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Un convento che rinasce: mons. Cevolotto visita il progetto di co-housing della Caritas

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Nella sua visita pastorale alla Caritas diocesana, il vescovo mons. Adriano Cevolotto, il 23 ottobre, ha voluto fermarsi, per conoscere da vicino il progetto di co-housing che la Caritas sta realizzando nel convento dei Frati Minori di Santa Maria in Campagna
Dopo la recita dei vespri, presieduti dallo stesso vescovo nel refettorio del convento, la serata si è trasformata in un tempo di ascolto e di racconto.

Un laboratorio di fraternità e autonomia
Alessandro Ghinelli, operatore della Caritas, ha illustrato il percorso di rinascita di questa antica casa di accoglienza, un tempo gestita dai frati e ora destinata a diventare un laboratorio di fraternità e autonomia.
“Il convento ospitava da anni una casa per ferie - ha spiegato Ghinelli - ma con il passare del tempo, la comunità dei frati si è ridotta e invecchiata. È nata così la necessità di un aiuto per la gestione e la manutenzione della struttura. Da circa un anno e mezzo la Caritas è entrata in questo cammino, prima sostenendo le persone che già vi abitavano, poi avviando un progetto di ristrutturazione e rinnovamento”.

Un’accoglienza con 24 camere
L’obiettivo è chiaro: creare un ambiente di co-housing, dove la solidarietà si traduca in concretezza quotidiana e dove chi attraversa momenti di fragilità possa ritrovare dignità e speranza. Attualmente sono sei le persone già ospitate nella parte rinnovata del convento, in collaborazione con i servizi sociali comunali. Quando i lavori saranno completati, la struttura potrà contare su 24 camere e accogliere persone senza dimora che lavorano, lavoratori con contratti precari, studenti universitari fuori sede e, più in generale, chi si trova a vivere in situazioni di precarietà abitativa.
“Ogni ospite avrà la propria camera e il proprio bagno - ha aggiunto Ghinelli - ma gli spazi comuni, come la cucina e la lavanderia, saranno condivisi. L’idea è quella di favorire l’incontro, la collaborazione e l’autonomia, nel pieno spirito Caritas”.

Luogo aperto a tutti
Il progetto, ancora in fase di completamento, non si limita all’accoglienza. È anche un invito alla comunità a farsi parte attiva di un nuovo modo di abitare e di essere Chiesa: una Chiesa che apre le porte, che si lascia contaminare dal quotidiano, che costruisce legami.
“Vogliamo che questo luogo resti fedele alla sua vocazione originaria - ha sottolineato Ghinelli - quella dell’ospitalità. Ma vogliamo anche che diventi un luogo aperto alla cittadinanza, dove possano nascere iniziative condivise, momenti di incontro e partecipazione. Un luogo che, attraverso il volontariato e la collaborazione delle associazioni locali, parli di comunità viva”.
Il vescovo Cevolotto ha ringraziato gli operatori e i volontari per il loro impegno. Nelle sue parole, l’eco di una Chiesa che si fa casa, che non si limita a offrire aiuto, ma che accompagna le persone verso la libertà e la responsabilità.
La serata si è conclusa con la cena insieme tra vescovo, operatori Caritas e ospiti della struttura: una espressione di fraternità semplice e autentica.

Riccardo Tonna

Nella foto: da destra Alessandro Ghinelli, operatore caritas, responsabile della struttura; il vescovo Adriano Cevolotto; don Paolo Mascilongo; Mattia Merli; Pietro Dotti; Chiara Incorvaia.

Pubblicato il 24 ottobre 2025

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