La diocesi di Massa ha celebrato i 200 anni di vita
Con la bolla pontificia Singularis Romanorum di Papa Pio VII, il 18 febbraio del 1822 veniva eretta ufficialmente la diocesi di Massa. Quella data è un punto di arrivo di un lungo percorso storico, i cui prodromi risalgono all’epoca del principe Alberico Cybo-Malaspina (1534-1623). Ma è soltanto nella seconda metà del XIX secolo, con Maria Teresa Cybo-Malaspina (1725-1790), che il progetto iniziò a concretizzarsi allorché l’imperatore Francesco I concesse alla duchessa di accantonare rendite «per la futura diocesi».
Purtroppo l’invasione napoleonica e i provvedimenti conseguenti presi anche dalla figlia Maria Beatrice, allontanarono il progetto. Il momento propizio si ripresentò nel 1819. Alla morte del vescovo di Luni-Sarzana, Francesco IV Cybo-Malaspina, approfittando della «sede vacante» presentò un esposto alla Santa Sede con il quale formalizzava nuovamente la richiesta di un «vescovado» al fine di evitare che i sudditi dovessero dipendere da un vescovo «forestiero». L’idea piacque a Pio VII e di lì a poco firmò la bolla.
Celebrazioni solenni con il card. Parolin
Venerdì 18 febbraio, esattamente a duecento anni di distanza da quella firma, la diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, guidata dall’Amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio, ha voluto celebrare con solennità la nascita della nuova diocesi. Nei giorni precedenti si è tenuto un «triduo di preparazione» nella cornice della celebrazione dei vespri.
Lunedì 14 febbraio nella Concattedrale di Pontremoli mons. Luigi Ernesto Palletti, Vescovo di La Spezia Sarzana Brugnato ha parlato del «Rapporto del Vescovo con la Chiesa diocesana», il giorno seguente nel Duomo di Carrara don Roberto Montecchi, delegato del Vescovo di Modena ha posto l’accento sul tema «Perché la Chiesa?» infine, mercoledì 16 febbraio nella Cattedrale di Massa, mons. Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo di Pisa è intervenuto su «La Chiesa, Sacramento di salvezza».
A presiedere la celebrazione è arrivato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.
Accolto dai canonici, ha fatto l’ingresso in Cattedrale gremita, nel rispetto dei protocolli anticontagio Covid-19, di fedeli, autorità e sacerdoti. Con lui hanno concelebrato sette vescovi: oltre all’amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio, erano presenti il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, l’emerito mons. Giovanni Santucci, i vescovi originari della diocesi, mons. Alberto Silvani, emerito di Volterra, e mons. Guglielmo Borghetti, titotale di Alberga-Imperia, mons. Ernesto Palletti, vescovo di La Spezia, il metropolita di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto e mons. Adriano cevolotto della diocesi di Piacenza-Bobbio.
I canti sono stati eseguite dalla Cappella Musicale della Cattedrale, mentre il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi. La celebrazione è stata teletrasmessa da Teleliguria Sud, l’emittente della diocesi di La Spezia, e sul canale yuotube della diocesi.
Nell’intensa omelia il cardinale Parolin ha ricordato che «l'istituzione di una diocesi rappresenta al tempo stesso un traguardo e un inizio. Da un lato essa significa che una porzione del Popolo di Dio stabilita in un determinato territorio con un capoluogo ben definito, possiede tutte le caratteristiche per chiamarsi Chiesa a pieno titolo. Significa che il Vescovo potrà contare sulla collaborazione di un presbiterio e che tale nuovo organismo, insieme ad un nutrito gruppo di fedeli, possiede almeno nelle linee essenziali, una struttura dotata di mezzi sufficienti ad iniziare o proseguire un lavoro ordinato di evangelizzazione e di testimonianza cristiana... D’altro canto, una Diocesi da poco fondata compie i suoi primi passi, imparando a relazionarsi come corpo autonomo nell’insieme delle Diocesi confinanti ed abbisogna di aiuti, in risorse umane e mezzi materiali. È come una pianticella appena sbocciata che necessita di cure e attenzioni e che ha bisogno di tempo per costruirsi un suo proprio cammino, che – in armonia con le altre Chiese vicine – trovi una sua specifica configurazione».
E ricostruendo la storia degli ultimi anni ha aggiunto: «la diocesi di Massa, che dal febbraio 1988 è divenuta diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, ha svolto un suo peculiare cammino di sequela a Cristo nella piena comunione con la Chiesa Universale e oggi siamo qui per ringraziare il Signore e fare festa».
Al termine della celebrazione è stata letto il decreto con il quale il Santo Padre ha permesso l’indulgenza plenaria. Soddisfazione è stata espressa dal vescovo Gianni Ambrosio che ha avuto parole di ringraziamento per tutti e che ha esternato al cardinale Parolin prima delle invocazioni penitenziali.
Renato Bruschi
Nella foto, il cardinal Parolin alla celebrazione per i 200 anni della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli guidata dall'amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio.
Pubblicato il 23 febbraio 2022
Ascolta l'audio