Le reliquie di don Beotti a Gragnano. La sua vita, un atto di amore totale
“Siamo sicuri che la vita del Beato don Giuseppe Beotti avrà una risonanza in tutti noi. La fede e le parole dei santi sono una eredità senza età, parlano a tutte le epoche e a tutte le culture”: così don Francois Kitenge, parroco in solido moderatore di Gragnano Trebbiense, ha introdotto la messa nella festa di accoglienza, il 1° ottobre, delle reliquie del nuovo Beato che ha ricevuto gli onori degli altari, nel rito solenne del 30 settembre, in cattedrale a Piacenza. La celebrazione a Gragnano è partita, con l’urna di don Beotti, da piazza della Pace per arrivare in processione nel piazzale della chiesa dove si è vissuta l’eucaristia, presieduta dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto, contornato da numerosi sacerdoti e dai seminaristi del collegio Alberoni, dove il Beato ha svolto i suoi studi.
Il Vangelo secondo don Beotti
“Dinanzi a don Giuseppe Beotti - ha affermato il Vescovo - ci troviamo davanti ad una pagina di Vangelo: la sua vita ci parla di Dio”. Mons Cevolotto ha confidato ai fedeli come la figura del Beato è stata per lui una compagna di cammino in questi giorni. “L’ho sentito a me vicino - ha detto - e lo ha fatto in modo discreto come è stato il tratto caratteristico della sua esistenza. Siamo a Gragnano - ha proseguito il presule - dove Giuseppe ha abitato da piccolo e da dove è partito il suo percorso di santità. Accanto al curato di allora, don Faustino Grilli, ci sono tante altre persone che hanno aiutato il giovane Beotti a rispondere alla sua vocazione. Questa comunità è stata un grembo di santità, nato dalle relazioni e dalle testimonianze della fede. Qui ha respirato la verità delle parole di san Paolo quando ci ricorda di rivestirci della carità e che questa non avrà mai fine”.
La carità è stata quindi al centro della vita di don Beotti che, nella tragica stagione della seconda Guerra Mondiale, - ha ricordato mons. Cevolotto - ha scelto di non schierarsi né da una parte né dall’altra. Non è stata codardia, ha sottolineato il Vescovo, ma una decisione coraggiosa di stare nel mezzo, permettendo a sé stesso di essere potenzialmente vittima da entrambe le parti del conflitto. Questa scelta, ha spiegato monsignor Cevolotto, ha permesso a Don Giuseppe di aiutare tutti, senza fare distinzioni di nazionalità o fedi, considerando gli altri sempre superiori a se stesso.
Un amore fecondo di carità
Nel suo discorso appassionato, monsignor Cevolotto ha paragonato don Beotti a Cristo stesso, citando il passo di San Paolo dove dice che: "Cristo umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte". Come Gesù, don Giuseppe si è offerto umilmente, senza riserve, per il bene degli altri. Ha sacrificato se stesso stando al suo posto, non abbandonando la sua piccola comunità di Sidolo, incanalando il suo spirito altruista in un atto di amore totale. Il parallelo tra la morte di don Beotti e quella di Gesù è stato ulteriormente evidenziato dal Vescovo quando ha detto che il sacerdote è stato ucciso dai nazisti alle tre del pomeriggio, proprio quando Cristo fu crocifisso. Questo dettaglio tragico rende il suo sacrificio ancora più simile a quello del Salvatore, sottolineando la sua devozione e dedizione incondizionate alla causa dell'amore fraterno. “Un amore fecondo di carità, non inquinato da logiche egoistiche. Abbiamo bisogno - ha concluso il Vescovo - di questa bella testimonianza, perché vivere in Gesù, uniti a lui, ci porta ad una esistenza piena, frutto del suo amore”.
Virtù e valori
Le virtù cristiane e i valori civili di don Beotti sono sono stati evidenziati, al termine della liturgia, da don Alessandro Ponticelli, parroco in solido di Gragnano, che ha ricordato come don Giuseppe fu un uomo attento al prossimo, generoso con le povertà, un uomo esemplare ed essenziale, fiducioso nella storia, promotore di ideali, tenace nei suoi propositi, un uomo zelante al dovere, responsabile negli impegni, obbediente a nostro Signore, ma consapevole anche dei suoi limiti, sincero nelle relazioni, sollecito nella carità, fedele a Dio, impegnato con ogni essere umano.
“Il desiderio, l’auspicio e anche l’impegno, - ha affermato don Ponticelli - è che questi valori e virtù siano ispiratori dell’azione pastorale della nostra parrocchia in questo nuovo anno che iniziamo, e che animino anche il nostro vivere come comunità umana e cristiana di Gragnano”.
L’assunzione di responsabilità
“In questa piccola comunità è nata una figura straordinaria”: sono le parole di Patrizia Calza, sindaco di Gragnano. “Figlio di una famiglia contadina, - ha aggiunto - don Giuseppe Beotti qui ha iniziato a crescere e a formarsi, da queste vie è partito e qui ritorna agli onori dell’altare”. La sindaca ha sottolineato come don Giuseppe decise di rimanere al suo posto e, con una grande assunzione di responsabilità, portò a termine la sua missione. “Era aperto a tutti - ha affermato - , ha amato i giovani e i poveri: un esempio a cui guardare, superando la nostra ignavia e la nostra indifferenza”.
Anche l’Associazione Partigiani Cristiani di Piacenza, con il suo presidente Mario Spezia, ha reso onore a don Giuseppe. “Don Beotti - ha detto Spezia - è una delle storie dei tanti nostri sacerdoti che hanno compiuto fino in fondo la loro missione di carità evangelica. Rimasto a presiedere la sua comunità, in uno dei momenti più bui del nostro paese, don Giuseppe ha rappresentato, come sacerdote, per molte persone, in un territorio di montagna, l’unica certezza di aiuto, di conforto, di salvezza: un ancora di a cui aggrapparsi per non essere trascinati a fondo”. Spezia ha così concluso: “Onore e gloria a te don Giuseppe Beotti, sarai sempre nei nostri cuori, nelle nostre menti e nelle nostre preghiere”.
Un’eredità di amore
Mons. Cevolotto prima della benedizione finale ha voluto ringraziare le tante persone che si sono impegnate per la causa di beatificazione per don Beotti, molte delle quali sono ormai in cielo. “In questo luogo di Gragnano - ha affermato il Vescovo - un grazie particolare va a don Claudio Carbeni che qui, quando era parroco, ha incontrato la figura e la storia di don Giuseppe e se ne è innamorato, dando un impulso alla ripresa della procedura canonica che lo ha portato sugli altari”.
Le reliquie di don Giuseppe Beotti sono state portate, al termine della celebrazione, nella chiesa parrocchiale e poste sopra un altare laterale. Qui rimarranno per la venerazione dei fedeli che hanno celebrato, in questa festa, un vero testimone della fede e della carità. La sua vita dedicata al servizio degli altri e il suo sacrificio supremo rimarranno per sempre impressi nella memoria di coloro che lo hanno conosciuto personalmente e di coloro che hanno imparato la sua storia. L’ eredità di amore, compassione e umiltà di don Beotti, continuerà a illuminare il cammino di coloro che cercheranno di seguire le sue virtù.
Riccardo Tonna
Nella foto, il vescovo mons. Adriano Cevolotto di fronte alle reliquie di don Giuseppe Beotti nella chiesa di Gragnano.
Pubblicato il 2 ottobre 2023
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