“Le mani in pasta”: un ponte tra generazioni attraverso la cucina
L’esperienza dell’oratorio Let’SGO della parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza. Gli adulti insegnano ai bambini a preparare i piatti della tradizione
“Le mani in pasta” è un’iniziativa che sta conquistando il cuore di tante persone di diverse età. Nell’ambito dell’oratorio Let’SGO della parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza si sta svolgendo questo progetto che ha l’obiettivo di favorire il dialogo e il lavoro insieme tra le diverse generazioni, creando un ponte di condivisione attraverso la cucina.
Un progetto nato in montagna
“Eravamo in montagna, con i ragazzi del soggiorno estivo, a Vigo di Fassa, e a don Federico Tagliaferri, il nostro parroco, è venuta l’idea di far fare qualche cosa di manuale per i loro pasti, quindi abbiamo preparato i pisarei e fas´ö, un piatto tipico piacentino. «Ma che bello!», in molti di loro ci hanno detto. È stata questa la spinta che ci ha portato a organizzare questa attività anche in oratorio”: a parlare è Stefania Scagnelli, una delle signore animatrici di questo evento.
“Abbiamo così deciso - aggiunge Elena Galli, responsabile dell’oratorio - di organizzare delle serate nelle quali i bambini e gli adulti s’incontrano per cucinare e poi successivamente consumare insieme, seduti agli stessi tavoli, ciò che si è prodotto. Insomma è proprio un bel momento di condivisione in cui le signore cuoche ci raccontano la storia dei piatti che si preparano”.
Un’occasione per rimettersi in gioco
Il corso di cucina serale proposto da “Le mani in pasta” è diventato quindi un punto di riferimento per bambini, adulti e anziani che desiderano imparare a preparare piatti gustosi e trascorrere del tempo significativo insieme. La magia di questa iniziativa sta nel fatto che non si tratta solo di insegnare a cucinare, ma di creare un momento di convivialità in cui ognuno può mettere in comune le proprie abilità e condividerle con gli altri.
“È l’occasione - rimarca Stefania - anche per delle signore, adesso anziane, che un tempo erano il fulcro delle feste parrocchiali, di rimettersi in gioco. Sono persone che hanno oltre gli 80 anni e che sono molto felici di partecipare e di dare il loro contributo di esperienza e di vita”.
Insieme intorno al tavolo
Nelle serate, i partecipanti imparano a preparare diverse ricette tradizionali, scoprendo i segreti della buona cucina e sperimentando nuovi sapori e ingredienti. Il momento clou di quest’iniziativa è la cena finale, in cui tutti si riuniscono per gustare insieme ciò che hanno preparato durante il corso.
Questo momento non solo permette di apprezzare il frutto del proprio lavoro, ma soprattutto di condividere emozioni e storie intorno a un tavolo imbandito di sapori e profumi.
“In questo anno - ci racconta Elena - abbiamo già svolto un paio di serate e la prossima sarà il 3 dicembre. I giovani partecipanti vanno dai 5 anni fino alle scuole medie. Ci sono anche i ragazzi delle superiori che aiutano i bambini più piccoli, ed anche loro sperimentano cosa vuol dire mettere le mani in pasta. Alcune ragazzine sono già al terzo anno di presenza e non si sono mai tirate indietro, partecipando con entusiasmo. Inoltre anche le mamme, insieme ai bambini, condividono questa attività. Nell’ultima serata eravamo circa 50 persone...”.
Uno scambio generazionale
“Le mani in pasta” quindi è molto più di un corso di cucina, è un’opportunità preziosa per valorizzare le diversità e le competenze di ciascuno, per promuovere lo scambio generazionale e per costruire legami autentici basati sulla reciprocità e sulla solidarietà.
Questa iniziativa dimostra che quando le mani si uniscono per creare qualcosa di bello e gustoso, si creano anche legami speciali che vanno al di là delle differenze di età.
In un’epoca in cui la frenesia e la solitudine sembrano prevalere, “Le mani in pasta” è una bella iniziativa che ricorda l’importanza di ritrovarsi, di cucinare insieme, di condividere momenti di gioia e di crescita.
Grazie a progetti come questo, si possono costruire ponti solidi e duraturi tra le generazioni, regalando a tutti la possibilità di imparare e di sorridere insieme.
Riccardo Tonna
“Nelle serate i bambini e gli adulti
s’incontrano per cucinare
e poi mangiare insieme,
seduti agli stessi tavoli,
ciò che si è prodotto.
È un bel momento di condivisione
in cui le cuoche ci raccontano la storia
dei piatti che si preparano”
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