Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Giornata del malato: la competenza medica non basta

 Corpus Domini

“Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”: è il tema del messaggio di Papa Francesco per la XXX Giornata Mondiale del Malato.
L’invito di Gesù ad essere misericordiosi come il Padre è rivolto dal Papa agli operatori sanitari perché "le vostre mani - scrive - che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre".
Anche nella chiesa del Corpus Domini a Piacenza, il 10 febbraio, si è voluto riflettere su questo tema alla presenza del dott. Giovanni Bologna, presidente Unitalsi Piacenza e don Cesare Lugani, cappellano all’Ospedale di Fiorenzuola d’Arda.

La tecnica non basta
L’incontro, coordinato da Elisa Di Nuzzo, infermiera presso l’Hospice, ha messo in evidenza come la Giornata Mondiale del Malato, giunta alla sua trentesima edizione, è un momento importante di attenzione verso la sofferenza e la malattia.
“La tecnica e la competenza nella medicina - ha sottolineato il dott. Bologna - non è sufficiente per la cura del malato. Il paziente si accorge se il medico si dedica ed è attento a lui. Sono gli stessi malati che chiedono aiuto, e sentono immediatamente se l’operatore sanitario gli è vicino”.

Toccare la carne
La Legge Regionale dell’Emilia Romagna n.12 del 10 aprile 1989 - ricordata da don Lugani – disciplina l’assistenza religiosa nelle strutture di ricovero delle unità sanitarie locali ed è un servizio che ha il compito di assicurare presso i presidi sanitari, nel rispetto della volontà e libertà di coscienza dei cittadini, l'esercizio della libertà religiosa e l'adempimento delle pratiche di culto, nonché il soddisfacimento delle esigenze spirituali proprie delle diverse confessioni. Don Cesare ha affermato come cerca, con dedizione, di adempiere questo servizio facendo visita agli ammalati fra cui musulmani e diversi ortodossi: “Mi presento, sono accolto cordialmente, cerco di dialogare, di toccare la carne, come dice il Papa, chiedo notizie sulla loro salute, prego con loro, amministro i sacramenti e vedo che i malati rispondono volentieri”.
Fino al 2019 la giornata del Malato, nella Festa della Madonna di Lourdes, - ricorda il sacerdote - veniva celebrata con la messa in uno spazio della Lungodegenza e si amministrava il sacramento dell’Unzione degli Infermi. “Questo periodo di pandemia - ha precisato don Lugani - invece ha ridotto i contatti e messo in luce tanta fragilità: la lezione ricavata è che tutti siamo nella stessa barca”.

Lourdes cambia le persone
“Nei molti viaggi a Lourdes - ha evidenziato il dott. Bologna - ho sperimentato molta speranza e un diverso modo di approcciare la malattia. Infatti molte persone, pur non ricevendo la guarigione fisica, se ne vanno libere interiormente. Anche se rimangono ancora problemi di salute, la persona cambia l’approccio con la malattia e il dolore. Scoprono una serenità che non si trova da nessuna altra parte. Infatti a Lourdes i miracoli non sono solo quelli evidenti che si vedono, ma molti altri più nascosti che cambiano le persone”.

La vicinanza è un balsamo prezioso
L’incontro ha suscitato notevole interesse nei presenti e ha messo in evidenza come "La vicinanza è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia”, una espressione di papa Francesco usata su Twitter.
Infine, il messaggio del Pontefice, conclude richiamando l'indispensabile servizio della pastorale della salute, soprattutto nell'assistenza spirituale verso i malati, e l'impegno che ciascuno di noi dovrebbe avere nel rendersi vicino a chi soffre. Perché "il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36)".


Riccardo Tonna

Pubblicato l'11 febbraio 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente