Chiara Griffini al Meeting di Rimini: la tutela un linguaggio universale
Come si può avere fiducia quando tutto sembra crollare? A questa domanda urgente, che interpella l’uomo di fronte a guerre, crisi e divisioni, ha cercato di rispondere l’incontro dal titolo “Mattone su mattone. La forza dei legami”, svoltosi domenica 24 agosto al Meeting di Rimini. Moderati da Giorgio Vittadini, i relatori hanno mostrato che la speranza non è attesa passiva, ma azione concreta che nasce dal basso e ricostruisce il tessuto sociale attraverso esperienze di solidarietà, accoglienza e gratuità. Sono state raccontate esperienze diverse ma accomunate dalla forza dei legami: dalle cooperative sociali di Carpi che sostengono persone fragili, al doposcuola del Rione Sanità di Napoli; dal delicato impegno nella tutela dei minori, alla collaborazione tra Terzo Settore e istituzioni nelle Marche. Realtà definite “minoranze creative”, capaci di ricostruire con gesti quotidiani la fiducia nella convivenza e nel futuro.
Processi di rigenerazione
Particolarmente significativa, per la nostra diocesi di Piacenza-Bobbio, è stata la presenza di Chiara Griffini, presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori della CEI e referente diocesana, che ha portato il suo contributo, testimoniando l’importanza di un lavoro attento e costante in difesa dei più piccoli. Chiara ha richiamato la missione della Chiesa italiana nel campo della tutela come un entrare nel “deserto della fiducia ferita” per generare processi di rigenerazione. Citando Eliot, ha sottolineato che non basta ricostruire con ciò che resta, ma servono “mattoni nuovi”: gesti, parole e relazioni capaci di creare comunità tutelanti.
I centri di ascolto
La tutela - ha spiegato Griffini - non è solo prevenzione e contrasto degli abusi, ma soprattutto promozione del bene relazionale e del rispetto della dignità, affinché l’autorità non diventi mai appropriazione o usurpazione. Per questo la CEI ha elaborato linee guida fondate su due principi cardine: la responsabilizzazione comunitaria (“ognuno può e deve fare la sua parte”) e l’ascolto e accompagnamento delle vittime, poiché l’ascolto è la prima forma di prevenzione. Griffini ha poi ricordato l’importanza dei centri di ascolto diocesani, luoghi dove le vittime e i loro familiari possono rivolgersi, trovando accoglienza e la possibilità di segnalare anche alle autorità civili. Ha portato le voci di famiglie ferite, che hanno raccontato come la presenza della Chiesa, pur colpita, sappia accompagnare e riconoscere gli abusi per ciò che sono: tradimenti della fiducia e reati da denunciare.
Tre mattoni
Sono tre i “mattoni” fondamentali - per la responsabile nazionale e diocesana - da mettere alla base della tutela:
l’ascolto, il coraggio della segnalazione come richiamo a ricostruire i legami comunitari, e lo sguardo nuovo sull’abuso, visto come ferita della fraternità che può però rinascere solo attraverso percorsi autentici di giustizia, prevenzione, riparazione e perdono. Secondo Griffini, solo così la Chiesa può diventare realmente custode della dignità di ciascuno, trasformando la tutela in un linguaggio universale di cura e responsabilità condivisa.
I legami autentici
L’incontro si è concluso con l’intervento del presidente della CEI, Cardinale Matteo Maria Zuppi, che ha richiamato tutti al valore della gratuità e della costruzione di un’alleanza fondata su legami veri, capaci di generare speranza e futuro. La convention ha così mostrato come, mattone su mattone, i legami autentici possano diventare la vera forza per ricostruire la società e aprire cammini di speranza che non deludono.
Riccardo Tonna
Nelle foto, dall'alto Chiara Griffini con i relatori al Meeting di Rimini e l'abbraccio con il card. Zuppi.
Pubblicato il 25 agosto 2025
Ascolta l'audio