Solennità dell’Assunta in Cattedrale: fede, accoglienza e multiculturalità
“Pensiamo e portiamo nel cuore in questo momento Gaza e tutti gli altri luoghi dove ancora prevale la guerra, la distruzione. Maria, donaci la tenacia nel continuare a sperare contro ogni speranza, nel continuare a dare credito che l'umano, abitato dalla grazia di Dio, prevalga su ogni forma di dominio e di violenza”: sono le parole, che esprimono un accorato appello alla pace, di mons. Adriano Cevolotto, pronunciate, il 15 agosto, durante la solennità dell’Assunzione di Maria in Cattedrale a Piacenza. Accanto a lui, i padri scalabriniani, che da sempre portano avanti un prezioso ministero nell’accoglienza dei migranti e nella cura pastorale delle comunità di nuova immigrazione, insieme all’Ufficio diocesano Migrantes. La celebrazione, introdotta da padre Salvatore Mazzittelli, cappellano della comunità latinoamericana di Piacenza, ha visto la numerosa partecipazione della comunità ecuadoriana del territorio. In occasione della festa mariana, infatti, gli ecuadoriani hanno reso omaggio alla Virgen del Cisne, la venerata effigie giunta dall’Ecuador e custodita da anni nella chiesa di San Carlo, divenuta un punto di riferimento spirituale e culturale per tanti fedeli.
Il legame tra terra e cielo
Mons. Cevolotto ha ricordato nell’omelia che le scelte quotidiane preparano il compimento della vita, sottolineando il legame profondo tra terra e cielo che si riflette nella festa dell’Assunta. “Grazie a Maria, - sintetizziamo le parole del vescovo - in questa celebrazione si intrecciano due tradizioni e due popoli, Ecuador e Italia, accomunati dal Vangelo della Visitazione. Maria viene descritta come donna in cammino, pellegrina che parte senza portare tutto, ma solo l’essenziale, portando sé stessa. Le sue mani libere diventano capaci di accogliere, stringere, donare. Così, - ha aggiunto il presule - anche voi avete lasciato il vostro Paese portando non solo povertà di mezzi, ma anche speranza, fede e ricchezza di umanità e cultura, che sono un dono prezioso per la comunità cristiana locale”.
Festa del Magnificat
La celebrazione è stata inoltre presentata dal vescovo come una festa del Magnificat, cioè di lode e ringraziamento per l’opera di Dio, che ribalta la logica dei potenti e dei ricchi, che invita tutti a non arrendersi davanti alle ingiustizie. Mons. Cevolotto ha poi rivolto lo sguardo all’attualità, ricordando i drammi delle guerre – dall’Ucraina a Gaza – e ha chiesto l’intercessione di Maria, Regina della Pace, perché doni la forza di sperare contro ogni speranza, di non abituarsi al dolore dei popoli colpiti, e di credere che l’umano, abitato dalla grazia di Dio, possa prevalere sulla violenza.
La statua della Virgen de El Cisne tra le vie della città
Al termine della Messa, la voce dei giovani ha trovato spazio attraverso la testimonianza di Michelle, una ragazza ecuadoriana di seconda generazione, che ha espresso gratitudine al vescovo per l’attenzione concreta e affettuosa rivolta agli immigrati e alle loro famiglie. La celebrazione si è arricchita poi di un momento di profonda suggestione: la statua della Virgen de El Cisne è stata portata davanti alla Cattedrale, dove ha ricevuto l’omaggio con un ballo, eseguito da due giovani ecuadoriani in abiti tradizionali, segno di una fede che si esprime anche attraverso la bellezza della cultura. Da lì è partita la processione che, attraversando le vie del centro storico di Piacenza, ha condotto la statua alla Casa Madre degli Scalabriniani in via Torta. Una marcia di popolo che ha unito preghiera, testimonianza e incontro tra culture, nel segno di Maria Assunta e del carisma scalabriniano dell’accoglienza.
Riccardo Tonna
Nelle foto, le celebrazioni della festa dell'Assunta in Cattedrale a Piacenza.
Pubblicato il 16 agosto 2025
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