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Notizie Varie

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Un tavolo di crisi permanente per l’energia e il caro bollette

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Per far fronte all’emergenza del caro-energia, ai pesanti rincari delle materie prime, per venire incontro in modo tempestivo alle esigenze di aziende e famiglie e promuovere un rapido e profondo rinnovamento nel solco delle energie rinnovabili, la Regione Emilia-Romagna ha promosso la nascita di un tavolo di crisi permanente con le parti sociali. Un tavolo operativo sull’impatto dei costi dell’energia sul sistema delle imprese e del lavoro che si è riunito per la prima volta in viale Aldo Moro con i rappresentanti di sindacati e associazioni imprenditoriali. Il presidente Stefano Bonaccini ha ribadito l’importanza del progetto del rigassificatore di Ravenna e del progetto Agnes, che prevede la realizzazione, sempre al largo delle acque ravennati, del più grande parco eolico e fotovoltaico in mare d’Italia, con un investimento di un miliardo di euro. Tra i primi provvedimenti previsti dalla Regione, presentati al Tavolo permanente di lavoro, anche incentivi per l’efficientamento energetico.

Diverse le proposte avanzate. In Regione verrà istituita una task force dedicata alle fonti rinnovabili, trasversale agli assessorati competenti, che sarà messa al servizio degli enti locali e dei territori. Il suo scopo sarà quello di informare e coordinare gli interventi in un ambito che in questo periodo è in rapido mutamento dal punto di vista regolatorio e normativo. L’obiettivo che si è posta la Regione è la produzione 2.500 Mega Watt da rinnovabili in Emilia-Romagna in più entro il 2026, ovvero di raddoppiare la produzione attuale e arrivare a 5mila MW, in linea con quanto definito nel Patto per il Lavoro e il Clima. Prosegue l’impegno sulle Comunità Energetiche Rinnovabili. Dopo aver approvato la legge istitutiva, tra le prime regioni d’Italia, presto in Giunta il via libera alla delibera sulla costituzione del Tavolo Comunità Energetiche e per il sostegno alla progettazione e investimenti delle Comunità energetiche rinnovabili.
Saranno promossi a breve tre bandi regionali per un totale di 45 milioni di euro per contributi per la riqualificazione energetica e l’introduzione di rinnovabili: 15 milioni saranno destinati a fondo perduto per le piccole e medie imprese emiliano-romagnole (che rappresentano il 94% del tessuto produttivo regionale) e alla costituzione di Comunità energetiche rinnovabili, un altro da 30 milioni dedicato ad enti pubblici per la riqualificazione del proprio patrimonio edilizio.

A breve, già entro ottobre, si concluderà l’iter di approvazione del Piano triennale di attuazione 2022-2024 del Piano energetico regionale 2030. Complessivamente, il Programma regionale FESR prevede investimenti per la riqualificazione energetica e l’introduzione di rinnovabili pari a oltre 190 milioni di euro: 108 per il sistema delle imprese, 63 per gli edifici pubblici, 12,5 per le CEV. Durante l’incontro è stata condivisa anche la necessità di avanzare al governo nazionale la richiesta di una moratoria sulla restituzione della quota ammortamenti dei mutui, come era stato previsto durante l’epoca Covid: una misura necessaria per guadagnare tempo, un’operazione ponte verso il 2023 per evitare di scaricare su famiglie e aziende il pesantissimo impatto causato dall’enorme aumento di bollette e costi energetici, con il rischio di una tenuta dell’intero sistema sociale e produttivo. Particolarmente urgente è considerata anche l’emanazione, da parte del governo, del provvedimento che definirà le aree idonee a ospitare gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La Regione è poi impegnata sull’attività che il Governo stesso sta portando avanti sui decreti relativi agli incentivi per le energie rinnovabili, ritenuti fondamentali. Il sistema regionale chiede poi all’Esecutivo nazionale di proseguire il lavoro in Europa per arrivare alle misure necessarie, a partire dal prezzo unico del gas. Infine, da parte di tutte le componenti del Tavolo è stata ribadita la necessità di agire in tempi brevi. Un prossimo incontro è già previsto per la prossima settimana con l’obiettivo di mettere nero su bianco necessità e proposte approfondite da condividere anche con il livello nazionale.

Pubblicato il 22 settembre 2022

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Natura, cibo e arte insieme nel progetto europeo targato Cattolica

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Si terrà mercoledì 28 settembre, alle ore 11, presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano, la giornata di studi sul legame tra arte, natura e cibo, organizzata dalla facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica nell’ambito del progetto Erasmus PLUS “From Seed to Spoon”.
Sviluppato per gli studenti delle scuole superiori, “From seed to spoon” è dedicato alla sensibilizzazione sul tema dell'agricoltura sostenibile nelle città e nelle aree naturali periurbane in diversi Paesi europei, con il  fine di incoraggiare gli adolescenti a essere consapevoli della complessità del sistema alimentare, ad interfacciarsi con la natura, rispettandola e adattandosi ai suoi cicli, smettendo di trattarla come un elemento decorativo e, infine ma non meno importante, di contribuire a migliorare l’alimentazione e sviluppando sane abitudini.
«Le città crescono a ritmo vertiginoso e, con loro, la richiesta di cibo. Una delle grandi sfide che ci troviamo ad affrontare è poter garantire a tutti cibo sano, sicuro, buono e prodotto da un ecosistema in salute. Siamo quindi di fronte a un bivio: da una parte l’inquinamento, l’esaurimento delle risorse, la degradazione del paesaggio, dall’altra la salute e il benessere. Il progetto Erasmus Plus From Seed to Spoon” (“Dal seme al cucchiaio”) – spiega la coordinatrice, professoressa Ilaria Negri - nasce proprio dall’esigenza di mostrare questo bivio a tutti, e soprattutto ai nostri ragazzi, gli adulti di domani».
«A loro dedichiamo questo progetto, affinché possano conoscere la natura che li circonda, e a prendersene cura per imboccare la direzione giusta. Perché solo se riusciamo ad essere in armonia con le leggi naturali, il “seme” potrà ancora riempire il “cucchiaio” che ci ha sempre nutrito».

Pubblicato il 22 settembre 2022

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Raccolti 3080 euro a favore della Casa di Iris

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3080 euro, questa è la somma raccolta in occasione della terza Camminata a favore della Casa di Iris di Piacenza. La manifestazione ludico motoria Fiasp, con il Patrocinio del Comune di Piacenza si è svolta domenica mattina 18 settembre. Hanno collaborato all’organizzazione Asd Placentia Half Marathon, GS Italpose, Bipedi, Millepiedi, CPM, Fiasp, Confraternita Misericordia e Pubbica Assistenza Croce Bianca. Grazie al sostegno degli sponsor, Meazza, Zenit, Maxigross, Ferraroni, Osellini e Nonsolopasta, si è riusciti a raccogliere un importante somma che è stata consegnata al Presidente Sergio Fuochi, presente insieme al Medico Sanitario dell’Hospice dott.ssa Chiara Beluardo

Alla camminata hanno partecipato 381 persone tra adulti e bambini. Grande partecipazione anche di cagnolini accompagnati dai proprietari.  Anche l'assessore allo Sport, Mario Dadati ha partecipato alla manifestazione effettuando il percorso.

Pubblicato il 20 settembre 2022

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Cinquantesimo di Africa Mission, dal 7 al 9 ottobre a Procida


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Africa Mission Cooperazione e Sviluppo si prepara a celebrare il suo cinquantesimo a Procida. Nell’isola, da trent’anni sede di un gruppo attivo del Movimento e quest’anno capitale italiana della cultura, una delegazione piacentina sarà presente dal 7 al 9 ottobre alle celebrazioni organizzate per l’anniversario di fondazione della realtà di don Vittorione.

Un convegno, intitolato “Procida: la cultura della solidarietà”, e la regata solidale “Regatiamo per l’Africa” giunta alla quinta edizione con l’obiettivo di sostenere Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: questo il fulcro dei festeggiamenti che si terranno sabato 8 ottobre alla mattina dalle 9 e al pomeriggio dalle 16. Alla sera invece, alle 20.30, è in programma la cena in piazza a cura del Gruppo Africa Mission di Procida guidato dallo chef Antonio Anzalone con il supporto del ristorante "Fammivento", a cui seguirà l’intrattenimento musicale in collaborazione con la Pro Music e i gruppi Wine Band, Wood Power e 36°Band: ospiti d’onore saranno i maestri Daniele Sepe e Francesco Lomagistro. La giornata si concluderà con la premiazione dei vincitori della regata e i racconti di "straordinaria" solidarietà dello storico volontario di Africa Mission Mimì Calabrese.
Domenica 9 ottobre invece alla mattina è in programma la messa a cui seguiranno il pranzo e la partenza per Piacenza.

Il Movimento rende noto che sono ancora disponibili dei posti per partecipare: per info è possibile telefonare nella sede di Piacenza al numero 0523.499424 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30.

«Non è una gita turistica - spiega il direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini - ma un incontro fra amici che vogliono consolidare un rapporto, ricordare l'amico don Vittorione e portare avanti un cammino di solidarietà che è iniziato nel 1982. In questi trent’anni di comune impegno, Procida e Piacenza hanno condiviso non solo un servizio di solidarietà in Africa, ma hanno cercato e creato occasioni di incontro per consolidare e accrescere l'amicizia fra le due realtà, così lontane geograficamente, ma così vicine nella sensibilità».

Pubblicato il 21 settembre 2022

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«A Cena con la Scienza»: Alberto Grandi svela le bugie del marketing agroalimentare

Lodigiani Grandi

Alberto Grandi è professore associato all’Università di Parma. Insegna Storia delle imprese, Storia dell’integrazione europea e ha insegnato Storia economica e Storia dell’alimentazione. È autore di circa una quarantina di saggi e monografie in Italia e all’estero e venerdì 16 settembre ha accompagnato i numerosi intervenuti all’agriturismo Casa Rosa a Travazzano di Carpaneto in un excursus tra le pagine di uno dei suoi libri più noti, che ha anche dato il nome alla sua relazione, penultimo appuntamento, per il 2022, del ciclo A Cena Con La Scienza: gli appuntamenti di divulgazione scientifica in punta di forchetta organizzati da Confagricoltura Piacenza e Agriturist. “Denominazione di Origine Inventata” questo il titolo del libro e della relazione, che ha letteralmente smontato, anche divertendo, alcune delle più radicate credenze dello storytelling agroalimentare che vuole per ogni prodotto la sua storia antica, preferibilmente con un personaggio famoso che lo apprezzava, poco importa se artatamente adattata alle esigenze del marketing. Forte delle sue competenze di storico, Alberto Grandi cerca nei documenti il riscontro delle narrazioni e va così che  il cioccolato di Modica non viene dagli Aztechi, perché questi non conoscevano lo zucchero e quindi non potevano fare il famoso cioccolato; che è documentato come Michelangelo si recasse personalmente a scegliere i blocchi di marmo nelle cave vicine a Colonnata, ma da nessuna parte sta scritto che “già che c’era, faceva scorta di lardo” e, per venire all’affar nostro, che il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano di oggi  non sono per nulla simili al formaggio creato dalla sapienza dei monaci emiliani di mille anni fa, anzi, il Parmigiano Reggiano più simile a quello è il famigerato Parmesan prodotto nel Wisconsin, in USA. E quella meraviglia dolce e succosa che si chiama pomodoro di Pachino è un ibrido prodotto in laboratorio da una multinazionale israeliana delle sementi nel 1986. 

“Ero stanco di questa narrazione per cui la cucina e i prodotti italiani si sono i migliori del mondo da sempre e quello che mangiamo oggi è figlio della cucina rinascimentale – ha raccontato Grandi - mentre gli italiani hanno mangiato poco e male per secoli, tanto è vero che la pellagra era diffusa, poi abbiamo mangiato tanto e male e solo negli ultimi anni mangiamo tanto e bene. Mi sono messo a raccontare la storia della cucina italiana sfatando questi miti. Se dovessimo mangiare quello che mangiavano i Gonzaga e i Farnese – ha proseguito Grandi - ci farebbe schifo, per un motivo tecnico: per le corti rinascimentali la cucina era anche un’ostentazione di ricchezza, si faceva un abuso di spezie rispetto alla nostra capacità di sopportazione, ma questo non serviva a coprire i sapori di una carne conservata male, perché non c’era frollatura; le spezie però erano il prodotto più costoso e abusarne era mostrare potenza. Quella cucina che si vorrebbe progenitrice della cucina italiana di oggi non ha nulla a che vedere con la realtà, perché la cucina moderna è fatta di semplicità e di qualità delle materie prime”.

Un altro esempio? “La pasta è simbolo della cucina italiana, ma è non sempre stato così. Arriva dagli arabi nel basso medioevo, poi scompare e ricompare a Napoli a metà del seicento per motivi di carattere economico. La pasta non nasce come piatto italiano, ma di una regione specifica e diventa piatto simbolo della cucina italiana dopo la grande migrazione italiana in America, da fine ottocento fino al 1915, dove gli italiani si trovano a scambiarsi usanze locali”. E la carbonara? “Portata dagli americani, a fine della seconda guerra mondiale, probabilmente mettendo insieme le uova liofilizzate e il bacon con la pasta che avevano conosciuto sul posto. La prova è che non esiste alcun ricettario prima degli anni cinquanta che parli della carbonara”.

Alberto Grandi ha svelato dunque come i tantissimi prodotti tipici italiani, gran parte dei piatti e la stessa dieta mediterranea sono buonissimi, ma le leggende di storia e sapienza che li accompagnano sono invenzioni molto più recenti. Lo strepitoso successo dell'industria gastronomica italiana è però figlio di un vero saper fare.  “La mia tesi di fondo – ha concluso Grandi – è che l’ottima reputazione della cucina italiana nel mondo è cresciuta negli ultimi decenni grazie ad una serie di prodotti che hanno identificato il buon gusto italiano. Al pari della Vespa: efficiente, poco costosa, elegante, alcuni prodotti agroalimentari hanno imposto uno stile e sono simboli dell’italianità a tavola. Sono prodotti industriali di grande qualità che determinano un punto di riferimento a cui poi si affiancano piccole grandi eccellenze”.

E per restare in tema, la serata non poteva che concludersi con l’ottima cucina dell’agriturismo: a tavola la sostanza ha prevalso sulla narrazione. Nel piatto, cucinati con sapienza, i prodotti dell’azienda: dagli immancabili tortelli, alle verdure al galletto arrosto.

Gli appuntamenti di A Cena Con La scienza 2022 si concluderanno venerdì 30 settembre all’Agriturismo La Finestra sul Po  (San Nazzaro – Monticelli) con il professor Filippo De Braud che parlerà di restrizione calorica nella terapia dei tumori.

Nella foto, Michele Lodigiani, coordinatore di A Cena con la Scienza, con il professor Alberto Grandi.

Pubblicato il 20 settembre 2022

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