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Celebrazione della messa nell'antico oratorio di Mignano

abside

Continuano le tradizioni dei nostri avi nelle piccole frazioni dell’alta val d’Arda e nel Comune di Vernasca, nonostante la pandemia abbia costretto a metter fine alle belle chiacchierate e bicchierate di gruppo, prassi comune in questi avvenimenti.
Rimane salva la possibilità di seguire la messa perché le chiesette, dove ciò avviene, sono immerse nella natura. Così sarà domenica 5 settembre, alle ore 16.30 nella frazione di Mignano: qui si trova uno storico oratorio dedicato a san Geminiano (312-397)
vescovo di Modena, città di cui è anche patronosecondo laleggenda si dice che il santo abbia fermato Attila.

Grazie agli studi e le ricerche fatte dal compianto dott. Angelo Carzaniga e pubblicate nei “Quaderni della Valtolla”, ai contemporanei è possibile conoscere la storia del nostro passato.
Mignano, poche case sulla sinistra del torrente Arda presso lo sbarramento della diga,
insieme a Mocomero (Machomeria) e a Settesorelle (Septem sorores) è uno dei toponimi più antichi dell’alta Valtolla. Mignano deve, quasi sicuramente, il suo nome a Fundus Aminianus, citato più volte dalla Tabula alimentaria ritrovata a Velleia. Anticamente quei borghi erano punti di accesso e di controllo alla valle, strategici per difendersi dalle bande di razziatori e invasori.
La “sopravvissuta” abside dell’oratorio porta l’impronta inconfondibile del dodicesimo secolo. Le prime tracce scritte relative all’Oratorio risalgono alle prima metà del 1300, quando Mignano era già parte del Comune e parrocchia di Vezzolacca ma, per ragioni logistiche e organizzative ecclesiastiche, era soggetto alla Pieve di San Vitale di Pomaro.
Nei secoli all’oratorio sono stati effettuati diversi lavori di restauro ma già dalle visite pastorali del 1500 risultava “una tribuna fenicata e ben dipinta. I dipinti rappresentano il Salvatore attorniato dai simboli dei quattro evangelisti, e dalla Vergine Maria, Santa Lucia, San Rocco e San Giacomo.
La messa era celebrata almeno una volta la settimana e sempre nei giorni festivi, tuttavia dal dopoguerra in poi è diventata consuetudine una messa all’anno, nella prima domenica di settembre.

Nell’Oratorio vi è una statua dedicata a San Genesio, donata durante le ultime riparazioni degli anni 1950-60. Il restauro degli affreschi, eseguito a cura della Sovrintendenza ai Beni Storici Artistici di Parma e Piacenza, è avvenuta negli anni 1979-80 per opera dei bolognesi Alessandro e Camillo Tarozzi e Luigi Moretti.

Renata Bussandri

Pubblicato il 2 settembre 2021

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