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Morto Pino, il Madonnaro di Largo Battisti

madonnaro


È morto, presso il convento dei frati di Santa Maria di Campagna, Giuseppe Vommaro detto Pino il Madonnaro. Questa foto l’avevamo scattata il 10 marzo, appena dopo la chiusura di #Piacenza per il contenimento del virus: vedere Pino lí, come al solito a dipingere, in mezzo alla città vuota era stato strano, quasi commovente. Quando ripasseremo in Largo Battisti, sarà strano invece notare che Pino non c’è più...le sue madonne sul selciato prima o poi si sbiadiranno, ma sicuramente non il ricordo che Pino lascia alla cittá.
#CiaoPino #PinoIlMadonnaro

L. P.

In suo ricordo pubblichiamo un' intervista del 2013  in cui Pino si racconta tratta da Parmadaily.it, il giornale online di Parma

Non se ne vedono più tanti in giro come un tempo. Un po’ la crisi economica che incombe ormai da anni, un po’ perchè i Sindaci di diverse città italiani hanno emesso ordinanze anti-madonnari.
Ma chi sono i madonnari? Sono artisti di strada, che propongono la loro arte attraverso un disegno sull’asfalto. Ogni anno tutti i madonnari si riuniscono a Mantova il 15 agosto per partecipare al concorso che si celebra dal 1973. La kermesse inizia con la benedizione dei gessetti, antico strumento di lavoro dei madonnari, impartita dal vescovo di Mantova.
Il lavoro pittorico sull’asfalto viene generalmente eseguito nelle ore notturne e mattutine per evitare il calore agostano e comunque concluso entro il pomeriggio del 15 agosto quando la giuria aggiudicherà la vittoria nelle varie categorie in cui sono stati suddivisi i partecipanti.
Abbiamo incontrato e intervistato il madonnaro Pino Vommaro.

Quando ha iniziato a fare il madonnaro?
Tanti anni fa, ora francamente non ricordo più l’età precisa… penso quando avevo circa trent’anni.

E prima cosa faceva?
Facevo il tipografo a Roma, ma già allora si faceva fatica a lavorare.

Roma è una città molto bella, ed è sempre stata ricca di opportunità.
Seee…. Roma è come una bella donna, magari la vedi tutti i giorni perchè ci vivi, ma poi non puoi nemmeno toccarla e quindi goderne delle opportunità che lei dice. Bisogna pur guadagnare per arrivare alla fine del mese, e fare il tipografo non mi permetteva di vivere.

Invece fare il madonnaro sì?
Sì, ovviamente in questo periodo si risente della crisi pure nel nostro settore, ma se uno si adatta, e riesce a spostarsi nelle città che lo ospitano, riesce a vivere delle propria arte.

C’è concorrenza?
Qui in Italia ce n’era di più un tempo rispetto ad oggi. Ma se si rispettano gli spazi non ci sono problemi. Quelli che mi hanno sempre dato fastidio sono i figli di papà, cioè quelli di famiglia ricca che dopo aver fatto qualche studio, hanno nozioni solo tecniche, prive di passione, e si inventano madonnari.

Ecco, quelli che mi danno fastidio perchè, oltre ad avere una certa ipocrisia di fondo, non rispettano il lavoro di chi invece ha scelto di essere madonnaro con convinzione e passione e non per far finta di fare l’anticonformista di strada, mentre il paparino sgancia i soldi per farlo dormire nell’ hotel. Non le dico noi invece dove dormiamo a volte che è meglio.

Il volto della Madonna che ha disegnato sull’asfalto è molto espressivo, molto dolce. Complimenti.
Grazie. E’ un soggetto che va sempre di moda.

Ha sempre e solo disegnato soggetti sacri?
Eh no. All’inizio facevo dei diavoli. Ma economicamente non rendevano. Così mi sono dato alla Madonna e ormai faccio prevalentemente questo.

Qualche segreto del mestiere?
Mmmm…. chiedimene uno va. Ma uno solo.

Allora, come fa a fare in modo che lo sguardo della Madonna sia così magnetico e avvolgente da qualsiasi angolatura lo si stia guardando?
Eh, …difficile da spiegare. Bisogna immaginarsi la distanza come c’è fra me e te ora, poi segnare una quadratino sull’asfalto da dove parte tutto (ndr: mentre parla fa schizzi di righe vicine al quadrato segnato). Mentre disegno bisogna considerare che ogni passante che guarda, che sia davanti all’immagine, o dietro, o di fianco, venga catturato. Poi gioco molto con i colori che “assemblo” sul momento. E’ un po’ come cucinare.

In che senso?
Scegli gli ingredienti, cioè i gessetti nei diversi colori, aggiungi un po’ di colore qui, ne togli un po’ là, cerchi di creare la sfumatura giusta sotto lì e così via via finchè non pensi che sia finito. In tutto questo l’asfalto gioca un ruolo non secondario?

L’asfalto?
Sì, sempre paragonando al cucinare, l’asfalto corrisponde alla padella: con una buona padella anche la cottura del cibo viene buona, se invece la pentola è scarsa, influisce sul risultato finale. Così l’asfalto: se è troppo ruvido si fa fatica e il risultato non è sempre come si vorrebbe.

Le faccio l’ultima domanda.
Ma che sia l’ultima però eh. Devo finire la guancia della Madonna. Non trovo il giallo giusto per la sfumatura che ho in mente, mannaggia.

Perchè dopo il lavoro da tipografo ha scelto proprio quello del madonnaro?
Ma sa… la vita è strana, ti fa fare incontri che ti cambiano la vita. E io anni fa, quando ero giovane e aitante avevo conosciuto una ragazza non italiana che faceva questo lavoro. Per lei era una tradizione di famiglia. E così… io la osservavo sempre tutto il giorno. Veramente la osservavo per altre ragioni, ma poi, già che c’ero, guardavo anche come lavorava, come sceglieva i gessetti, come decideva le proporzioni, sì, insomma, tutti i segreti del mestiere. Ed eccomi qui

MB

Pubblicato il 26 aprile 2020


                                           

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