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A Groppallo Ferragosto dedicato a don Gianrico Fornasari

groppallo


Groppallo, Ferragosto è stata una festa d’estate diversa dal solito. In una corte colma di oltre duecento persone non si respirava solo la leggerezza spensierata di una sagra di paese e delle sue bancarelle, ma anche la profondità di una comunità che si ritrova attorno alla memoria e al dono. Ho seguito la serata con occhi di osservatore esterno, lasciandomi attraversare dai silenzi, dalle voci, dalle immagini. E ciò che mi è rimasto è il senso di un legame che unisce radici, storia e futuro.

Tre cortometraggi del Cineclub Piacenza

La prima parte ha proposto tre cortometraggi del Cineclub Piacenza. “Pietra su Pietra”, realizzato dai ragazzi della scuola media di Morfasso, ha raccontato con lo sguardo dei più giovani il tema delle barriere personali e della capacità di trasformarle in ponti, in nuove prospettive di comunità. A commentarlo è stato Fausto Frontini, che ha sottolineato il grande lavoro di studenti e insegnanti con un messaggio capace di far riflettere anche gli adulti.bÈ seguito “1x7”, prodotto in occasione del 35° di fondazione della sezione Aido di Lugagnano e della Val d’Arda, che ha coinvolto l’intero paese di Lugagnano testimoniando la differenza tra il “regalare” e il “donare”. A commentarlo sono stati Giancarlo Bersani, presidente Aido Lugagnano, Gianfranco Antonelli, presidente provinciale Aido, e Giovanni Villa, presidente provinciale Avis. Infine “Rise and Shine”, del veronese Alessandro Zonin, ha affrontato con delicatezza e ironia il tema della guerra e della morte, scegliendo di mostrarne non solo il dramma ma anche frammenti di umanità che resistono persino nei momenti più duri; il commento è stato affidato a Valter Sirosi, presidente del Cineclub Piacenza Giulio Cattivelli, che ha ricordato il grande lavoro svolto dal club con risultati ormai riconosciuti anche a livello nazionale e internazionale. Subito dopo, un grazie speciale è andato a Gianfrancesco Tiramani, da anni amico sincero di Groppallo: non solo per il sostegno tecnico e logistico, ma per la sua disponibilità e generosità, insieme al gruppo che lo affianca con passione e rispetto delle sensibilità della comunità.



L’omaggio a don Gianrico Fornasari

Poi, il cuore della serata: l’omaggio a don Gianrico Fornasari (1935-2014), “il ragazzo con la cinepresa”, che ci ha lasciati ormai dieci anni fa. Arrivato a Groppallo a fine anni Cinquanta come giovane seminarista del Collegio Alberoni, divenne presto parroco e iniziò a filmare la vita del paese con la sua cinepresa sempre in mano. Le sue pellicole, i super8, hanno catturato processioni, feste civili e religiose, mercati, bambini che giocano, uomini e donne al lavoro, paesaggi e stagioni: sequenze in bianco e nero e a colori che oggi tornano a parlare grazie al lavoro di digitalizzazione.

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Una memoria viva

Don Claudio Carbeni l’ha conosciuto negli anni Novanta, quando entrambi furono chiamati dal vescovo Monari a ricoprire incarichi diocesani: un incontro che gli ha fatto scoprire da vicino la passione con cui don Gianrico parlava della sua montagna e della sua comunità. Un’appartenenza profonda, quasi viscerale, a questa terra e alla sua gente. Solo mezz’ora di proiezione, scelta tra più di cento bobine, è bastata a trasformare la corte in memoria viva: sagre, processioni, infanzia, stagioni, lavoro, gioco, montagna. Qualcuno ha rivisto i propri genitori: un incontro inaspettato e struggente, che ha fatto calare un silenzio intenso. Ho percepito lo stupore che serpeggiava tra i presenti; c’era chi era arrivato quasi per caso, avvisato all’ultimo, eppure se n’è andato con gli occhi lucidi. In apertura, il presidente dell’Avis aveva ricordato: “Il regalo è qualcosa che scelgo io e scelgo anche a chi darlo, mentre il dono è diverso: non so chi lo riceverà”. Parole che don Claudio Carbeni ha ripreso, legandole al senso profondo della serata: donare significa uscire da se stessi, affidare qualcosa che resterà agli altri. Così i volontari che hanno messo tempo ed energie, così don Gianrico con la sua cinepresa: ciò che hanno lasciato non è un semplice regalo, ma un dono che continua a germogliare. I semi si spargono ovunque, superano lo spazio, attraversano il tempo.


Le parole di don Claudio Carbeni

Nel suo intervento, don Claudio ha richiamato anche il valore della storia e degli archivi, citando le parole di Mario Rigoni Stern riportate sulla locandina della serata: “La memoria degli uomini è fragile e il tempo passa in fretta. Ma la memoria scritta e quella filmata possono durare nel tempo”. Ha detto di sentirsi profondamente in sintonia con questa frase, e le immagini - alcune girate decenni fa, in bianco e nero sfocato o a colori - lo hanno confermato: ciò che conta è l’emozione che sanno suscitare, o oggi lui stesso, per la sua storia comune, anche se in un'altra valle, si è emozionato. Un invito a custodire e valorizzare la memoria, perché solo così si resta in piedi come comunità, contro l’individualismo che rischia di frantumare i legami.

Il senso della vita nelle parole del Sindaco

Nelle conclusioni, il sindaco Marco Paganelli ha affrontato un tema raro in una festa estiva: la morte. “È qualcosa che appartiene a ciascuno di noi, anche se fingiamo di ignorarla”, ha detto. E ha aggiunto che l’aia, luogo scelto per l’evento, lo aveva colpito e attratto: da sempre crocevia di vita e morte, intimità familiare e spazio comunitario. “L’aia è insieme intimità di una famiglia ma anche comunità”, ha ricordato. E proprio in quell’abbraccio tra memoria privata e collettiva si è compiuto il dono della serata.

In tanti al lavoro

La serata è stata resa possibile dalla generosità di molti: Agostino, Pierluigi e Gianetto, custodi della chiesa di Groppallo e del patrimonio lasciato da don Gianrico; don Claudio Carbeni, che ha messo a disposizione le pellicole originali; Terratrema Film e la Fondazione Home Movies di Bologna, che hanno curato la digitalizzazione; il regista Francesco Barbieri, che con la sua esperienza ha contribuito a rendere fruibile questo immenso materiale e a restituirgli forza narrativa, trasformando archivi nascosti in patrimonio condiviso; ed Elena e Daniela, che hanno inventato e fatto crescere questa iniziativa, ora alla sua seconda edizione, insieme ai tanti ragazzi che le hanno aiutate a preparare la serata. Tra un intervento e l’altro, e nel finale, le voci del Coro Appenninus hanno dato respiro e solennità: canti popolari e brani sacri hanno accolto il pubblico, interrotto i silenzi delle immagini con momenti di raccoglimento e, infine, chiuso la serata con una trama corale capace di trasformare la commozione in speranza condivisa. Alla fine, è rimasta una promessa: che quelle bobine, oggi salvate, saranno didascalizzate e contestualizzate, perché diventino patrimonio vivo e accessibile a tutti. Non soltanto immagini d’archivio, ma racconti capaci di continuare a parlare, di generare nuove storie e nuove emozioni. Fotogrammi che porteranno “a casa” altre persone, così come è accaduto a me ieri sera, quando la memoria si è fatta presente e il presente si è intrecciato con le radici. Un dono, appunto.

Silvia Salini

 
Nelle foto, l’incontro a Groppallo e un primo piano di don Gianrico Fornasari.

Pubblicato il 19 agosto 2025

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