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Percorso biblico a Castel San Giovanni: la montagna come luogo di incontro con Dio

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La montagna come luogo di incontro intimo con Dio e di trasformazione: questo il tema del terzo incontro del percorso biblico, che si è tenuto martedì 4 febbraio a Castel San Giovanni, nella Chiesa di San Giovanni Battista. Il relatore è stato don Paolo Mascilongo, parroco di San Sisto, biblista della nostra diocesi e insegnante presso il collegio Alberoni. Mascilongo ha articolato la serata in sei “quadri”, alternando ogni volta brani dell’Antico e del Nuovo Testamento, con particolare attenzione al Vangelo di Matteo.
Il primo quadro è la tentazione. Tracciando un parallelismo tra il sacrificio di Isacco (Genesi 22) e la tentazione di Gesù da parte del Diavolo (Matteo 4), si può osservare come in entrambe le occasioni il monte sia luogo di prova, una prova che sia Abramo sia Gesù devono attraversare e superare. Una prova che assomiglia a quelle che tutti noi dobbiamo affrontare nella nostra vita di fede.
Il secondo quadro è la legge: in Esodo 19, il Signore consegna a Mosè le leggi, la Torah, mentre in Matteo 5, all’inizio del Discorso della Montagna, Gesù consegna ai discepoli la nuova legge, le beatitudini. Entrambe le scene si svolgono su un monte. Gesù quindi, in questo è simile a Mosè: entrambi sono mediatori tra Dio e l’umanità. Però allo stesso tempo, Gesù è più di Mosè, perché mentre quest’ultimo si limita ad ascoltare, Cristo invece parla in prima persona: Gesù sale sul monte non solo per donare le nuove leggi, ma per rivelarsi come il Messia.
Il terzo quadro è l’incontro con Dio, la preghiera: in Re 19, il profeta Elia, solo in una caverna, fa esperienza della presenza di Dio sotto forma di una brezza leggera, mentre in Matteo 14, Gesù si ritira a pregare da solo sul monte. Questo è uno dei pochi momenti di preghiera narrati dai Vangeli e non viene mai specificato il nome del monte: non importa di che monte si tratti in particolare, importa che esso sia luogo di incontro intimo, cuore a cuore, con Dio. Anche noi siamo invitati a prenderci un po’ di tempo, ogni tanto, per ritirarci in un incontro personale con il Signore.
L’incontro con Dio, che trasforma, è il quarto quadro: confrontando Esodo 24 con Matteo 17, si nota che, come Dio si rivela a Mosè sulla cima sotto forma di nube e fuoco, così Gesù, con la Trasfigurazione sul monte, rivela la sua divinità. Di fianco a Cristo appaiono anche due personaggi dell’Antico Testamento, Mosè ed Elia, e Dio parla ai discepoli con un messaggio rivolto anche a noi: “Ascoltatelo.” Gesù infatti è la Parola Vivente: ascoltandolo e seguendo i suoi passi, Lui può trasformare anche noi.
Il monte come luogo di attesa del Dio che verrà, quinto quadro, è il tratto che accomuna Zaccaria 14 a Matteo 24. Il primo brano è ricco di segni apocalittici, che non sono però spaventosi o vani, ma segni di una futura presenza di Dio. Allo stesso modo Gesù, nel suo ultimo insegnamento, invita i suoi discepoli e noi tutti a guardare al futuro non con timore, ma con speranza, perché Lui tornerà. In entrambi i brani è forte la speranza e l’attesa di un ritorno futuro del Signore.
L’ultimo quadro è l’invito missionario, che si realizza in Matteo 28. È la conclusione del Vangelo di Matteo: Gesù, su un monte non precisato, raduna gli undici discepoli rimasti. Sa che tutti loro hanno fallito: lo hanno abbandonato, sono fuggiti e non erano di fianco a lui nella Passione. Eppure, nonostante tutto, essi hanno ancora una possibilità: tutto può ricominciare, allo stesso modo e nello stesso luogo dove tutto era iniziato. Cristo infatti li richiama come aveva fatto all’inizio del suo insegnamento, sul monte, e affida loro la Missione: insegnare e annunciare.
Gli ultimi due incontri sono in programma martedì 11 febbraio con mons. Busani che parlerà sul tema “La città, luogo ambivalente”; infine martedì 18 febbraio il percorso biblico ha come relatore don Lorenzo Flori che affronterà il tema “La casa, luogo per Dio o per l’uomo?”. L’inizio è alle ore 21 nella Collegiata di Castel San Giovanni.

Pubblicato il 6 febbraio 2020


Paolo Prazzoli

 

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