La scout Greta in Olanda
Quando l’attenzione alle emergenze sociali e ambientali diventa un lavoro: mai come oggi, in questi giorni di incertezza e sospensione, fa piacere leggere la storia di Greta Blengino, una giovane studentessa di Torino che sta per iniziare l’Università delle Arti e delle Scienze Liberali nella città olandese di Leida.
Greta ha 19 anni e dopo la maturità classica si è presa un anno sabbatico per vedere il mondo e fare esperienze di volontariato; è al termine del suo percorso di Scout e sta per affrontare la scelta se entrare nella comunità dei capi e diventare educatrice o rimanere scout senza tale impegno.
Dopo il suo recente soggiorno alla Casa della Carità a Piacenza, dove suor Teresa e suor Cristina l’hanno accolta per alcuni giorni, ci ha raccontato come cambierà la sua vita da universitaria.
“Ho cercato in Italia una facoltà che unisse le discipline di legge e psicologia, ma non ho trovato nulla di simile. È stata un’amica di mamma a parlarmi dell’università di Leida che mi ha subito entusiasmato, forse anche perché sono abituata a viaggiare e il fatto di trasferirmi all’estero mi coinvolge ancora di più. Così ho inviato il curriculum e una lettera di presentazione: immagina la mia soddisfazione quando mi hanno detto di avermi accettato senza neanche fare il colloquio con i professori!”
Greta ha dovuto scegliere uno dei quattro indirizzi della facoltà che rappresentano delle sfide globali, che poi andrà ad approfondire nei tre anni di studi: “tra prosperità, pace e giustizia, sostenibilità e diversità mi sono orientata sulla sostenibilità”.
Alla base della scelta di questa giovane intraprendente ci sono sicuramente i valori della comunità scout di fede e servizio: anche in questi mesi invernali infatti Greta è impegnata nella casa delle suore di S. Luisa di Torino, dove va tutte le mattine per servire la colazione ai senzatetto: “molto mi chiedono chi me la faccia fare una tale fatica, uscire presto e con il freddo, ma io sento qualcosa che mi spinge a soccorrere e aiutare quando vedo delle disuguaglianze e delle ingiustizie, come una volontà innata di agire – spiega Greta. Ma sono sicuramente anche i suoi studi classici ad aver fatto la differenza, Ulisse accolto sulla spiaggia del re dei Feaci Alcinoo da sua figlia Nausicaa insegna: “dagli antichi ho imparato e interiorizzato il valore dell’ospitalità, di accogliere lo straniero e in generale le persone in difficoltà. Il liceo classico poi è una scuola tosta dove impari a studiare e maturi la volontà di apprendere, di affrontare quello che ancora è sconosciuto”.
In futuro Greta si vede impegnata in qualche organizzazione internazionale, forse una Ong che si occupa di minoranze e migrazione: “nulla però è deciso, infatti la prima regola dell’università che frequenterò è tenere la mente aperta”.
Camilla Quagliaroli
Nella foto, Greta Blengino, con la divisa scout, alla Casa della Carità di Piacenza insieme a suor Teresa Cristina Cavaletti e al neodiacono Giuseppe Porcari.
Pubblicato 3 marzo 2020
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