Il dialogo interreligioso è un'urgenza sociale
Il "Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune” è stato firmato a febbraio ad Abu Dhabi da papa Francesco e da Ahmad al-Tayyeb, grande imam di Al-Azhar, la moschea-università del Cairo punto di riferimento dell’islam sunnita, ovvero della maggioranza dei quasi due miliardi di musulmani del mondo. La firma è avvenuta nel contesto della benedizione della prima pietra di una moschea e di una chiesa che saranno costruite una accanto all’altra negli Emirati Arabi.
Il dialogo interreligioso è presentato come una vera e propria “urgenza sociale”, antidoto all’estremismo religioso e all’intolleranza che ha costretto il mondo - secondo un’espressione di papa Francesco - a fare i conti con “una terza guerra mondiale a pezzi”. Il rischio è che, a dispetto della sua portata storica, il documento venga liquidato come “affare” dei due firmatari, riservato alle alte sfere. “Invece è un cammino offerto e necessario a tutti”, evidenzia don Pierluigi Dallavalle, responsabile del Servizio diocesano per il dialogo interreligioso, che, insieme all’istituto di studi islamici “Averroé” di Piacenza, per diffonderne la conoscenza organizza un incontro sabato 8 giugno alle ore 18 all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant’Eufemia 12.
I relatori saranno: don Paolo Mascilongo docente di Sacra Scrittura al Collegio Alberoni di Piacenza e all’ISSR Sant’Ilario di Poitiers di Parma. È parroco di San Sisto e direttore dell’Ufficio catechistico diocesano; Francesca Bocca insegna teologia e cultura islamica all’Istituto Italiano di Studi Islamici. È direttore dell’Istituto “Averroè” di Piacenza; svolge attività di ricerca all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; Donata Horak, teologa, insegna religione al Liceo “Gioia” ed è docente di Diritto Canonico allo Studio Teologico del Collegio Alberoni di Piacenza. Fa parte del Coordinamento teologhe italiane.
Pubblicato il 30 maggio 2019
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