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A Cives si è parlato della bellezza cristiana

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La bellezza cristiana è stato l’argomento della lezione di Cives, dove è intervenuto come docente il professore di teologia Roberto Maier. Il professore ha sottolineato come nei secoli la religione sia stata fonte d’ispirazione per grandiose opere d’arte e come l’arte stessa sia stata influenzata dalla religione. Arte come linguaggio, come espressione di fede, sia per gli artisti che per i fedeli. Anche per Benedetto XVI Il riferimento alla bellezza è stato pressoché costante nel suo magistero, perché egli riteneva che essa fosse una forma superiore di conoscenza, poiché colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità.
L’essere colpiti e conquistati attraverso la bellezza di Cristo, porta ad una conoscenza più reale e più profonda della mera deduzione razionale. Per il Papa l’arte in qualche modo parla sempre del divino e della bellezza infinita di Dio, in una suprema armonia tra buono e bello. La bellezza è in grado di aprire e allargare verso nuovi orizzonti della conoscenza spingendoci sino al mistero di Dio, grazie ad un profondo percorso introspettivo e spirituale. Anche per papa Francesco l’arte nella storia è stata seconda sola alla vita nel testimoniare il Signore, ed ha permesso di accedere alla fede più di tante parole, perché con la fede condivide lo stesso sentiero che è quello della bellezza. Per questo per papa Francesco è importante custodire questo patrimonio, perché l’arte è sorgente di armonia e di pace, ed ha la capacità di condurre dentro noi stessi ed elevarci verso Dio. Ma è necessario custodire anche il creato, opera di Dio stesso, che rappresenta una continua fonte di
meraviglia, la sua bellezza costituisce costante occasione di contemplazione e di gioia, perché la creazione rivela la bellezza del suo stesso creatore.

Stefania Micheli

Pubblicato il 17 dicembre 2019

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