno ricordato la figura di monsignor Domenico Ponzini, a un anno dalla sua scomparsa, nel corso di un incontro al PalabancaEventi, a cui è seguita una funzione religiosa in San Dalmazio, presieduta dal vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio (Priore regionale dell’Ordine Costantiniano), dall’economo della diocesi mons. Celso Dosi e da altri sacerdoti. Presente alla commemorazione mons. Arnaldo Morandi, Gran Ufficiale di Grazia dell’Ordine Costantiniano e segretario generale dell’Ufficio del Gran Priore card. Renato Raffaele Martino.
A fare gli onori di casa, in Sala Panini, Pietro Coppelli, nella doppia veste di condirettore generale della Banca e di Delegato provinciale dell’Ordine Costantiniano. «La Banca di Piacenza - ha detto il dott. Coppelli presentando i relatori don Stefano Antonelli e don Omar Bonini - è profondamente legata alla figura di mons. Ponzini, con il quale ha condiviso tante iniziative. In particolare, voglio qui ricordare il “Premio Solidarietà per la vita Santa Maria del Monte”, da lui titolato e dal lui presentato per trent’anni ogni ultima domenica di giugno». Il dott. Coppelli ha ricordato che Piacenza è sede della Delegazione Emilia Romagna dell’Ordine Costantiniano, retta dal Delegato regionale Cavaliere di Gran Croce di Grazia Corrado Sforza Fogliani al quale, al termine dell’incontro, mons. Morandi, in qualità di Delegato nazionale della Gebetsliga (unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria), affiancato dal Delegato provinciale prof. Maurizio Dossena, ha consegnato la Medaglia coniata quest’anno in sole 200 copie a ricordo del centenario della morte dell’imperatore.
Mons. Ponzini, mancato a 91 anni, è stato un sincero amico della Banca. Sua la definizione “un mecenatismo senza paragoni” riferita all’impegno del popolare Istituto di credito nella valorizzazione e nella conservazione del patrimonio storico-artistico del territorio. Da ultimo, fu di grande aiuto per la preparazione della mostra sui corali di Santa Maria di Campagna e fu uno dei primissimi visitatori della Salita al Pordenone. Fondatore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi, lo resse per molti anni divenendone poi direttore emerito. Dell’Ordine Costantiniano è stato per lungo tempo Priore vicario, carica attualmente ricoperta da don Antonelli (vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico diocesano e giudice presso il Tribunale ecclesiastico dell’Emilia Romagna) che ha ricordato mons. Ponzini sottolineandone le doti di grande storico. «L’ho conosciuto nel 1991 quando ragazzotto aiutavo la mia piccola parrocchia di Torrano - ha rammentato don Stefano -. Mi ha insegnato a riconoscere le cose preziose e antiche da conservare. Era un uomo che trasmetteva la sua passione per la storia della Chiesa e della nostra diocesi, passione che ha condiviso con la Banca, che ha pubblicato molti dei suoi libri. Per lui la conoscenza della storia era essenziale: il futuro lo costruiamo rielaborando ciò che ci è stato trasmesso dal passato. Ed è proprio rielaborando il modello delle pievi medievali studiate in un testo da mons.Ponzini che stiamo ristrutturando la diocesi con la creazione delle Comunità pastorali».
Don Bonini, giovane viceparroco di Pontedellolio, ha testimoniato il legame con mons. Ponzini attraverso il ricordo di quando lo incontrò mentre faceva il chierichetto nella parrocchia di Godi (San Giorgio). «Finita la messa mi invitò a mangiare una pizza e la nostra conoscenza proseguì nel tempo attraverso un fitto scambio di lettere. E’ anche merito suo - ha affermato don Omar - se sono entrato in Seminario. Di lui mi piace ricordare il suo amore per la vita e per le persone, delle quali sapeva cogliere le virtù e la competenza, e il suo amore per le cose belle. Ha lasciato un significativo testamento spirituale, nel quale a un certo punto dice: “Ho servito la Chiesa con tutti i miei limiti”».
Hanno testimoniato il loro ricordo di mons. Ponzini anche Giuseppe Borea, nipote di don Borea e padre Grigore Catan, della Chiesa Ortodossa. Il dott. Coppelli ha poi consegnato, in ricordo della giornata, la Medaglia della Banca ai relatori.
All’incontro - ai partecipanti è stata distribuita la pubblicazione di mons. Ponzini, edita dalla Banca, dedicata a Santa Maria del Monte - è seguita la messa in San Dalmazio in ricordo del compianto Priore vicario e come momento di preparazione spirituale alla festività dell’Esaltazione della Santa Croce, che cade il 14 settembre. Al termine della funzione sono stati distribuiti i diplomi ai neo Cavalieri, atto d’ingresso nell’Ordine Costantiniano di San Giorgio.
Nelle foto: in alto, da sinistra, Maurizio Dossena, Corrado Sforza Fogliani e mons. Arnaldo Morandi; sopra, i relatori, don Stefano Antonelli e don Omar Bonini con il dottor Pietro Coppelli.
L’agricoltura biologica consente di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti diffusa in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna.
Nutrita la delegazione di soci di Coldiretti Piacenza all’evento, guidata dal direttore Roberto Gallizioli e dalla responsabile del Servizio Agroambiente Enrica Gobbi. Al Sana sono state presentate le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio per sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico. Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy – spiega Coldiretti - per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale – sottolinea Coldiretti – ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.
I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia – ricorda Coldiretti - è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura biologica, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli.
Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche – rileva il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli - e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori.
Il risultato è che mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. I terreni bio rappresentano così 17,4% delle campagne del Paese quasi il doppio della media europea (circa 9%) e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentare biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende. Il settore biologico è molto vivo nel Piacentino, dove operano 727 imprese biologiche, su quasi 17mila ettari, una crescita in termini di superfici che dal 2013 ha superato il 100%. Al Sana, lo spazio espositivo di Coldiretti Bio (Padiglione, 30 Stand C/21), parla anche piacentino con tre aziende agricole biologiche della nostra provincia presenti: Podere Paganini di Travo con i suoi vini, l’azienda Monastero di Verano di Podenzano con uova, passata, pasta e altri trasformati e infine l’azienda Bre’ di Calendasco principalmente con le gallette di mais e grano saraceno.
Per Coldiretti – afferma Enrica Gobbi - è chiara la necessità di costruire filiere biologiche interamente italiane e di riuscire a comunicare, anche nelle etichette del prodotto biologico, l’origine made in Italy della materia prima agricola, come peraltro previsto nella Legge 23 sull’agricoltura biologica, approvata quest’anno in Parlamento e della quale si è in attesa della piena applicazione.Le aziende biologiche – continua – rappresentano un pezzo importante del percorso di valorizzazione della nostra agricoltura e molte di queste sono presenti negli oltre mille mercati di Campagna Amica diffusi in tutto il territorio nazionale, tra cui quelli piacentini.
“Grazie anche al primato nel biologico l’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile del Paese” afferma il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare come il settore bio vanti ancora “ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale”.
“Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale – ha dichiarato Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti BIO, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti –. È necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all'ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.
Nella foto, la delegazione di Coldiretti Piacenza all'inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna.
Prosegue nel mese di settembre la rassegna di escursioni "Val Tidone Lentamente" abbinato a feste tradizionali valtidonesi: domenica prossima 11 settembre la camminata sarà uno dei momenti della "Festa dell'UVA", evento giunto alla settantesima edizione, e del "Valtidone Wine Fest" che si svolgono a Ziano Piacentino, organizzate dall'amministrazione comunale e dalle associazioni locali.
La guida escursionistica ambientale AIGAE Giuseppe Noroni accompagnerà i partecipanti in un itinerario di dolce colline tra le vigne della "città del vino", alla ricerca delle tonalità più adatte a dipingere il "paesaggio del vino" della Val Tidone, analizzandone le caratteristiche e le peculiarità. Un'occasione per scoprire percorsi con uno sguardo privilegiato sul paesaggio più conosciuto della Val Tidone che si concluderà con un simpatico pic-nic sulla terrazza dell'agriturismo Civardi Racemus. L'escursione prevede un percorso ad anello di mezza giornata con ritrovo presso la località Montecucco di Ziano Piacentino alle ore 9:15. Camminata di circa 10 chilometri, di tipo turistico e adatta a tutti con dislivello di circa 350 metri. Pranzo al sacco sulla terrazza dell'agriturismo e azienda vitivinicola Civardi Racemus. Al termine, possibilità di raggiungere Ziano Piacentino per partecipare alle altre iniziative in programma.
La quota di partecipazione è di € 10: l'iscrizione obbligatoria deve pervenire entro venerdì 9 settembre e l'escursione si svolgerà con un numero limitato di partecipanti. Tutte le informazioni dettagliate si trovano sull'evento Facebook oppure contattando direttamente la guida escursionista ambientale AIGAE Giuseppe Noroni tramite i seguenti riferimenti: telefono 3297265227 (anche WhatsApp) oppure tramite email nomad [DOT] geography [AT] gmail [DOT] com .
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