Lopreiato, nel suo libro la musica è il ponte tra la vita e la morte
“La vita nasce nasce dalla morte, le piante rinascono solo morendo cedendo il loro seme”. È la frase del libro di Pierpaolo Lopreiato, docente di lettere all’Isii Marconi di Piacenza, citata da Anna Rotundo, del Centro Studi Theotokos Religiosità Popolare, durante la presentazione online del volume, il 29 dicembre, sulla pagina Facebook “Pellegrini Editore” di Cosenza.
Si tratta del testo "Dia de los muertos in Oaxaca. Contaminazioni tra sacro e profano" e la presentazione è stata affidata a Fulvio Librandi (Antropologo), a Giuseppe Giordano (Etnomusicologo) e Martino Michele Battaglia (Scuola superiore per Mediatori Linguistici "Don Domenico Calarco" Reggio Calabria).
Il lavoro di Lopreiato - ha affermato Librandi - riguarda le logiche dello sguardo sulle feste estranee al nostro mondo. Il “Dia de los muertos in Oaxaca” è come la celebrazione di un strano carnevale in Messico che si svolge tra riso e pianto.
“Il rischio principale non è la morte - ha continuato Librandi -, ma che la morte non abbia senso”. Il testo in questione, secondo l’antropologo, unisce le cosmogonie della tradizione azteca con il cristianesimo portato dagli spagnoli e fa comprendere l’importanza dell’elaborazione del lutto.
“Per comunicare con il mondo dell’aldilà - ha sottolineato Giuseppe Giordano - un canale è la musica. Infatti quando bisogna solennizzare qualcosa la parola viene intonata e cantata”. Secondo l’etnomusicologo il suono è il protagonista della cornice rituale e la musica, raccontata anche nel libro di Lopreiato, ha la funzione di richiamare in vita i defunti e capovolgere l’inconciliabile opposizione tra la vita e la morte.
“Un libro interessante che rivela il rapporto con la morte in America Latina”. Sono le parole di Martino Battaglia che definisce il volume come un film d’avventura che mette in luce la realtà messicana di cui ci sono ancora molte cose da capire e studiare.
L’autore, Pierpaolo Lopreiato, ha infine sottolineato come la morte in questo periodo di pandemia, ci ha mostrato proprio la perdita del linguaggio: non si è potuto manifestare nessun cordoglio, nessun pianto. “Nel mio lavoro - ha aggiunto Lopreiato - ho potuto intravedere tanti aspetti positivi e colorati dello stato di Oaxaca del Messico meridionale, di cui sono originario. Mi hanno colpito molto i racconti degli anziani che parlando lasciavano scorrere delle lacrime sul viso, esprimendo il legame con i propri familiari”.
Per l’autore la sua opera è stata molto coinvolgente ed emozionante e vorrebbe portare avanti altri studi.
R.T.
Pubblicato il 30 dicembre 2020
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