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In riga su internet

Don Fortunato Di Noto a Piacenza: bambini adultizzati. Non lasciamoli soli davanti allo smartphone

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Occhi puntati sulla pedopornografia: è accaduto il 21 giugno al teatro President di Piacenza con don Fortunato Di Noto, parroco siciliano e presidente dell’Associazione Meter.
L’incontro è stato patrocinato dal Comune di Piacenza e promosso dal Comitato “Difendiamo i nostri figli” insieme al nostro settimanale con la collaborazione della parrocchia della Santissima Trinità e dell’Unione Giuristi Cattolici.
Alla giornalista Barbara Sartori il compito di moderare i vari interventi che sono iniziati con i saluti dell’assessore ai Servizi sociali Federica Sgorbati e del vicequestore vicario della Questura Maria Elisa Mei.

“Non solo i social, ma anche i videogiochi nascondono insidie per i minori. I genitori hanno il compito di stare vicino ai propri figli soprattutto nell’uso dei social network, non è possibile disinteressarsi, i rischi per i bambini e i ragazzi sono troppo grandi”, ha affermato il sovrintendente capo della Polizia Postale di Piacenza Pietro Vincini che ha dato il via alle testimonianze della serata.
“Ci sono in rete - ha aggiunto - molti adescatori seriali che, presentandosi con false identità, cercano foto di minori e le ottengono con subdoli ricatti”.

“L’impegno è quello di camminare tutti insieme e dare speranza”: così ha esordito don Fortunato. C’è bisogno di alleanze per sconfiggere il male che dilaga sempre più nella rete.
“Viviamo in un contesto - ha affermato don Di Noto - dove amiamo talmente tanto i bambini che li vogliamo subito adulti senza dar loro la possibilità di vivere la propria fanciullezza. Una bambina di otto anni in una rivista di moda può essere vestita come una donna provocante? - ha domandato - E ancora, come si può pensare di fare programmi televisivi in cui i bambini cantano canzoni con frasi come «voglio fare l'amore con te»?”.
Per il sacerdote siciliano oggi la società vuole, senza rendersene conto, che i bambini siano adultizzati in una società con forti messaggi erotici.
La riflessione di don Fortunato ha fatto comprendere come stiamo crescendo dei bambini adulti in miniatura perché non c’è né il tempo, né la voglia di tornare a fare i genitori, a dire dei no e a porre dei limiti e perché l’autorità viene oggi considerata quasi come una forma di maltrattamento.

“Ma non dobbiamo rubare l’infanzia a questi bimbi”.
È l’accorato appello del sacerdote che oggi vede in rete l’aumento di corporation di pedofili.
Questi si nascondono sotto organizzazioni che, in nome di falso moralismo, affermano di voler far del bene ai bambini.
“Per il pedofilo - ha continuato don Di Noto - qualunque tipo di bambino è oggetto di godimento e basta una semplice fotografia con il costumino in rete perché il pedofilo vada alla ricerca di quel piccolo. C’è il seduttore affettuoso che colma l’assenza dei genitori, c’è quello introverso e quello sadico: il più pericoloso che desidera vedere soffrire fisicamente e psicologicamente il bambino”.
“Ci sono favelas tecnologiche, terre di nessuno, dove nascono delle nuove forme di schiavitù”, ha affermato il sacerdote.
“Non vi immaginate quello che segnaliamo alle polizie di tutto il mondo - ha aggiunto don Fortunato - fa rabbrividire ed è veramente ripugnante".
"Il pedofilo - ha proseguito - è colui che trova attrazione solo per i bambini prepuberi ed è una persona comune ben curata, integrata, un individuo normalissimo, insospettabile, vicino al bambino di cui riesce a carpire la sua fiducia fino a conquistarne in maniera totale la vita”.

Meter onlus, l’associazione fondata da don Di Noto, impegnata da 30 anni nel contrasto agli abusi sessuali sui minori, contro la pedofilia e la pedopornografia, ha denunciato soltanto nei primi 4 mesi del 2019 quasi 6 milioni (5.826.458) di foto e 102mila 630 video pedopornografici di inenarrabile contenuto.
Rinvenuti nel web e nel deepweb, sono stati immediatamente segnalati a diverse Polizie del mondo e a numerosi Server Provider (chiedendo la reale collaborazione e cooperazione alle varie autorità delle rispettive nazioni) per un immediato intervento per stroncare questo traffico illecito di materiale con abusi sessuali sui minori. Il tutto è documentato.
L’età dei bambini, che sono stati verificati, è tra i 3 e i 7-10 anni, in situazioni di schiavitù sessuale perpetrata e continuata.
Quando parliamo di foto e video, è bene precisare - afferma il sito dell’associazione - che sono milioni i bambini abusati sessualmente, sia del passato che di recente.

Per don Fortunato “i numeri esprimono la realtà degli abusi sui bambini che oggi più di ieri non può essere considerata marginale, ma una vera e propria emergenza globale. Fino a quando ci sarà qualcuno che abusa di un bambino la società, la Chiesa, e anche tutte le altre realtà religiose e non, devono impegnarsi in una rete comune affinché si rispettino i piccoli e i deboli”.

L’Associazione Meter di don Fortunato ha approntato un decalogo,“In riga su internet”, con indicazioni rivolte ai ragazzi sul mondo digitale; al n. 1, si dice:
“Informa sempre i tuoi genitori sull’elenco degli amici con cui chatti e sui siti in cui navighi, chiedi loro il permesso prima di fare un’iscrizione online e dai anche a loro le tue password”. Quanti genitori sono informati su questi dati dei loro figli?
La media education, che ha l’obiettivo di sensibilizzare bambini e i ragazzi ad un uso consapevole, sicuro e positivo dei nuovi media, deve rivolgersi anche a genitori ed educatori.
Senza demonizzarlo, il mondo del web ha bisogno di regole per abitarlo al meglio e in sicurezza con qualsiasi mezzo (pc, tablet, smartphone) e soprattutto viverlo con intelligente prudenza per evitare danni a sé stessi e agli altri.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 24 giugno 2019

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