Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Fino al 7 luglio ottenuti prestiti per 353 milioni di euro nel Piacentino

 finanziamneti e ripresa economica

“L’indagine, che mette a fuoco i primi effetti dell’impatto del Covid-19, evidenzia quella che sarà una contrazione economica senza precedenti. I dati sono molto pesanti. L'impatto della crisi, di intensità e rapidità straordinarie, determinerà la chiusura di molte imprese, con forti perdite per lavoro, redditi e consumi. – dichiara Alberto Zambianchi, Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna –. A fronte di una situazione così difficile, la ripresa necessiterà di tempi lunghi. Consapevoli del proprio ruolo, le Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna hanno intensificato il supporto alle imprese, con servizi di help desk, hanno promosso iniziative e garantito risorse importanti per oltre 25 milioni, quasi tutti erogati a fondo perduto, per fronteggiare i tempi straordinariamente difficili che ci attendono, e contribuire alla ripartenza delle nostre filiere produttive”.
La pandemia ha avuto impatti anche sul credito bancario in Emilia-Romagna − secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo − che ha visto già da marzo i primi segni di un cambio di passo i cui contorni dovrebbero essere più definiti con i dati relativi ai mesi successivi. In sintesi, si è avuto un rallentamento della crescita dei finanziamenti alle famiglie consumatrici mentre i prestiti alle imprese hanno invertito la tendenza, tornando a crescere. Su questi andamenti hanno influito il calo di domanda di prestiti da parte delle famiglie e, dal lato delle imprese, l’aumento del fabbisogno di liquidità. In senso positivo sugli stock agisce il minore flusso di rimborsi legato alle moratorie. Le banche, infatti, hanno da subito messo in atto interventi a supporto della liquidità di imprese e famiglie, come le moratorie e i plafond creditizi, a cui hanno fatto seguito le misure ex-lege, tra cui i crediti con garanzia pubblica.
A marzo, in Emilia-Romagna l’andamento dei prestiti alle imprese è tornato lievemente positivo, dopo il calo registrato nel 2019 (+0,2% a/a rispetto al -0,6% di fine 2019, variazioni corrette per le cartolarizzazioni). L’andamento resta differenziato per dimensione d’impresa, con i prestiti alle imprese medio-grandi in aumento dello 0,5% a/a e quelli alle piccole ancora in riduzione, del -1,5% a/a, sebbene più moderata rispetto al 2019. In termini di volumi, a marzo in Emilia-Romagna i prestiti sono aumentati in un mese di quasi 1.2 miliardi, dei 16 miliardi di flusso netto complessivo registrato a livello nazionale. Ad aprile, il flusso è stato ancora positivo, sebbene più modesto (+280 milioni circa m/m, sui 5,5 miliardi osservati a livello di mercato italiano). L’andamento risulta più moderato in Regione rispetto al trend nazionale, sia per le imprese medio-grandi, sia per le piccole. Si osserva che il rimbalzo di marzo ha interessato i prestiti all’industria, la cui dinamica annua è salita a +0,2% a/a rispetto al -2,2% di fine 2019 (variazioni calcolate su volumi al netto delle sofferenze). Diversamente, i prestiti alle costruzioni hanno mostrato una stabilità del tasso di variazione, ancora negativo per -10,9% a/a dal -10,7% di dicembre 2019. Le rilevazioni di marzo e aprile non danno pienamente conto dell’impatto delle iniziative delle banche e delle misure governative a supporto della liquidità e del credito all’economia reale, la cui entità è aumentata nei mesi successivi. Dati più recenti, relativi alle operazioni garantite arrivate al Fondo centrale per le PMI mostrano che al 7 luglio l’Emilia-Romagna aveva espresso un totale di oltre 75mila operazioni per un importo finanziato di poco meno di 5 miliardi, di cui quasi 66 mila per prestiti fino a 30mila euro pari a un importo finanziato di 1,3 miliardi. Il 60% di queste operazioni si è originata in quattro province: Bologna con prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI per quasi 1,1 miliardi, Modena con 870 milioni, Reggio Emilia e Parma con 585 e 560 milioni rispettivamente. Seguono, in base agli importi finanziati, Ravenna e Forlì Cesena con circa 470 milioni ciascuna, Piacenza con 353 milioni, Rimini con 326 e Ferrara con 244 milioni. Rispetto a due mesi prima, quando l’implementazione delle garanzie pubbliche era agli inizi, nelle cinque province col maggior numero di operazioni gli importi sono circa decuplicati. Un incremento di tale entità è evidente pressoché in tutta l’Emilia Romagna per i prestiti garantiti di taglio fino a 30mila euro.

Alcuni dati
Il lockdown ha impresso una frenata dei prestiti alle famiglie consumatrici, la cui crescita è scesa a +2,3% a/a a marzo dal 3,1% di fine 2019 (variazioni corrette per le cartolarizzazioni), in particolare per effetto della brusca caduta del credito al consumo. Anche i finanziamenti per acquisto abitazioni a marzo hanno registrato un rallentamento dello stock, a +2,9% a/a in Emilia-Romagna, dopo la ripresa osservata nell’ultima parte del 2019 fino al +3,2% a/a di dicembre (dati relativi ai prestiti escluse le sofferenze). La decelerazione è stata più moderata di quanto osservato a livello Italia (a +2,7% a/a dal 3,2% di fine 2019). Nel 1° trimestre, i flussi lordi di mutui residenziali hanno mostrato un calo contenuto a livello di Regione, pari a -0,6% a/a, risentendo del buon andamento registrato nei primi due mesi dell’anno dopo la notevole ripresa dell’ultima parte del 2019 (+9,8% a/a nel 4° trimestre 2019). Tale evoluzione dei flussi di mutui è coerente con l’andamento delle compravendite di immobili residenziali, che nel 1° trimestre sono diminuite del 12,6% a/a in Regione, solo poco meno del dato nazionale (-15,5%). Gli stock di mutui hanno rallentato, o al più si sono stabilizzati, in tutte le province, a partire dalla dinamica massima che spetta sempre a Bologna, scesa a +4,2% a/a dal 4,4% di fine 2019, seguita da Forlì-Cesena e Reggio Emilia circa stabili sul 3,6% a/a e 3,5% rispettivamente. Poco variate sono anche le dinamiche di Rimini (+2,9% da +3,0%) e Ferrara (+1,7% da +1,6%). Il rallentamento è stato più evidente in quattro province: a Piacenza, passata da +1,9% a/a a +1,1%; Parma da +2,7% a +2%; Ravenna, fermatasi a +0,4% a/a dal +1,1% di fine 2019 e Modena, la cui crescita resta però robusta, del +2,6% dal +3,1% di tre mesi prima.
Con riguardo alla qualità del credito, nel 1° trimestre 2020 il tasso di deterioramento dei prestiti si è stabilizzato sui minimi raggiunti a fine 2019, grazie al miglioramento proseguito in Regione per il sesto anno consecutivo. Il ritmo di emersione dei crediti deteriorati delle imprese si è fermato a 2,2% dopo essersi ridotto a tale livello nel 4° trimestre 2019 dal 2,8% del 3° trimestre. Per le famiglie consumatrici, il tasso di deterioramento dei prestiti è sceso a 0,7%, dallo 0,8% dei quattro trimestri del 2019. Anche gli stock di sofferenze sono risultati poco variati nella prima parte del 2020, dopo la notevole riduzione registrata anche nel 2019. In Emilia-Romagna le sofferenze delle imprese sono scese ad aprile al 7,3% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, che si confronta col 7,5% di fine 2019, ma è decisamente più basso dell’8,6% registrato nell’aprile dello scorso anno. L’incidenza delle sofferenze resta più bassa della media nazionale (7,6% ad aprile 2020). Tuttavia, a seguito della fase economica negativa causata dalla pandemia, è prevedibile in prospettiva un peggioramento della qualità del credito, sebbene mitigato, tra l’altro, dalle politiche di sostegno messe in atto a favore delle imprese e delle famiglie.

Massimo sostegno alle imprese
“In questa fase abbiamo il dovere di impegnare ogni risorsa per dare il massimo sostegno alle nostre imprese e consentire loro, superate le difficoltà, di ripartire. Il primo trimestre 2020 è stato inevitabilmente segnato dal dispiegarsi dei primi effetti della crisi da Covid-19 e delle misure conseguenti. In tale contesto il bisogno più impellente delle imprese è stato evidentemente quello della liquidità e come Intesa Sanpaolo siamo intervenuti unilateralmente sin da febbraio, ancor prima dei Decreti, poi con tutte le soluzioni previste dal Decreto Liquidità – spiega Cristina Balbo, Direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo –. Allo scorso giugno le sospensioni di mutui e prestiti attivate in Emilia-Romagna, tra famiglie e imprese, erano oltre 25mila per un controvalore di oltre 2,8 miliardi di euro. Nei primi tre mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha erogato 410 di nuovo credito a medio-lungo termine, in crescita dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oggi più che mai sono necessari strumenti facilmente accessibili, efficaci e immediati a disposizione del sistema produttivo. Anche il plafond da 10 miliardi che destiniamo al nostro Programma Filiere, che consente appunto alle piccole imprese di ottenere un migliore e più conveniente accesso al credito, è il segno tangibile della nostra fiducia nella ripresa compatta del sistema: in Emilia-Romagna ad oggi vi hanno aderito ben 95 aziende capofila con oltre 20mila dipendenti, 2.650 imprese fornitrici e un giro d’affari complessivo di 13,5 miliardi di euro”.
“Siamo di fronte alla più pesante recessione economica dal dopoguerra – dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari. Già prima del Covid-19 il nostro Paese era l’unico in Europa ad essere in recessione e a non avere ancora recuperato la perdita di Pil dalla crisi del 2008. Non possiamo perdere un minuto, dobbiamo programmare bene le risorse e liberare le energie positive di cui le nostre imprese sono capaci”.

Il calo dell'attività industriale
La recente indagine rapida del Centro Studi Confindustria stima per il secondo trimestre 2020 un calo dell’attività industriale a livello nazionale del 21,6%, in netto peggioramento rispetto all’andamento del primo trimestre (-8,4% sul quarto 2019), con un recupero più lento per le imprese orientate ai mercati internazionali. Ciò in ragione della tempistica nella diffusione del virus nel mondo: la domanda dei prodotti made in Italy si è interrotta o ridimensionata nei partner commerciali che stanno attraversando la fase acuta della pandemia, in particolare Stati Uniti e Sud America. Anche per quanto riguarda la domanda interna il recupero dovuto alla riapertura delle attività è rallentato dall’incertezza sui tempi di uscita dalla crisi sanitaria.
“Il rilancio dell’economia – conclude il presidente Ferrari – parte dalla capacità di progettare e spendere bene le ingenti risorse che avremo a disposizione. Per questo auspichiamo che si trovi velocemente un accordo sul Recovery Fund e sul quadro finanziario europeo, in modo che Stati e Regioni possano programmare in tempi rapidi le politiche di sostegno ai territori. In questa fase alleggerire la burocrazia deve essere una delle principali priorità dei Governi a tutti i livelli: da qui le nostre proposte di semplificazione da attuare nell’immediato. Dobbiamo mettere a frutto tutte le opportunità che abbiamo davanti, senza pregiudizi e prese di posizioni ideologiche, utilizzando le risorse per promuovere la crescita, sostenere gli investimenti e creare lavoro”.

Pubblicato il 24 luglio 2020

Ascolta l'audio   

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente