Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Carceri dell'Emilia-Romagna: screening per il personale e i detenuti

carc

"Per la messa in sicurezza delle carceri in regione, necessario screening per il personale e per i detenuti”: è quanto chiedono CGIL, CISL e UIL dell’Emilia-Romagna, che da subito si sono attivati per affrontare con urgenza il tema della salute e sicurezza negli istituti penitenziari del nostro territorio. Le strutture penitenziarie attuali - evidenziano le categorie delle lavoratrici e lavoratori che operano nel sistema carcerario della regione - così come progettate ed edificate negli anni, presentano diverse difficoltà oggettive che limitano il rispetto delle distanze sociali indicate nei recenti Decreti Ministeriali. A queste difficoltà, si aggiunge il gravoso e più volte denunciato sovraffollamento delle carceri emiliane, soprattutto in alcune realtà come la Dozza di Bologna, che a fronte di una capienza regolamentare di 500 detenuti, attualmente ne ospita circa 750.
Da tempo noti e puntualmente segnalati, anche i problemi d’organico presenti in tutti i settori operanti quali polizia penitenziaria, educatori, esecutori dell’esecuzione penale esterna, personale sanitario, magistrati di sorveglianza, direttori e dirigenti degli istituti, che, nonostante l’emergenza sanitaria in corso con conseguente carenza di DPI e gli episodi di proteste violente registrate nell’ultimo periodo in regione, hanno sempre e comunque continuato ad operare e a portare avanti con la massima professionalità e abnegazione il proprio mandato. Infatti, solo di recente è pervenuta e subito stata distribuita una prima fornitura dei DPI, che deve essere implementata, garantendone un costante approvvigionamento.
Altra novità positiva è lo screening per la sorveglianza sanitaria deciso dalla Regione dopo le richieste di CGIL, CISL e UIL. "Durante un incontro avvenuto la scorsa settimana - proseguono i sindacati - la Regione ha convenuto che i test sierologici veloci vengano fatti non solo al personale sanitario ma pure a quello volontario che opera nelle strutture sanitarie e socio sanitarie, al personale addetto alle pulizie, il cui lavoro è molto importante per la sanificazione delle strutture, oltre a tutte le forze dell'ordine, polizia penitenziaria, agli agenti di polizia municipale e ai vigili del fuoco" (su questo nei prossimi giorni è atteso un crono programma delle Asl).
I rappresentanti sindacali chiedono di allargare  lo screening a tutte le persone detenute, anche al fine di allentare le tensioni che  persistono. Occorre inoltre prevedere un’informazione capillare a operatori e detenuti, predisporre luoghi idonei per eventuali misure di isolamento, facilitare i contatti a distanza tra popolazione detenuta e familiari e continuare - con le modalità attualmente possibili - gli interventi di natura socio-educativa, in un’ottica di riduzione di fattori di stress e tensione.
Nel corso dell'incontro in videoconferenza di ieri con il Garante regionale dei detenuti è stata condivisa la necessità di porre rimedio ai problemi strutturali del sistema. Chiesto infine un confronto al Provveditorato regionale alle carceri e alla Regione Emilia-Romagna, per definire  le misure urgenti da applicare per la prevenzione in linea con quanto previsto dai protocolli già sottoscritti, per la messa in sicurezza delle nostre carceri e per garantire la salute del personale e dei detenuti.

Pubblicato l'8 aprile 2020

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente