A Cadeo la Casa per le pene alternative della Caritas diocesana
Cadeo ospiterà ad inizio autunno una Casa di accoglienza per persone che possono beneficiare delle misure alternative alla detenzione. Qui saranno accolte coloro che non hanno risorse proprie o reti all’esterno e che altrimenti finirebbero di scontare la pena recluse in carcere, persone cioè che hanno bisogno di un domicilio ed eventualmente di un inserimento lavorativo. "Un progetto, quello Housin, ben organizzato e dotato di tutte le garanzie di cui il nostro territorio necessita", così Marco Bricconi, primo cittadino di Cadeo ha commentato durante l'incontro tenutosi a fine luglio in Municipio con il direttore Caritas Piacenza Mario Idda. L'incontro ha coinvolto amministratori (sindaco Bricconi e vicesindaco Toma), parrocchia di Cadeo (Federica Sesenna), Caritas parrocchiale (Marika Milani), il consigliere di minoranza Grazia Longo, i Servizi sociali di Cadeo (Silvia Fanzini) e l'equipe di Caritas diocesana impegnata sul progetto (Francesco Argirò, Alessandro Dosi e Davide Marchettini) guidata dal direttore Mario Idda.
"Sono a disposizione di tutti coloro che desiderano meglio comprendere il progetto Caritas o hanno dei dubbi - prosegue Bricconi - ma ci tengo a precisare che il progetto sarà guidato da una realtà solida ed esperta, Caritas Diocesana, che da anni è sinonimo di serietà e competenza riguardo ad accoglienza e accompagnamento nell'area del disagio".
"La riuscita del progetto non può non dipendere anche dalla collaborazione dell'intera collettività - puntualizza Grazia Longo, consigliere di minoranza -; motivo per cui sarà necessario, circostanza emersa da parte di tutti, un costante impegno all'informazione e alla trasparenza al fine di garantire la sicurezza e la tranquillità di tutte le parti coinvolte ed in primis dei cittadini".
"Quello che prenderà vita a Cadeo è un progetto serio, un prendersi a cuore le persone che hanno sbagliato ma vogliono riprendersi in mano la vita - spiega Francesco Argirò di Caritas Diocesana -. Giustamente il sistema carcerario sancisce la pena ma si occupa anche del recupero. Chi sarà ospitato nella Casa non sarà uscito perchè deciso da Caritas ma da un magistrato di sorveglianza, secondo tutti i vincoli di legge previsti. Non saranno persone che hanno compiuto delitti ma persone che hanno bisogno di una seconda chance".
"Sarà un accompagnare per vivere meglio - sottolinea Mario Idda, direttore della Caritas diocesana -. Queste persone vivendo un'esperienza di accompagnamento potranno vivere un'occasione di svolta delle loro vite. Per ogni persona che reinseriremo nel contesto sociale vi sarà una in meno che rischierà di ripetere lo stesso errore".
Pubblicato il 29 agosto 2019
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