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Pubblica amministrazione, occorre un cambiamento

incontro online Xilo sulla pubblica amministrazione

Giovanni Xilo esperto di organizzazione dei servizi pubblici locali e nazionali, è stato ospite del Corso Cives con una videoconferenza dal titolo: “Necessario cambiamento nella pubblica amministrazione”.

La riforma della PA

“La recente disposizione che prevede la riforma della Pubblica amministrazione, pone l’accento sulla modernizzazione della stessa prevedendo investimenti sulle risorse umane, sulla digitalizzazione, sull’organizzazione e sburocratizzazione del sistema e sul servizio al cittadino. Per assumere questo impegno di riforma che il nostro paese ha preso anche nei confronti dell’Europa, è stata prevista una spesa di 209 miliardi di euro e l’assunzione di sei super dirigenti e trecento esperti privati alle dirette dipendenze della presidenza del consiglio e del governo, che dovrebbero assumere il controllo di tutti i processi strategici anche di altri enti territoriali come le regioni. In questo processo di semiprivatizzazione organizzativa si finisce per evidenziare il fallimento dei ministeri considerati incapaci di gestire in modo efficace una simile sfida”.

La burocrazia

“La Pubblica amministrazione italiana ha agito sino ad ora normando ogni cosa, rifiutandosi di far assumere un potere discrezionale alle persone e non preoccupandosi tanto di cosa sia necessario garantire ma piuttosto del come, finendo per creare un enorme appesantimento del sistema. Questa burocrazia ha ingessato il settore pubblico creando un circolo vizioso di norme e producendo un blocco dell’iniziativa privata. La burocrazia inoltre è uguale sia per l’amministrazione del piccolo comune che per la grande metropoli, rendendo così troppo spesso ingestibile il tutto, costruendo un sistema disincentivante e per il quale il raggiungimento degli obbiettivi sembra secondario al cospetto della fitta ragnatela di normative”.

Rispetto del territorio

“Le diversità territoriali di un paese come l’Italia sono uniche al mondo ma purtroppo il fenomeno migratorio iniziato a partire dagli anni sessanta verso i grandi centri urbani, ha provocato un devastante abbandono del territorio in particolare lungo l’arco appenninico, che ha visto raddoppiare lo spazio boschivo. Questi spostamenti hanno provocato una diminuzione dei servizi pubblici e di conseguenza un ulteriore abbandono dei territori ormai privi di assistenza sanitaria, di scuole e di trasporti. Un circolo vizioso che ha determinato anche una mancanza di cura dei luoghi sia da parte del privato che del pubblico, con conseguenze devastanti aggravate dai cambiamenti climatici, oltre che una perdita economica legata alla scomparsa di arti e mestieri. Questa politica di smantellamento ha portato ad una diseguaglianza inaccettabile e ad un peggioramento della vita cittadina, che in tempi di pandemia ha reso manifesti tutti i suoi inconvenienti. Lo Smart working dovuto al lockdown di fatto ha dimostrato di funzionare, la separazione del luogo di lavoro dalla produzione può portare ad una riduzione dellinquinamento, del diffondersi delle epidemie ed ad un uso del territorio equilibrato con la riscoperta dei piccoli centri. Per una vera riforma dovremmo ripartire dai luoghi e dalle persone, dando valore al territorio e maggior fiducia agli uomini”.

I dipendenti pubblici

“Il fenomeno dei furbetti del cartellino esiste ma la percentuale dei dipendenti pubblici con simili caratteristiche è irrilevante. La sensazione comune è stata quella di avere a che fare con dei fannulloni e dei parassiti mettendo sotto attacco la fiducia del cittadino verso il pubblico servizio. Avremo bisogno in realtà di manager formati, siamo infatti un paese che non ha mai creato una vera scuola di formazione del dipendente pubblico, ma si è sempre e solo occupato di emanare norme su norme, per burocratizzare il sistema creando regole che dessero scarsa possibilità di azione al singolo, la tendenza naturale dei pubblici dipendenti è dunque stata quella di avere un approccio molto difensivo, propenso non tanto al raggiungimento di un obbiettivo, quanto al rispetto delle regole per evitare sanzioni. La burocrazia comporta le stesse regole sia per l’amministrazione del piccolo comune che per la grande metropoli, rendendo così troppo spesso il sistema ingestibile oltre che disincentivante”.

Stefania Micheli

Ascolta l'audio   

Pubblicato il 30 dicembre 2020

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