Il potere dei libri di connettere le persone: venerdì 21 febbraio alle ore 17 si presenta "Legàmi”, percorso di biblioterapia dello sviluppo ideato e condotto da Giorgia Maggi. La sede è il Longevity Hub, in via Alberoni 2, angolo via Trebbiola, a Piacenza, un nuovo spazio dove tecnologia e inclusione si fondono per migliorare la vita di anziani e persone con disabilità. Un vero e proprio progetto di comunità nato grazie alla collaborazione tra l'associazione “La Forma del Cuore”, ”La Matita Parlante” e AIAS Bologna e con il sostegno dei Rotary e Rotaract Piacentini.
Uno dei progetti in cantiere è Lègami, percorso che prevede cinque incontri, ciascuno dedicato a un racconto o a un romanzo che affronta il tema dei legami umani (qui la locandina). Attraverso la lettura e il confronto, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare diverse sfumature delle relazioni interpersonali, condividendo riflessioni e punti di vista in un dialogo aperto e arricchente. L’obiettivo è quello di creare uno spazio di ascolto e confronto in cui le storie lette possano diventare strumenti per comprendere meglio se stessi e gli altri, intrecciando nuovi legami nel percorso. Un’occasione preziosa per chi desidera avvicinarsi alla biblioterapia e scoprire come la lettura condivisa possa diventare uno strumento di crescita personale e relazione. L’iniziativa è resa possibile grazie al contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ne permette la gratuità per i partecipanti.
“Anche a Piacenza, città piccola e nel suo insieme prospera, c'è tanta gente che ha fame, che per problemi economico – sociali o scarsa conoscenza della lingua italiana, fatica ad accedere a sufficienza a risorse primarie come il cibo. La «zuppa resistente» che abbiamo servito gratuitamente a Youthopia è stata prima di tutto un modo per garantire un pasto caldo alle persone più in difficoltà. Ma non solo. Piatto presente in tutte le culture nelle sue diverse forme, la zuppa condivisa ha anche permesso a chi l'ha gustata di sentirsi a casa, nonostante le differenze di origini e vissuti”. A parlare è Lorenzo De Carli del team Educatori di Strada. Il giovane sintetizza così il valore concreto e inclusivo del Festival dla Süppa, pranzo solidale che lo scorso 8 febbraio ha avuto luogo presso Youthopia: il nuovo hub urbano di Piacenza invia Capra 14/16 dedicato all'integrazione e al contrasto del disagio giovanile, inaugurato a settembre 2024. Aperta a tutti con l'intento di far conoscere meglio il nuovo spazio piacentino, l'iniziativa solidale oltre che dagli Educatori di Strada è stata promossa da Laboratorio di Strada ODV e Caritas Diocesana Piacenza-Bobbio. 60 le persone coinvolte tra volontari e ospiti, con un target prevalente di partecipanti intercettato tra i ragazzi adolescenti seguiti in strada dagli educatori e tra le famiglie residenti negli appartamenti del palazzo di proprietà della Caritas in cui ha sede anche Youthopia. Un appuntamento rivolto quindi soprattutto ai più fragili, che però non ha escluso chiunque fosse interessato a prenderne parte.
Consumate 130 dosi di zuppa
“Quest'anno siamo arrivati alla quarta edizione del Festival dla Süppa, versione piacentina e su piccola scala delFestival internazionale della Zuppa di Bologna” - ha spiegato De Carli -. Per la prima volta abbiamo organizzato l'evento a Youthopia, nuova sede aggregativa Caritas di supporto alle attività degli educatori di strada. Anche le edizioni passate sono state organizzate in luoghi informali (da Piazza Cavalli al Pubblico Passeggio) e hanno sempre superato le nostre previsioni. Le porzioni di zuppa consumate sono sempre state molte, spesso superiori al numero dei partecipanti: una tendenza questa che si è rafforzata nel 2025, confermando che anche nella nostra città le persone che hanno bisogno di aiuto alimentare sono più di quelle che si crede”. 130 le dosi di zuppa consumate quest'anno per 60 partecipanti – sottolinea l'educatore -, quasi tutti stranieri e perlopiù nord – africani. Oltre ai ragazzi che seguiamo abitualmente in strada invitati da noi personalmente, sono stati ospiti del nostro pranzomolti maschi adulti: non solo delle famiglie del palazzo di via Capra, ma anche avventori casuali del quartiere, esortati ad entrare dai volontari che servivano il cibo. Oppure persone che hanno saputo dell'iniziativa per passaparola. C'è chi si è fermato a mangiare a Youthopia, chi ha chiesto di farsi confezionare la zuppa per mangiarla a casa o portarne diverse porzioni ad amici e chi, dopo aver mangiato, ha avvisato altri amici di prender parte all'iniziativa”. Un gran via vai di persone è stato quindi registrato in via Capra dalle 12 alle 15 di sabato 8 febbraio, allo scopo di riuscire ad assicurarsi più zuppa possibile.
Perchè la zuppa
“Siamo a Piacenza e avremmo potuto fare il Festival dei tipici pisarei e fasò – ha osservato Lorenzo -, ma sarebbe stato un piatto locale; la valenza simbolica della zuppa è invece universale. Questo piatto, che attraversa in qualche forma tutte le culture, riesce a far sentire tutti accolti in un terreno comune, abbattendo le distanze. Molti stranieri non si sarebbero invece riconosciuti in un piatto di pisarei e fasò, lo avrebbero percepito estraneo alle loro tradizioni”. “Abbiamo chiamato la zuppa « resistente» perché le aziende che ci hanno fornito i loro prodotti, tutti ortaggi e cereali stagionali e locali, fanno parte della rete «Contadini resistenti». Si tratta di un’associazione di realtà aziendali del territorio piacentino, dislocate nelle principali vallate e nelle aree limitrofe. Tutte a conduzione familiare hanno l'obiettivo di presentare i prodotti artigianali del nostro territorio, insieme alla storia, all’etica e ai sogni di cui sono intrisi. Credono in un’agricoltura sostenibile, che riesca a migliorare la biodiversità e a tutelare il paesaggio. Per l'iniziativa ho contattato il progetto «Prossima fermata» della Caritas diocesana, progetto di agricoltura sociale attivo a Cadeo dal 2019. Alcuni prodotti che ci servivano, aglio, cipolle, sedano, li hanno forniti direttamente loro, altri invece sono stati chieste alle aziende Trebbiola e Monastero, con cui “Prossima fermata” collabora. Oltre ai volontari Caritas ci ha aiutato a servire la zuppa anche il gruppo scout “Le Pleiadi” di San Lazzaro, che ha anche contributo alla pulizia, all'accoglienza ed a intercettare persone di passaggio a cui offrire un piatto caldo.
Tante emozioni
Tante le emozioni che anche quest'anno il Festival ha regalato. Dopo il pranzo i ragazzi insieme ad alcuni loro amici si sono fermati a Youthopia per stare in compagnia e giocare insieme. Molti adulti entrati nel centro per la prima volta, hanno invece raccontato la loro storia, da dove venivano, le loro difficoltà, pezzi della loro vita. “Un senzatetto era di passaggio in via Capra e noi l'abbiamo invitato a entrare – ricorda De Carli -. Ci ha raccontato di vivere in una casa abbandonata vicino alla stazione e di avere due figli in età scolare. In quel momento stava andando a Milano a trovare un amico, così gli abbiamo dato qualche porzione di zuppa da portar via per entrambi. Un uomo di origine marocchina ci ha invece fatto sapere di essere in Italia ormai da diversi anni e che sarebbe tornato volentieri altre volte per conoscere meglio noi educatori e le nostre attività. Sono solo alcuni esempi,di abitanti del quartiere (zona via Roma, Lupa, stazione) in condizione di disagio e fragilità, conosciuti grazie a questo pranzo insieme. “Più che occasione per spiegare nei dettagli le attività del team Educatori di Strada supportate da Caritas, il nostro Festival dla Süppa è stato ancora una volta un momento informale di incontro, di nascita di nuove relazioni, di scoperta dell'altro; grazie alla condivisione un piatto capace di abbracciare e amalgamare le diversità. Tante altre le attività e i momenti di aggregazione che vogliamo organizzare a Youthopia nel corso dell'anno; fino al prossimo Festival nel 2026”.
Micaela Ghisoni
Nelle foto, volontari al lavoro e la zuppa sui fornelli.
Il territorio piacentino può contare su un altro dispositivo salvavita in caso di arresto cardiaco: sabato 15 febbraio taglio del nastro a Cantine Casabella di Castell’Arquato, per l’installazione del defibrillatore semiautomatico esterno (Dae), posto al servizio della principale realtà vitivinicola della Valdarda e di tutta la comunità. A inaugurare ufficialmente il Dae nello storico stabilimento di produzione e imbottigliamento vini, il responsabile amministrativo di Cantine Casabella Rinaldo Moroni, la presidente di Progetto Vita Daniela Aschieri, il sindaco Ivano Rocchetta e la consigliera comunale Katia Cappellini. Presente anche il luogotenente Marcello Mariano Cotza, comandante della stazione dei carabinieri di Castell’Arquato. “Da oggi Cantine Casabella è ufficialmente cardioprotetta - annuncia Moroni - grazie all’installazione di un dispositivo salvavita privato, ma ad uso pubblico. Abbiamo voluto fare una scelta di responsabilità, non solo per chi lavora con noi e per i nostri clienti, ma a servizio di tutto il territorio di Castellarquato e di chiunque si trovi a passare da queste parti; basti pensare a come il parcheggio antistante la cantina sia tappa costante per gli autotrasportatori, in arrivo da altre zone d’Italia e dall’estero”. “Il defibrillatore – spiega il responsabile amministrativo di Cantine Casabella - è stato posizionato all’esterno dell’azienda, a lato dell’ingresso degli uffici, in un punto facilmente raggiungibile e sempre accessibile. A breve sarà realizzato un passaggio dedicato, munito di cartello visibile dalla strada, a indicare la disponibilità del Dae e le modalità per raggiungerlo. Siamo orgogliosi di poter essere parte attiva nella diffusione della cultura della defibrillazione precoce”.
Cinque i dispositivi nel territorio
Un altro tassello a favore della capillarità della rete di cardioprotezione promossa da Progetto Vita, insieme all’attività di sensibilizzazione e formazione: ad oggi sono 1.182 i Dae collocati nei comuni della provincia di Piacenza, 160 le persone salvate grazie al loro utilizzo, 100mila 200 i volontari addestrati. “Da ormai 25 anni ci occupiamo di questo problema – ricorda la dottoressa Aschieri -; siamo arrivati a fare una legge, abbiamo permesso a tante persone di salvarsi grazie a iniziative come quella di oggi; se tutte le realtà avessero questa sensibilità abbatteremmo le percentuali di morte per arresto cardiaco». «Una patologia tempo dipendente - aggiunge la presidente di Progetto Vita -, ma anche reversibile; la posizione di questo defibrillatore è ben studiata, perché prima si arriva e migliore è la possibilità di recuperare una persona colta da arresto cardiaco”. Con l’installazione del Dae a Cantine Casabella salgono a cinque i dispositivi attualmente presenti nel comune di Castellarquato: “Non posso fare altro che complimentarmi con l’azienda per aver promosso questa iniziativa e anche con Progetto Vita; è una fortuna avere la dottoressa Daniela Aschieri sul nostro territorio – sottolinea il sindaco Rocchetta –; siamo tra i piccoli comuni più sensibili a questa tematica e dove possiamo anche noi stiamo la stiamo sostenendo, attraverso la manutenzione e la messa in opera dei defibrillatori”. A concludere la mattinata un momento conviviale offerto ai presenti all’interno del punto vendita di Cantine Casabella.
“La solidarietà fa parte del dna dei Piacentini e oggi ne abbiamo una prova tangibile e importante. Non posso fare altro che dire grazie. Un grazie sincero perché, senza iniziative come questa, la nostra comunità non sarebbe quello che è”. È il commento della sindaca Katia Tarasconi a margine dell’incontro che nella giornata di martedì 18 febbraio, in Comune, ha visto protagonisti i promotori e i beneficiari dell’evento musicale "Piacenza Ricorda", organizzato lo scorso autunno al Teatro Municipale con la partecipazione della band "I Cani della Biscia". Ebbene, grazie alla collaborazione di tanti, tre realtà piacentine impegnate nella cura dei più fragili hanno potuto beneficiare di 7.500 euro: 2.500 alla Casa di Iris e altrettanti, rispettivamente, all'associazione La Matita Parlante e a Casa Alba, struttura di accoglienza a Ziano per le donne vittime di violenza.
Gli organizzatori dell'evento - il medico Patrizio Capelli, il presidente della Lilt provinciale Franco Pugliese e Fausto Merli, presidente del Rotary Club Piacenza Farnese - hanno consegnato il contributo, con simbolico assegno gigante, alla sindaca Katia Tarasconi, presidente della Fondazione Casa di Iris, al presidente dell'associazione Insieme per l'Hospice Sergio Fuochi, all'educatrice Paola Rossi per La Matita Parlante e al dottor Antonio Mosti in rappresentanza di Casa Alba.
Nella foto, l'incontro in Municipio con i beneficiari dell'evento “Piacenza ricorda”.
In questi ultimi mesi la Polizia di Stato, con personale specializzato della Questura di Piacenza, ha svolto diversi incontri informativi e formativi presso la locale Scuola Allievi Agenti, rivolto ai docenti e dirigenti scolastici di scuole primarie e secondarie di Piacenza e provincia, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale. Durante tali sessioni sono state affrontate diverse tematiche, tra cui i possibili eventi che il corpo docente è tenuto ad affrontare nel corso della quotidianità lavorativa, con particolare attenzione agli atti di bullismo, alle situazioni di disagio o di presunti reati commessi all’interno della struttura scolastica di cui l’insegnante ne è testimone o di cui ne viene a conoscenza. Gli incontri partecipati, hanno permesso di fornire indicazioni utili ai docenti sulle opportune procedure da applicare nelle more del successivo interessamento degli uffici competenti per i vari livelli d’intervento, con particolare attenzione alle dovute segnalazioni e/o denunce che il corpo docente in qualità di pubblico ufficiale e/o incaricato di pubblico servizio deve fare come primo concreto gesto d’aiuto grazie al quale si offre la possibilità di agire tempestivamente in situazioni talvolta molto gravi. Sono stati affrontati casi concreti in cui sono rimasti coinvolti studenti e/o docenti, sia all’interno dei plessi scolastici che nelle zone adiacenti, individuando le modalità operative di intervento più opportune, con anche, in alcuni casi, il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine e/o dei servizi Sociali, fornendo così al personale scolastico ulteriori strumenti oltre a quanto già indicato nelle linee di orientamento per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo disposte dal Ministro dell’Istruzione. Come strumento gratuito e disponibile non solo per i dirigenti scolastici, ma anche per tutta la cittadinanza, è stata illustrata l’App della Polizia di Stato “YouPool”, utile a segnalare tempestivamente eventuali situazioni legate a riscontrate problematiche sia di bullismo, di spaccio di sostanze stupefacenti che di altre possibili azioni illegali in contrasto a fenomeni di violenza, per cui si voglia richiedere l’intervento della Polizia di Stato. In particolare le segnalazioni inviate con tale applicazione, vengono immediatamente recepite h24 da un apposito sistema presente presso la Sala Operativa della Questura, il cui operatore dopo averle visionate, le comunica all’ufficio competente per i successivi accertamenti e interventi ritenuti necessari, anche urgenti. Le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate, ma l’utente può modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti; è inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il “Numero unico per le emergenze (il 112) per l’immediata richiesta d’intervento delle forze dell’ordine e, nel caso l’utilizzatore non voglia registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima, nonché inviare messaggi con foto e video.
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