«Oltre i confini», l’Azione Cattolica si prepara al viaggio a Trieste e Gorizia
“Trieste è la porta dell’Europa, per la maggior parte dei migranti è solo un punto di passaggio”. È stato dedicato alla rotta balcanica, alle sue caratteristiche e alle persone, la maggior parte dell’incontro informativo che si è tenuto nella serata di mercoledì 7 maggio nel Salone della Cattedrale di Piacenza. Cinque volontari dell’associazione “Fiorenzuola oltre i confini” – Alessandra Danesi, Roberto Magni, Isabella Spurio, Daniele Bonetti, Davide Sarpedonti – hanno raccontato ciò che accade sul confine italo-sloveno e l’impegno dell’associazione “Linea d’ombra” con cui collabora. Il 31 maggio e il 1° giugno un gruppo di piacentini sarà in viaggio a Trieste, Gorizia, Nova Gorica e Aquileia con l’Azione Cattolica della Comunità pastorale 1.
Nel 1996 l’aiuto durante la guerra nei Balcani
“La rotta balcanica è meno raccontata di altre – ha introdotto Chiara Sacchi dell’Azione Cattolica della Comunità pastorale 1 – i migranti spesso respinti con violenza alla frontiera. Chi arriva in Italia è in condizioni estreme, con ferite e senza cibo. Questa realtà va affrontata con gesti di tenerezza”. I volontari di Fiorenzuola oltre i confini (Foic) hanno raccontato le proprie attività: nata nel 1996 con viaggi di consegna aiuti umanitari in Bosnia-Erzegovina, l’associazione ha costruito negli anni una rete di solidarietà attiva, locale e internazionale. Foic promuove una cultura della pace, dell’incontro e della cooperazione, radicata nel territorio ma con lo sguardo aperto sul mondo.
Le attività Foic sul territorio
Fiorenzuola oltre i confini promuove “progetti di volontariato e sostegno in decine di Paesi del mondo, tenendo sempre forte e costante il legame con la comunità locale, valorizzando il dialogo tra culture e il senso civico. Nel 2024 ha ricevuto il Premio San Fiorenzo, per il suo impegno in favore della pace e della solidarietà. Il servizio più “continuativo” di Foic è lo sportello migranti, aperto quattro giorni a settimana, con cui offrono supporto ai “nuovi cittadini” per permessi di soggiorno, carte di soggiorno, richieste di cittadinanza, domande per test d’italiano. Gli utenti sono oltre 1300. Sul territorio fiorenzuolano, l’associazione offre ospitalità a cinque famiglie (20 persone) provenienti dall’Ucraina, e a settembre organizza la Festa multietnica.
Nel mondo
“Oltre” i confini, Foic supporta le rette scolastiche per cinque ragazzi che frequentano la Secondary school a Chebole, in Kenya, e promuove progetti per l’infanzia e l’educazione alla cooperazione in Bosnia. Poi interventi “spot” come raccolte fondi e donazioni per emergenze, calamità naturali e vittime di conflitti e interventi di “advocacy”, per portare consapevolezza nelle scuole o attraverso conferenze e attività in rete. Il progetto più grosso è quello che riguarda la rotta balcanica. “Migliaia di persone – è stato spiegato – attraversano i Balcani in fuga da guerre, persecuzioni o povertà per raggiungere l’Europa occidentale. La maggior parte di loro parte da Afghanistan, Pakistan, Siria, Turchia, Kurdistan e attualmente anche dal Nepal”.
Il viaggio
“The Game”. Il gioco. “Così i migranti chiamano il tentativo di attraversare i confini – hanno detto i volontari – settimane o mesi a piedi, tra freddo, fame, boschi e violenze da parte delle forze di polizia. I migranti sono costretti a pagare per il passaggio a trafficanti senza scrupoli. Non c'è nessuna tutela neppure da parte delle autorità locali, che anzi sono un ulteriore fattore di rischio. L’Italia, molto spesso, è solo la porta d’ingresso in Europa. Solo una minima parte si ferma. Tuttavia, Trieste, essendo la prima città sul confine balcanico, è una tappa praticamente obbligata, senza alcun tipo di supporto o assistenza fornita dalle autorità”. I cinque volontari, ospiti dell’AC in Cattedrale, hanno raccontato alcuni brevi aneddoti raccolti negli ultimi anni a Trieste, dove si recano periodicamente con un furgone – messo a disposizione grazie all’aiuto della parrocchia di San Fiorenzo – per consegnare viveri. Lì opera l’associazione “Linea d’ombra”, fondata nel 2019 dai coniugi Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, che accoglie in media 30 migranti al giorno in piazza della Libertà a Trieste. Il racconto è stato arricchito dalla proiezione di foto e spezzoni di telegiornali.
In due mesi 1.400 attraversamenti illegali
Tra gennaio e febbraio 2025, secondo i dati Frontex citati dai volontari durante l’intervento di mercoledì sera, ci sono stati 1.400 attraversamenti illegali del confine europeo nei Balcani occidentali, il 64% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “C’è un’accoglienza istituzionalizzata e un’altra «informale» – hanno spiegato – molti preferiscono viaggiare nell’ombra, senza essere schedati. Le cifre si riferiscono a migranti intercettati o presentatisi spontaneamente. La diminuzione è quindi in primis indice del perfezionamento dei metodi dei trafficanti: in Bosnia, ad esempio, i migranti non si spostano più a piedi ma in auto e furgoni, non stazionano nei campi, ma in case di privati conniventi”.
Donazioni
Per il prossimo viaggio a Trieste, Fiorenzuola oltre i confini cerca zaini, sacchi a pelo, felpe e pantaloni di tuta (con elastico in fondo) da uomo, nuovi o in ottimo stato, di taglia M o L. Le donazioni possono essere effettuate anche tramite bonifico (IBAN: IT49V0623065310000030212525) con la causale “Progetto Trieste”.
Francesco Petronzio
Nella foto, da sinistra Alessandra Danesi, Roberto Magni (Foic) e Chiara Sacchi (AC).
Pubblicato l'8 maggio 2025
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