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Parrocchia Sant’Antonino: la comunità accoglie don Maloberti e saluta don Basini

  

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La parrocchia di Sant’Antonino a Piacenza, raccolta per la Festa del Ritrovamento delle Reliquie del patrono, il 16 novembre, ha vissuto un passaggio significativo della propria storia. Don Giuseppe Basini - ora pienamente impegnato nel servizio di vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio - ha accolto il nuovo amministratore parrocchiale, don Davide Maloberti.

Un’introduzione di famiglia

A prendere per prima la parola è stata Sannita Luppi, catechista parrocchiale, che ha dato il benvenuto a don Maloberti ed ha ripercorso le tante attività che, negli anni, hanno preso forma sotto la guida di don Basini: gruppi, cammini di fede, iniziative di carità, collaborazioni che hanno reso viva e riconoscibile la comunità di Sant’Antonino.

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Un tempo di crisi è un tempo che rivela

Don Giuseppe, parlando con la voce del pastore che conosce il suo gregge da vicino, ha ricordato i suoi 17 anni trascorsi nella parrocchia, più un anno precedente come amministratore al fianco di don Gabriele Zancani, ed ha sottolineato come don Davide, pur non essendo ancora parroco, abbia già camminato accanto alla comunità per quindici anni, celebrando, ascoltando, accompagnando. Il Vangelo ha poi offerto lo spunto per la sua riflessione. “Gesù vuole che diventiamo consapevoli del tempo che viviamo - ha detto don Basini - e che lo abitiamo senza paura, con fiducia e responsabilità”. La crisi - ha affermato - è rivelatrice: mette a nudo, fa emergere ciò che ciascuno porta nel cuore: paure, egoismi, tentazioni di fuga… È qui che si incunea la domanda dei discepoli: “Quando sarà la fine? Quando conviene salvarsi?”. Domande che rivelano il rischio di anteporre l’interesse personale al bene comune.

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Grazie, perdono, eccomi

Seguendo il Vangelo, don Giuseppe ha invitato alla perseveranza: a rimanere saldi anche quando la tentazione di fuggire dalle responsabilità sembra più forte. Grazie, perdono, eccomi: sono le tre parole emerse come guida. Grazie: la gratitudine che guarisce l’anima dalle lamentele. Il grazie alle famiglie, ai genitori, alla comunità che sostiene i sacerdoti con la preghiera e la vicinanza. Perdono: il riconoscere le proprie fragilità, le occasioni mancate, il bisogno di pace. Eccomi: la parola che non fugge, ma accetta il carico di ogni giorno. È il sì degli uomini chiamati a servire, il sì rinnovato al Vangelo, alla Chiesa, al Vescovo.

Don Basini ha chiesto poi preghiere per sé e per don Davide, perché possano essere non solo “credenti”, ma “credibili”: uomini di fiducia in un mondo che ha sete di autenticità. È seguita l’invocazione ai tre santi, a cui sono anche dedicate le vie adiacenti alla basilica, che vegliano sulla comunità: Sant’Antonino, testimone senza compromessi; San Giovanni Battista Scalabrini, cuore universale e missionario; San Vincenzo, che insegna a riconoscere Cristo nei poveri.

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Il saluto della comunità e i doni per i due sacerdoti

La voce commossa di Paolo Campioni, parrocchiano, ha dato forma al sentimento comune nei confronti di don Basini: un ringraziamento affettuoso ad un pastore che ha saputo guidare con amore e sensibilità la comunità. Poi i vari gruppi della parrocchia si sono fatti avanti con doni simbolici, tra cui una casula liturgica per don Basini, recante la frase: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…”. Un messaggio che sembra racchiudere il senso del ministero che egli ha vissuto e continuerà a vivere.

Camminare col Signore

Infine, la parola è passata a don Davide, il nuovo amministratore parrocchiale, che ha ringraziato tutti: il coro, i giovani, le famiglie, gli amici presenti, e naturalmente il vescovo e don Giuseppe per la fiducia accordata. Ha quindi rievocato la loro lunga amicizia, nata in seminario, tra aneddoti e battute affettuose. Don Davide ha ricordato inoltre le esperienze pastorali che hanno segnato il suo cammino tra cui la Santissima Trinità, il Rinnovamento nello Spirito con la Comunità Magnificat, ed ha guardato al percorso nuovo che si apre. Si è soffermato poi sulla domanda di San Paolo: “Che cosa possediamo che non abbiamo ricevuto?”. Alla luce delle reliquie di Sant’Antonino e San Vittore, da guardare non come semplici ossa, ma come testimonianze di vita donata, questa domanda - per don Maloberti - ha acquistato peso e luminosità. “La nostra missione - ha detto - è accogliere Gesù e donarlo. Ricevere la Parola e diffonderla”. La sua conclusione è stata un invito a camminare col Signore ed un augurio sincero al “vicino di casa”, don Giuseppe, che si immerge totalmente nel suo ruolo, senza lasciare l’affetto e il cuore alla parrocchia.

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Il pane benedetto: segno di amicizia e di legame

Alla fine della celebrazione, un gesto semplice ma eloquente: la consegna del pane benedetto ai presenti, simbolo di condivisione, amicizia e vita donata. “Il pane è fatto per essere mangiato - ha ricordato don Giuseppe - e quando è condiviso diventa più buono. Così la vita cristiana”.

Riccardo Tonna

Nelle foto, i vari momenti della celebrazione eucaristica nella basilica di Sant'Antonino in occasione dell'ingresso di don Maloberti e il saluto di don Basini. (foto Pagani)

Pubblicato il 18 novembre 2025

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