Mons. Bulgarelli in Cattedrale: in cammino oltre ogni tiepidezza
“O ci fissiamo su ciò che negativo, oppure diamo fiducia a Dio perché possa crescere la speranza”. É la frase chiave dell’intervento di mons. Valentino Bulgarelli al primo Quaresimale, del 10 marzo, in Cattedrale a Piacenza.
La riflessione di mons. Bulgarelli, presbitero dell’arcidiocesi di Bologna, dottore in teologia biblica, preside della Facoltà teologica dell’Emilia- Romagna, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, si è sviluppata sul libro dell’Esodo al capitolo 33, con l’episodio della tenda del convegno e la nube della presenza del Signore.
Dov’è il Signore?
“Un testo - ha affermato - dove si narra della colonna di nube che si muove, si alza e si sposta; un brano drammaticamente molto simile a quello che stiamo vivendo oggi. Un tempo di crisi per il popolo ebreo in cui vengono meno le prospettive di false speranze. Un periodo in cui Israele ha avuto la percezione che Dio avesse nascosto il suo volto e si pone l’interrogativo dove sia il Signore. Una domanda che continua ad abitarci, ma Dio desidera piantare la sua tenda in mezzo a noi, non quando tutto è perfetto, bensì nel momento di massimo di fatica”.
Quindi - per il relatore - l’umanità ha a che fare non con un Dio avulso dalla storia, dalla realtà, ma una Persona che ci mostra come la “carne” è il luogo stesso della rivelazione.
“C’è bisogno di un esame di coscienza - ha aggiunto il teologo - di rientrare in noi stessi, di riconoscere con realismo quelli che possono essere i nodi che ci impediscono di lasciarci condurre e di camminare con Dio”.
Gli ostacoli del cuore
Per mons. Bulgarelli bisogna individuare gli ostacoli interiori del cuore che non solo rallentano il cammino, ma addirittura lo fermano.
Passività
È la fatica del lasciarsi condurre da Dio, la tentazione di gestirlo a nostra maniera. È necessario - ha puntualizzato il sacerdote - riscoprire un cammino vero di chiesa, la forza di lasciarsi condurre, guidare e accompagnare, vincendo il desiderio di dominare la nostra vita. Maria, madre di Cristo, che diventa essa stessa discepola, è l’esempio di questo cammino.
Catalogazione delle persone
È il giudizio affrettato verso le persone, pensate come incapaci di evolversi. In questa ottica - per Bulgarelli - si rischia di cogliere la vita non come un grande film, ma un semplice fotogramma, senza comprendere la bellezza di un cammino in cui nessuno rimane uguale. È importante quindi ritrovare uno sguardo positivo e non giudicante verso gli altri.
Lamentela
È il terzo nodo che impedisce il cammino, è il lamentarsi in maniera costante e continua. Anche nei nostri ambienti ecclesiali - ha sottolineato il presbitero - c’è una mentalità lamentosa e deresponsabilizzante. Camminare insieme significa impegnarsi a sciogliere questo nodo con coraggio, dinamismo e creatività.
Dio cammina con noi
Questi ostacoli - per il teologo - sono atteggiamenti antievangelici e impediscono di riconoscere l’inaudito del Vangelo, infatti non può funzionare un percorso fondato sulla durezza del cuore, sulla disperazione e la sfiducia nell’opera dello Spirito.
“Il Dio della Bibbia - ha precisato mons. Bulgarelli - cammina con noi e si adegua al nostro passo. È tollerante, ci aspetta, ci rispetta, ci accoglie e non si arrende mai anche davanti ai nostri nodi da sciogliere. È un Dio a cui non piace la tiepidezza, l’incertezza del non saper scegliere da che parte stare”.
Camminare, nello stile sinodale, significa infine - secondo il relatore - recuperare una attenzione cristologica per l’annuncio della presenza fascinosa di un Dio vicino all’uomo.
Riccardo Tonna
Nella foto, mons. Bulgarelli durante il suo intervento nella Cattdrale di Paicenza alla presenza del vescovo mons. Adriano Cevolotto. (foto Del Papa)
Pubblicato l'11 marzo 2022
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