Anpas: il 2020 l'anno più difficile e interminabile
Si è appena concluso un anno impegnativo e difficile, che ha visto Anpas Provincia di Piacenza protagonista sia in ambito socio-sanitario che di Protezione Civile, ammirata e presa ad esempio come organizzazione su scala Nazionale e non solo, tanto da essere attenzionata anche da agenzie internazionali che hanno mandato corrispondenti nella sede di Via Emilia Parmense 19 a Piacenza.
Un anno inimmaginabile
Questo 2020 è stato senza ombra di dubbio l'anno più difficile in termini operativi che chiunque oggi attivo in servizio possa ricordare.
La figura di riferimento per la Provincia di Piacenza e che ha rivestito sino all' ottobre scorso anche il ruolo di Responsabile Regionale di Protezione Civile ANPAS dell'Emilia Romagna, Paolo Rebecchi, lo ha definito "inimmaginabile" e "la prova più dura sino ad oggi affrontata". Rebecchi stesso, passato ora alla Direzione Nazionale della medesima organizzazione afferma: "fare il bilancio del 2020 non è facile; dal punto di vista umano ha cambiato in me e credo in molti di noi, il modo di ragionare, di pensare. Non ho vergogna a dire che soprattutto a marzo, ho avuto spesso gli occhi carichi di lacrime. Ho sentito per la prima volta un forte richiamo ed attaccamento al nostro paese Italia, ed ho avvertito il senso di difesa che dovevamo a noi stessi, alla nostra gente. Abbiamo vissuto il tempo in modo diverso, abbiamo davvero vissuto non solo alla giornata, ma al minuto.
Quest'anno i numeri da presentare sono secondari; il mio primo pensiero va a chi ci ha lasciati, come il nostro amico speciale ed ex Direttore Sanitario Dott. Ubertino Testa, e a tanti altri. La mente corre ai giorni di Marzo e Aprile, in cui si chiamavano persone che non conoscevamo per sapere come stavano. Si viveva come se il termometro e il saturimetro fossero parte di noi. Abbiamo dovuto far tesoro dei principi dei nostri fondatori, ingegnandoci su diversi aspetti. Abbiamo abbandonato l'abitudine ed alcuni protocolli, per affrontare l'emergenza in modo diverso, nuovo. Come accadde ai nostri padri fondatori che hanno vissuto i conflitti bellici al fronte in prima linea per portare aiuto a chiunque, ci siamo calati nella parte di chi non può sottrarsi nonostante il rischio oggettivo. Abbiamo provato la paura gelida, avevamo e abbiamo ben chiaro che il nostro compito non è esente da rischi, non solo per noi, ma purtroppo anche per chi è a contatto con noi. Abbiamo avuto ed abbiamo l'affetto di tantissime persone; avremo modo di ringraziarle una ad una, e a dire il vero avevamo già una data, che abbiamo dovuto posticipare a causa della prosecuzione questa pandemia.
Il supporto della gente
Quello che è stato davvero di fondamentale aiuto è stato il supporto della gente, prima di tutto dal punto di vista umano, che arriva a noi mediante email, messaggi vari, e quello delle aziende, dei commercianti, delle piccole realtà, dei cittadini, che hanno anche contribuito economicamente nonostante magari si trovassero, (e purtroppo magari lo sono ancora oggi), in situazioni di oggettiva difficoltà. Ci hanno portato cibo, lettere, pensieri. Al nostro interno non sono mancate le discussioni, i punti di vista differenti, gli errori, ma non possiamo non evidenziare nuovamente il coraggio, la forza interiore, la massima disponibilità del nostro personale Volontario e Dipendente, che con le nostre divise arancioni coperte dai tutoni bianchi, non si è mai risparmiato. Ho ammirato azioni incredibili che mi emozioneranno per sempre. Donne, uomini, ragazze, ragazzi, veterani e neo arrivati, insieme. Abbiamo pianto, abbiamo avuto paura, ma siamo sempre stati uniti. Enorme lo sforzo anche di responsabilità dei Presidenti, quasi tutti sempre presenti, sui mezzi o nelle sedi, anche chi magari stava affrontando un percorso difficile della propria vita." Riassumendo in breve possiamo dire che per ANPAS della Provincia di Piacenza, il 2020 partiva con un'iniziativa presentata il 16 gennaio da Croce Bianca denominata "Vivere in Salute" con il coinvolgimento a vario titolo dei medici: prof. Fabio Fornari, prof. Renzo Ruggerini, dott.ssa Daniela Aschieri, dott. Andrea Magnacavallo. A febbraio si è proseguito prendendo parte all'esercitazione formativa a Sarmato per testare con le altre organizzazioni il sistema di Macro Emergenza.
In piena emergenza
Sempre a febbraio l'attenzione di Anpas è stata per un evento di cronaca che ha permesso di testare, fortunatamente senza necessità di intervento sul campo, la rapidità con cui il Coordinamento di Anpas Piacenza è riuscito a radunare in pronta partenza un gran numero di volontari e mezzi: il deragliamento del treno Frecciarossa vicino a Casalpusterlengo avvenuto all'alba del 6 febbraio. Ma la sfida più importante che i volontari di Anpas hanno dovuto affrontare e per la quale ancora oggi combattono ogni giorno, è ovviamente stata l'emergenza Covid-19. Anpas è da sempre abituata a gestire situazioni emergenziali di dimensioni anche importanti, basti pensare agli interventi svolti a seguito di terremoti, che richiedono un impegno fisico e psicologico notevole data anche la loro durata nel tempo, che si protrae addirittura per mesi e mesi dopo l'accadimento stesso. Questa che stiamo vivendo è un'emergenza del tutto atipica, che ha colpito duramente il nostro territorio soprattutto durante la prima ondata e, proprio per questa ragione, ha richiesto al nostro movimento un impegno, una costanza e una forza inimmaginabili. Già da febbraio, ignari di quello che sarebbe stato da li a poco, squadre di nostri volontari partivano quasi giornalmente per prestare servizio con i colleghi di Anpas Emilia Romagna nei porti ed aeroporti della nostra Regione, misurando la temperatura corporea dei viaggiatori in arrivo ai varchi. A partire dal 21 febbraio Anpas ha messo a disposizione auto per trasportare i tamponi effettuati a pazienti con sintomi sospetti fino al laboratorio analisi di Bologna e di altre eventuali destinazioni; ma il giorno cruciale che ha segnato l'inizio dell'ininterrotto servizio che Anpas Piacenza ha messo in campo, è stato il 23 Febbraio, in cui è stato chiesto al Coordinatore Rebecchi di attivare il PMA (Posto Medico Avanzato) della Colonna Mobile Regionale di Anpas Emilia Romagna, composto da vari moduli tenda. Questo è stato montato la sera stessa dai volontari Anpas in tempi record nella zona antistante l'Ospedale cittadino, con inizialmente funzione di triage ospedaliero di Pronto Soccorso.
La grande forza di Anpas
Viene quindi poi costituita l'unità di crisi di Anpas Emilia Romagna, replicata anche a livello provinciale, con funzione di centralizzazione delle comunicazioni, di gestione e reperimento dei DPI e di organizzazione di Volontari e mezzi. Infatti, a partire dai primi giorni di marzo, iniziano ad aumentare in maniera esponenziale le richieste di mezzi (e quindi di volontari) dedicati esclusivamente a svolgere servizio per Covid-19: Anpas Piacenza arriva a mettere in campo quasi una decina tra ambulanze e mezzi vari aggiuntivi, riservati quasi esclusivamente al trasporto di pazienti con sintomi riconducibili a Coronavirus. La grande forza del movimento Anpas Piacenza si è fatta notare anche in questa occasione, in quanto in tempi brevissimi è riuscita a costruire un sistema organizzatissimo di mezzi e persone, senza mai tralasciare una sola ora di servizio di emergenza-urgenza svolto quotidianamente sotto il Coordinamento del 118. La maggioranza delle Pubbliche Assistenze del territorio Piacentino hanno partecipato attivamente a questa lunga emergenza, svolgendo complessivamente nell'anno con le proprie 13 Associazioni, oltre 18.000 servizi in emergenza e ben oltre 26.000 servizi ordinari, percorrendo in totale oltre 1.600.000 km. Per ridurre al massimo la possibilità di contagio tra i volontari e per razionalizzare l'uso dei DPI il cui reperimento era diventato davvero difficoltoso, quasi tutti gli equipaggi che operavano sulle ambulanze dedicate a Covid-19, erano composti quasi sempre da equipaggi ridotti, quindi solo con un autista ed un soccorritore. Altre risorse sono state destinate al supporto di famigliari di persone colpite dal Virus, e molto spesso Rebecchi, in prima persona, contattava le famiglie stesse per cercare di fornire loro alcune notizie sanitarie ricevute, riuscendo a costruire una vera e propria rete di aiuto e supporto sia morale che logistica, anche per recapitare, ad esempio, gli effetti personali ai ricoverati.
I momenti piu dolorosi
Anche su questo fronte il Coordinamento Logistico dell'organizzazione si è espresso in modo esemplare. "Ricordo in particolare", racconta Rebecchi, "di una mamma, il cui figlio giovanissimo era stato trasferito in un reparto di rianimazione di un Ospedale della nostra Regione, che giornalmente mi chiamava in lacrime per cercare di avere qualche notizia: grazie al Coordinatore ANPAS della Provincia di Parma, sono riuscito a mettermi in contatto con uno dei medici che lo aveva in cura dando un po' di sollievo al pianto di quella signora.
"Poi - prosegue - il momento più duro all'interno del nostro movimento di Anpas e anche uno dei più dolorosi per me personalmente, lo abbiamo vissuto la notte della scomparsa del Dott. Ubertino Testa, emblema del Volontariato in divisa arancione che tanto si è speso per combattere già dai primissimi giorni questa drammatica pandemia su tutto il territorio provinciale".
Testa, ex Anestesista e Primario all'Ospedale di Fiorenzuola D'Arda, era Direttore Sanitario della Pubblica Assistenza Croce Bianca di Piacenza da oltre 15 anni ed un punto di riferimento per la formazione di Anpas e per ogni volontario: "è stata una perdita umana e professionale enorme, lo ricordiamo e lo ricorderemo per sempre come il nostro uomo di grande valore", aggiunge il Coordinatore della Provincia per conto di ANPAS. Anpas Piacenza, attenta da sempre anche ai bisogni sociali, non ha fatto mancare il proprio impegno anche in questo ambito durante l'emergenza, partecipando attivamente tramite alcune P.A., alla distribuzione di spesa e farmaci a domicilio, di mascherine e di beni di prima necessità; inoltre, durante il periodo pasquale, sono state distribuite uova di Pasqua ricevute in donazione a persone meno abbienti ed in difficoltà, oltre che presso le sedi delle Pubbliche Assistenze stesse e dell'Ospedale piacentino.
1500 volontari in campo
Tutta questa mole di lavoro di ANPAS Comitato Provincia di Piacenza, è stata svolta con oltre 1.500 Volontari ed una cinquantina di dipendenti, provenienti dalle 13 Pubbliche Assistenze della Provincia piacentina. Oltre 100 sono i mezzi della flotta tra ambulanze, pulmini, fuoristrada e auto. Il bilancio di attività mostra una indubbia capacità organizzativa, che ha permesso di aiutare la popolazione di tutta la provincia. Più che mai si è capito il contributo di questo movimento che tutt'ora prosegue incessantemente nella sua opera di aiuto.
Le Pubbliche Assistenze sono presenti: a Piacenza (Croce Bianca), Calendasco, Carpaneto, Cortemaggiore, Morfasso, Monticelli d'Ongina, Rivergaro, San Giorgio, Ponte dell'Olio, Ferriere, Val D'arda (Fiorenzuola, Lugagnano, Vernasca), Gropparello, Castel San Giovanni, Travo.
La segreteria di coordinamento
di Anpas Provincia di Piacenza
Pubblicato il 5 gennaio 2021
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