L’export rallenta la corsa ma non si ferma

Nonostante un sensibile rallentamento, le esportazioni emiliano-romagnole sono continuate a crescere nel secondo trimestre del 2022: sono state infatti pari a 21.686 milioni di euro, corrispondenti al 13,4% dell’export nazionale. Hanno fatto segnare quindi un incremento del 15,8% in confronto allo stesso periodo del 2021 e sono state superiori del 30,2% rispetto all’identico trimestre del 2019, ultimo anno prima della pandemia da Covid 19. Questo è quanto rileva l’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna nell’analisi dei dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane. Alla ripresa dei valori delle esportazioni rilevate a prezzi correnti ha contribuito in buona parte anche il forte aumento delle quotazioni delle materie prime e dei semilavorati importati che si sono riflessi, ma non nella stessa misura, sui prezzi alla produzione dei prodotti esportati. L’andamento regionale è risultato migliore di quello riferito al complesso delle vendite all’estero nazionali, che hanno registrato una ripresa tendenziale leggermente più contenuta (+22,9%) e un aumento inferiore (+24,6%) rispetto al primo trimestre del 2019. Tra aprile e giugno 2022, l’Emilia-Romagna si è confermata come la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale, preceduta dalla Lombardia (26,2%) che però ha una dimensione demografica doppia, e seguita dal Veneto (13,3%), quindi dal Piemonte (9,2%) e dalla Toscana (8,3%). In un’ottica di più lungo periodo, da luglio 2021 a giugno 2022, il valore delle esportazioni regionali ha fatto segnare un incremento del 15,5 per cento sui dodici mesi precedenti, un dato leggermente inferiore a quello del complesso dell’export nazionale (+18,1 per cento).
I SETTORI
La tendenza positiva ha avuto effetti differenziati sui settori economici. Le esportazioni dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono aumentate del +10%, una variazione relativamente contenuta, tenuto conto dell’aumento dei prezzi. Al contrario, le vendite estere dell’industria alimentare e delle bevande, hanno avuto una crescita sostenuta (+20,5%), certamente imputabile all’incremento dei prezzi. Le industrie della moda hanno fatto registrare un forte aumento tendenziale (+19,6%) con una decisa accelerazione, ma la pandemia ha lasciato una cicatrice profonda sui settori del tessile, abbigliamento, cuoio e calzature. L’industria del legno e del mobile ha ottenuto un aumento dell’export significativo (+14,5%), ma ancora meglio è andata per le industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+19,2%), la crescita più rapida della media regionale. Le vendite estere dell’industria della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro, hanno conseguito un risultato di riguardo (+18,3%), nonostante le difficoltà poste dall’aumento del costo del gas impiegato nella produzione e negli ultimi 12 mesi hanno mostrato un ottimo recupero anche rispetto al 2019 (+26,7%). Anche l’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo, il settore della sub fornitura regionale, ha conseguito un ulteriore ottimo risultato sui mercati esteri, nonostante un rallentamento dell’elevata dinamica precedente, e le sue esportazioni sono aumentate di oltre un quinto (+20,4%), trainate dalla metallurgia (+22,2%). Nel trimestre l’incremento delle vendite all’estero delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura è risultato ancora una volta tra i più contenuti rilevati per i settori in esame (+7,9%) e ha avuto un sensibile rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno, frenato dalla stasi delle esportazioni di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi rimaste sostanzialmente invariate (+0,7%). Anche la dinamica trimestrale delle vendite estere del fondamentale settore dei macchinari e apparecchiature ha avuto un rallentamento, tanto da essere inferiore alla media regionale (9,3%). La crescita del settore dei mezzi di trasporto ha accelerato notevolmente (+28,9%) trainato dall’aumento delle vendite estere di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+29,7%).
Infine, l’export delle altre industrie manifatturiere ha fatto segnare un leggero ripiegamento tendenziale (-1,9%), determinato dall’arretramento dell’export di prodotti dell’industria del tabacco sceso dell’11%.
Pubblicato il 18 ottobre 2022
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