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Santa Giustina, una festa di ricordi che ci fanno guardare al futuro

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“È bello sentire quanta vita c’è dentro a questa nostra assemblea, in questa celebrazione, dove convergono tanti motivi e ricordi che rammentano la nostra storia e ci fanno anche guardare al futuro”. Con queste parole, mons. Adriano Cevolotto ha introdotto la messa in cattedrale, il 26 settembre, nella solennità di Santa Giustina, compatrona della diocesi.

Tanti motivi di festa

All’inizio del rito mons. Serafino Coppellotti, parroco e rettore della Cattedrale, ha ringraziato tutti i convenuti nella chiesa madre di Piacenza a cominciare dalle autorità civili e militari e in modo particolare ha espresso un riconoscente benvenuto ai membri della delegazione di Potenza, guidata da don La Salvia e dalle autorità civili della città che hanno voluto onorare la chiesa piacentina, portando una preziosa reliquia del loro Santo Patrono, Gerardo Della Porta, proveniente dalla cattedrale di Potenza, per rappresentare il ritorno del santo nella sua città d’origine dopo oltre nove secoli. Un caro saluto è stato espresso poi al Forum delle Famiglie che ha celebrato la 12ª Grande Festa della Famiglia e al gruppo dei motociclisti piacentini che ha ricevuto, al termine della celebrazione, la benedizione del Vescovo.
Altro motivo di festa il primo anniversario della ordinazione episcopale di mons. Adriano Cevolotto e i 50 anni di ordinazione sacerdotale del vicario generale mons. Luigi Chiesa e del Rettore della Cattedrale Mons. Serafino Coppellotti.

La realtà è più grande delle idee

“L’appartenenza quando è intesa come la nostra parte contro quella degli altri, crea dei recinti che ci isolano e diventano motivo di chiusura”. È la riflessione, scaturita dalle letture bibliche, proposta del Vescovo. “Quanto sono pericolose - ha aggiunto - le frontiere che nascono dai preconcetti, dai pregiudizi. Vorremmo piegare la realtà dentro alle nostre idee, ma la realtà è più grande delle idee. I discepoli di Gesù - ha spiegato mons. Cevolotto - vedono, in coloro che operano delle guarigioni, degli avversari, dei concorrenti. Allora a si è domandato il Presule: “Siamo preoccupati che il Regno di Dio si compia, oppure che noi risultiamo essere vincitori? Cioè vogliamo sempre un riconoscimento, un plauso”.

Comunità profetica

Tutto ciò è - per il Vescovo - una questione seria e importante della vita cristiana perché mette in discussione la relazione con Dio e anche il modo di vivere la fede. “La comunità cristiana - ha sottolineato - deve diventare sempre più una comunità profetica. Chiediamo al Signore che i nostri sguardi troppo miopi siano convertiti in profetici”. Questa preghiera è stata poi rivolta dal Vescovo alla Chiesa di Piacenza-Bobbio, perché oggi abbia uno sguardo di profezia che sappia anticipare i tempi, che vada oltre agli angusti spazi mentali e alle appartenenze divisive.

Eterna è la sua misericordia

Il salmo 117, inserito nella liturgia, in cui si ripete l’espressione “Eterna è la sua misericordia”, è stato ricordato, in modo particolare, dal Vescovo perché è la stessa frase, usata un anno fa, da mons. Cevolotto durante la sua ordinazione episcopale in cui aveva espresso la sua gratitudine al Signore. “Oggi la stessa lode - ha affermato - voglio condividerla con voi, perché il Signore mi aiuti a lodarlo cosi. Non c’è situazione della vita nella quale non possiamo ripetere con forza e con gioia che eterna è la sua misericordia”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 27 settembre 2021

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