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Gropparello tiene viva la memoria di don Borea

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“La fede e il sangue. Don Giuseppe Borea e il suo operato in Val d’Arda” è l'incontro previsto sabato 9 settembre alle ore 17 nella sala consiliare di Gropparello. L'evento apre la 67ª Festa dell'Uva, la manifestazione promossa dall'Amministrazione comunale in prgramma fino a lunedì 11 settembre.
Dopo il saluto di don Lodovico Groppi, parroco del paese, al dibattito, presentato da Giuseppe Borea, nipote omonimo del sacerdote ucciso dai nazifascisti il 9 febbraio del 1945, interverranno gli studiosi Alessandro Pigazzini e Iara Meloni. Dall’esperienza di don Borea si passerà alla riflessione sui cattolici nella Resistenza. Al termine sarà proiettato un video che raccoglie le testimonianze dei parrocchiani di Obolo; al  sindaco Armando Piazza saranno affidate le conclusioni.

Il prete di tutti
“Don Borea era il prete di tutti -ricorda il nipote - da pastore di anime, egli aiutava chiunque ne avesse bisogno, anche i fascisti”. La scelta di arruolarsi come cappellano militare nella 38esima Brigata della divisione partigiana Val d’Arda fu dettata, dunque, da ideali cristiani. “Obolo diventò, suo malgrado, un paese di guerra, stretto fra Bettola, Gropparello e Morfasso - dice Borea -; dunque, tanti partigiani erano figli di suoi parrocchiani. Arruolarsi, per don Borea, significava aiutare la sua gente, difendendo allo stesso tempo gli ideali antifascisti e di libertà in cui credeva”.
“A don Borea stava a cuore il proprio paese. Negli otto anni in cui fu parroco a Obolo - prosegue il nipote - più volte si batté per ottenere che nel comune arrivassero l’energia elettrica e l’acqua potabile, ma il podestà declinava le sue richieste per mancanza di fondi”.
È importante evitare che don Borea sia considerato una figura lontana nel tempo e ormai sepolta.

Nella foto, la chiesa di Obolo con l'immagine di don Giuseppe Borea: nella frazione di Gropparello il sacerdote fu parroco dal 1937 al 1945, anno del suo arresto.

Pubblicato il 7 settembre 2023

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