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50 anni di Condifesa Piacenza: il ricordo del passato con lo sguardo volto al futuro

 condifesa

I 50 anni di Condifesa Piacenza festeggiati nella suggestiva cornice della Volta del Vescovo sono stati una festa che ha coinvolto tutta la realtà agro-alimentare ed imprenditoriale agricola piacentina: di questo Consorzio fanno parte soci di tutte le rappresentanze agricole piacentine, dal momento in cui questo “ombrello” assicurativo è una fondamentale tutela del loro reddito di impresa fin dall’anno della sua fondazione.
Un parterre delle grandi occasioni per tanti ospiti nazionali, regionali e provinciali, accolti dal Presidente Gianmaria Sfolcini e dal direttore Stefano Cavanna, con tutto l’efficiente staff di Condifesa Piacenza.
Per l’occasione è stato distribuito ai partecipanti il libro edito per i 50 anni di Condifesa Piacenza elaborato dal giornalista Giuseppe Romagnoli.
L’articolato convegno, moderato dalla giornalista Nicoletta Bracchi, è stato aperto dal Presidente Sfolcini che ha ricordato la peculiarità di trasparenza che caratterizza il Consorzio “che è nato per la gestione del rischio, cercando di tenere bassi i costi per gli associati puntando sulla formazione dei collaboratori, promuovendo la gestione della prevenzione con i mezzi informatici grazie ad uno staff di giovani”.

Giuseppina Felice, responsabile del settore competitività delle imprese e sviluppo dell’innovazione della Regione Emilia-Romagna ha ribadito che “la gestione del rischio è fondamentale di fronte ai cambiamenti climatici che implicano aspetti economici e calo del valore dei terreni”.
Le azioni da portare avanti sono la ricerca di tecnologie, l’agricoltura di precisione, la formazione. È importante anche promuovere fondi mutualistici e la stabilizzazione del reddito.

Stefano Cavanna ha tracciato un esaustivo quadro dell’attività svolta da Condifesa Piacenza, affermando “La comunicazione è stata rivista per essere più vicini ai bisogni dei soci, e si è investito anche sulla formazione del personale”. Ha quindi mostrato un quadro dei valori assicurati per ogni comparto, sottolineando la crescita subita dal Consorzio dal 2015 ad oggi. Infine, il Direttore Cavanna ha ricordato l’importanza di un nuovo strumento come Agricat (Fondo di Mutualizzazione Nazionale per gli Eventi Catastrofali) che partirà con la nuova programmazione Pac 2023-2027. Punta a intervenire per coprire danni da gelo e brina, alluvione e siccità, vista anche l'offerta non sufficiente, per alcune aree e colture, di polizze assicurative. Con il nuovo Fondo 700mila imprese saranno coperte, quelle che beneficiano dei pagamenti diretti Pac.

Massimo Crespi, Ceo di Radarmeteo, è intervenuto affermando “ognuno nel suo ambito deve sapere assumere delle decisioni perché quello dei mutamenti climatici è un problema di natura economico-finanziaria. Oggi grazie alla digitalizzazione si può avere un quadro esaustivo dei fenomeni e soprattutto dei dati che evidenziano, per esempio per Piacenza, una crescita esponenziale e concentrata di fenomeni estremi”.

Nella successiva tavola rotonda sono intervenuti Giovanni Razeto di Ismea, Andrea Bartolini di Hypermeteo e Andrea Berti direttore di Asnacodi Italia. Il primo, rispondendo alle domande della coordinatrice Bracchi, ha parlato del fondo di mutualità che rappresenta il 3% del Primo Pilastro Pac per dare risposte agli eventi catastrofali. “Ci sono - ha sottolineato Razeto – ancora troppe realtà scoperte da un punto di vista assicurativo, i tempi di liquidazione sono ancora troppo lunghi mentre i fondi devono dare risposte in tempi rapidi per dare ristoro ai bilanci. La sfida è coinvolgere le aziende e fare sistema”.

Bartolini ha sostenuto che “grazie alle nuove tecnologie è possibile ottenere dati precisi che determinano indici di rischio utilizzati dagli assicurati e dagli agricoltori per le scelte colturali”, mentre Berti ha ripercorso l’iter delle leggi evidenziando che “oggi in Italia siamo leader nella gestione del rischio, anzi guida per il resto d’Europa; anche la Ue ha compreso l’importanza della digitalizzazione delle imprese; oggi la difesa va attuata in una logica di sostenibilità, trasferendo le conoscenze agli agricoltori nella consapevolezza di essere network con tutti gli altri per giungere alla resilienza dell’impresa”.

Le conclusioni del convegno sono state affidate al presidente nazionale Asnacodi Albano Agabiti che ha ricordato come “Siano stati prodotti risultati eccezionali al servizio delle imprese per la gestione del rischio, con una rete unica al mondo che si basa sull’innovazione per comunicare e formare. Questo è il nostro futuro. Un’Italia brava non solo a produrre ma anche a gestire il rischio.580 miliardi di euro, un quarto del Pil: questo è l’agroalimentare italiano”.

La vera sfida è andare verso le imprese con l’innovazione, essere sempre più vicini alle esigenze delle aziende agricole, puntare su innovazione digitale e sull’agricoltura di precisione.

Pubblicato il 5 dicembre 2022

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