Un giorno tra le storie e i volti della carità
Il 20 ottobre le porte della sede Caritas della diocesi di Piacenza-Bobbio, in via Giordani 21, si sono aperte al vescovo, mons. Adriano Cevolotto per il primo giorno della sua Visita Pastorale alla realtà caritativa diocesana.
Ascoltare la vita
La mattina si è aperta con un momento di preghiera condivisa, semplice e raccolta, per mettere nelle mani di Dio tutto ciò che la Caritas è: un intreccio di storie, di volti, di ferite e di rinascite. Subito dopo, mons. Cevolotto ha visitato il Centro di Ascolto, cuore pulsante del servizio. Qui ha incontrato alcune persone che il centro già accompagna da tempo: uomini e donne che hanno bussato a questa porta in cerca non solo di aiuto materiale, ma di una possibilità nuova.
“Le persone che incontriamo – raccontano gli operatori – non sono emergenze o problemi da risolvere. Sono storie, spesso faticose, che meritano di essere accolte e accompagnate”. Nel pomeriggio la visita è proseguita tra gli altri servizi e spazi della Caritas. Mons. Cevolotto ha osservato da vicino il lavoro dei volontari. “Non offrono solo tempo – sottolinea il Vescovo – ma costruiscono relazioni, ricreano legami, fanno della fraternità una scelta concreta”.
Nello spazio studio e compiti, ad esempio, si respira aria di normalità: ragazzi di diverse età e provenienze, volontari adulti e giovani insieme, in un clima di fiducia e sostegno reciproco.
Nella foto, Luigi Muggiana e Livio Pinto, due volontari alla casa accoglienza notturna “Scalabrini”.
La sera al dormitorio “G. B. Scalabrini”
La visita poi si è spostata alla struttura di Accoglienza Notturna “G.B. Scalabrini”, il primo aperto dalla Caritas negli anni ’90 e oggi coordinato da Mattia Merli, operatore Caritas. “Attualmente ospitiamo dieci persone – spiega Mattia – che arrivano verso le 18 e ripartono al mattino. Qui trovano un letto, una cena, una colazione e soprattutto qualcuno disposto ad ascoltarli. Le permanenze variano da quindici giorni a un mese, sempre all’interno di progetti personalizzati: Il nostro obiettivo – aggiunge – non è solo dare un tetto, ma accompagnare verso l’autonomia, aiutando le persone a riprendere in mano la propria vita”. In un altra zona della città, in via Grondana, opera anche l’Accoglienza Notturna “Il Nido”, coordinata da Roberto Barabaschi, operatore Caritas. “La struttura è simile alla Casa Scalabrini – racconta Roberto – ma si rivolge soprattutto a lavoratori precari, spesso stranieri impiegati nella logistica, che hanno bisogno di un posto sicuro dove riposare tra un turno e l’altro di lavoro”. Anche qui, i volontari garantiscono la presenza e l’ascolto durante la notte, in un clima di accoglienza sobria ma fraterna.
Nella foto, il vescovo Cevolotto con Mattia Merli, responsabile della casa accoglienza notturna "Scalabrini”.
Una Chiesa che accompagna
Nella struttura “G. B. Scalabrini”, mons. Cevolotto ha condiviso poi la cena con gli ospiti, in un momento semplice e familiare. Infine, insieme a operatori e volontari, il Vescovo ha concluso la giornata con la preghiera comunitaria di Compieta serale. “È stata una giornata molto bella, intensa, varia” – afferma mons. Cevolotto a conclusione della serata – La Caritas non è un luogo di delega, ma di animazione: un laboratorio vivo in cui la comunità cristiana cresce nella carità e nella fede. Ogni servizio, ogni progetto, ogni incontro della Caritas – ricorda il Vescovo – è come un vestito cucito su misura: pensato per accompagnare le persone verso la libertà, con tempi e percorsi personalizzati”.
Riccardo Tonna
Nella foto in alto, il Vescovo con un gruppo di volontari in occasione della Visita pastorale in Caritas.
Pubblicato il 21 ottobre 2025
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