Da Piacenza in bici a Santiago: l’avventura di tre insegnanti di religione
A luglio sono partito per il Cammino di Santiago con altri due insegnanti di religione di Piacenza, Lucia Selvatici e Virgilio Solenghi. Personalmente ho desiderato profondamente di vivere questo pellegrinaggio per chiudere un cerchio rimasto aperto ormai da più di vent’anni, esattamente dal 1999, quando partii da Piacenza alla volta di Lourdes. Anche oggi come allora ho scelto la bicicletta perché è ormai parte del mio modo di essere, di vivere e mi regala sempre una sensazione di libertà infinita.
Pedalare “in ascolto”
Mi sono messo in strada con spirito di abbandono e disponibilità cercando di pormi in ascolto dell’altro e del Creato. Gli incontri sono essenziali nel pellegrinaggio così come lo sono nella vita; tanti, diversi, a volte fugaci ma sempre intensi, mi hanno regalato la forza per continuare a pedalare nella gioia dell’incontro con Dio. Nel Cammino ho vissuto il percorso nella condivisione ma anche nel silenzio, nella contemplazione di Cattedrali, monasteri, santuari ma soprattutto della natura negli immensi e sconfinati altopiani delle mesetas o nei boschi fatati dei Montes de oca dove davvero senti al tuo fianco la presenza dell’Altissimo.
Ricevi un senso di pace
Non ero solo in questo mio viaggio ma in compagnia di due amici e la responsabilità di avere vicino qualcuno ti sprona nei momenti di difficoltà fisica e ti conforta in quelli di stanchezza emotiva. Il gruppo è sempre stato saldo con ideali, attese, motivazioni e speranze condivise pur scoprendo le nostre piccole e grandi debolezze. L’arrivo a Santiago è qualcosa difficile da spiegare a parole. La piazza dell’Obradoiro, pur essendo costantemente invasa da altri pellegrini, regala al cuore un grande senso di pace che mi ha letteralmente commosso cancellando in un sol colpo la fatica di dodici giorni di pedalate e diecimila metri di dislivello.
Il ritorno è la parte più difficile
L’ultima tappa è stata a Finisterre, la fine della Terra, dove il faro è costruito sulla punta del promontorio con le sue rocce che cadono a strapiombo dentro l’Oceano. Sopra ad un piccolo monumento una frase mi ha colpito. “Che la Pace prevalga sulla Terra!”. Ed è con questa speranza che ho fatto ritorno a casa. Il ritorno forse è la parte più difficile da affrontare. Riportare a casa questo tempo di Grazia non è facile, vorresti non abbandonare quei luoghi che nella semplicità hanno saputo donare forza e felicità, ma questo è l’impegno più grande e importante continuare a portare il cambiamento del cuore e dell’anima anche nella quotidianità che spesso tende a sovrastarci. Perciò il Cammino deve essere un punto di partenza della nostra vita e dobbiamo sempre vivere tenendo a mente l’antico saluto tra i pellegrini: “Ultreia y suseya!”, cioè “Avanti sempre avanti e sempre più su!”.
Simone Pasquali
Nella foto, i tre pellegrini piacentini di fronte alla Cattedrale di Santiago: da sinistra, Virgilio Solenghi, insegnante di religione al liceo scientifico Respighi di Piacenza, Lucia Selvatici, insegnante alla scuola primaria dell’Istituto comprensivo di Castel San Giovanni, e Simone Pasquali, insegnante alla scuola primaria dell’Istituto comprensivo di Podenzano.
Pubblicato il 7 agosto 2023
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