Santuario di Santa Maria del Monte: le origini nell’anno Mille
Sono oltre venti i santuari mariani della diocesi di Piacenza-Bobbio.
Di particolare interesse per la sua posizione geografica è la chiesa di Santa Maria del Monte in Val Tidone che ha origini molto antiche: si ritiene che l’attuale santuario sia il risultato di ripetute aggiunte e rimaneggiamenti su un originario sacello edificato probabilmente da monaci dell’ordine di San Colombano attorno all’anno mille.
Già dal 1152 risulta essere stata meta di continui pellegrinaggi. In tempi più recenti, la chiesa era meta di pellegrinaggio in occasione della festa liturgica di Maria Nascente, ogni 8 settembre.
Da oltre vent’anni, la Banca di Piacenza ha scelto Santa Maria del Monte come sede per la consegna del Premio Solidarietà per la Vita, assegnato l’ultima domenica di giugno a chi si distingue per solidarietà, per l’impegno e la dedizione nel promuovere e nel difendere la vita.
La chiesa era stata restaurata nel 1991 su iniziativa di don Luigi Occhi, ma una serie di eventi eccezionali d’instabilità geologica ha, in un tempo relativamente breve, messo a rischio la sopravvivenza del santuario.
La causa principale è l’enorme frana che ha interessato il versante nord e divorato per di più la vecchia strada che saliva alla chiesa.
Il colpo di grazia l’ha dato il sisma del maggio 2012, che pur avendo un epicentro lontano, ha avuto serie ripercussioni sull’antica chiesa.
“L’altura è in una posizione esposta, e tende a essere toccata da ogni sisma che interessa le aree emiliane, tanto è vero che l’Osservatorio Alberoni voleva installarvi la sua strumentazione, che da qui può percepire la maggior parte delle scosse”, ha spiegato don Giuseppe Bertuzzi.
Dopo la dichiarazione d’inagibilità dell’agosto 2012, le sottili volte a foglio della chiesa hanno dovuto essere puntellate, mentre si cominciava a pensare a come intervenire per salvare la chiesa.
Tenendo a mente la devozione secolare e l’attaccamento delle comunità, 15 sacerdoti, che rappresentano circa 40 parrocchie del vicariato della Val Tidone, hanno deciso, nell’aprile 2013, di concentrare il contributo annuale 8x1000 per la conservazione del patrimonio artistico del vicariato tutto sul santuario nel suo momento di maggior bisogno.
Un importante contributo è arrivato anche dalla Banca di Piacenza, da sempre attenta e generosa nel suo decennale sostegno per Santa Maria del Monte.
Anche l’azienda vitivinicola Mossi ha contribuito alla copertura delle spese.
Il processo è stato rapido: nel luglio 2013 la conferenza episcopale ha dato il suo consenso, e ottenute le autorizzazioni, i lavori sono partiti nella primavera del 2014.
Prima di tutto si è dovuto intervenire sulle fondazioni, rafforzandole con l’installazione di micropali e con la costruzione di una trave di collegamento.
Si è poi potuto procedere con i lavori sul tetto, sostituendo le travi di legno ormai non più valide con altre nuove, in rovere.
Sono stati anche applicati rinforzi in fibra di carbonio, leggera e solidissima, per assicurare le volte.
Un’intelaiatura metallica è stata aggiunta per fornire maggiore resistenza strutturale e una miglior distribuzione dei carichi di fatica.
La struttura realizzata coniuga resistenza e flessibilità, così da resistere al meglio anche a eventuali nuove scosse telluriche.
All’interno, intonaci e affreschi sono stati restaurati e ripuliti dalle macchie formatesi nel tempo, e dove la pittura era andata persa, il disegno è stato riprodotto a spolvero e ritocchi pittorici ad acquerello ora mitigano le mancanze.
C’è una bella immagine usata da tempo per parlare del santuario.
Il suo snello campanile sembra un dito puntato verso il cielo, come un invito ad aprirsi dalla serenità, alla speranza e alla pace.
Il restauro ultimato garantisce che l’immagine rimanga valida nel futuro.
La piccola chiesetta è un luogo di pace e di riflessione.
Gabriele Molinelli
Pubblicato il 24 luglio 2019
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