Il Vescovo alla Via Crucis: nel bacio di un detenuto, un riscatto di umanità
La sera del Venerdì Santo, il 18 aprile, una significativa Via Crucis, presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, ha attraversato le strade di Piacenza. Questo tradizionale rito, ha coinvolto tutte le parrocchie del centro storico che hanno commemorato il cammino di Gesù verso la crocifissione. La celebrazione ha preso avvio dalla Basilica di San Francesco, coinvolgendo un gran numero di fedeli in un percorso di riflessione spirituale e comunitaria.
Cinque soste nella città
Il cammino si è snodato attraverso cinque soste esterne, ognuna delle quali ha offerto l’opportunità di meditare su momenti chiave della Passione di Cristo. Le postazioni scelte hanno incluso luoghi simbolici della città: San Donnino, Sant’Antonino, piazza Duomo, via del Consiglio (davanti al vecchio carcere), piazzetta Santa Maria e infine San Savino. Ogni tappa ha permesso ai partecipanti di immergersi nella narrazione della sofferenza e dell’amore di Cristo, rivelando nel contempo le sofferenze vissute nella nostra società.
L’ora dell’amore
Un elemento particolarmente significativo di questa Via Crucis sono stati i testi meditativi contenuti nel sussidio “L’ora dell’amore”, redatti dai detenuti della casa circondariale di Piacenza. Queste parole hanno fornito spunti profondi per riflettere sulle tematiche della sofferenza, della redenzione e della speranza, rendendo la celebrazione ancora più toccante. I pensieri dei detenuti hanno suscitato profonde emozioni, richiamando tutti a non dimenticare le vite spezzate e le storie difficili di quanti vivono situazioni di reclusione.
Il bacio di un detenuto
“Abbiamo fatto uscire - ha detto mons. Cevolotto, nell’ultima sosta a San Savino - voci da quel luogo che rischia di essere un luogo di silenzio… Stasera, attraverso il volto di Gesù, sono giunti a noi i cuori di queste persone che spesso stanno vivendo cammini di redenzione e di fede”.
Il vescovo ha poi sottolineato come nelle parole dei detenuti si è colto come Dio capovolge i criteri, capovolge la logica del più grande e del più piccolo, del primo e dell’ultimo, capovolge la logica del castigo e del perdono. Mons. Cevolotto ha quindi invitato a lasciarsi accompagnare e guidare dai messaggi che arrivano dal carcere, riconoscendoli come la parola di Dio che si rivolge a noi attraverso le parabole di queste esistenze.
“Vorrei - ha concluso il Vescovo - consegnarvi un'immagine che mi ha commosso, e che ancora mi commuove… Oggi ho celebrato la via Crucis in carcere e davanti al Cristo crocifisso un detenuto è passato davanti e ha mandato un bacio… Non so quale sia stato il motivo o quali siano stati i suoi reati, ma certamente in quel bacio c’era un riscatto di umanità…”.
La meditazione finale di mons. Cevolotto ha costituito dunque un momento di raccoglimento e di rinascita interiore, portando nel cuore di tutti il messaggio che la luce può riemergere anche dalle tenebre più profonde.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 19 aprile 2025
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